lunedì 17 novembre 2025

OMELIA DEL SANTO PADRE LEONE XIV NELLA MESSA PER LA GIORNATA DEL POVERO

 OMELIA DEL SANTO PADRE LEONE XIV

Basilica di San Pietro
XXXIII Domenica del Tempo Ordinario, 16 novembre 2025

[Multimedia]

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Saluto a braccio ai fedeli radunati in Piazza San Pietro prima della Messa
Omelia

 

Buongiorno, buona domenica!

Buongiorno a tutti e benvenuti!

Quando leggiamo il Vangelo, una delle frasi che tutti conosciamo è «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli» (Mt 5,3). Noi tutti vogliamo essere fra i poveri del Signore, perché la nostra vita è un dono di Dio e lo riceviamo con tanta gratitudine.

Io vi ringrazio per la vostra presenza. La Basilica diventa un po’ piccola… Voi fate parte della Chiesa e potete seguire la Santa Messa anche dagli schermi. Partecipate con molto amore, con molta fede e sappiate che siamo tutti uniti in Cristo.

Allora, celebriamo l’Eucaristia e dopo ci vediamo per l’Angelus, qui in Piazza.

Dio vi benedica tutti. Buona domenica!

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Cari fratelli e sorelle,

le ultime domeniche dell’anno liturgico ci sollecitano a guardare la storia nei suoi esiti finali. Nella prima Lettura, il profeta Malachia intravede nell’arrivo del giorno del Signore l’ingresso nel tempo nuovo. Esso viene descritto come il tempo di Dio, in cui, come un’alba che fa sorgere un sole di giustizia, le speranze dei poveri e degli umili riceveranno dal Signore una risposta ultima e definitiva e verrà sradicata, bruciata come paglia, l’opera degli empi e della loro ingiustizia, soprattutto a danno degli indifesi e dei poveri.

Questo sole di giustizia che sorge, come sappiamo, è Gesù stesso. Il giorno del Signore, infatti, è non solo il giorno ultimo della storia, ma è il Regno che si fa vicino a ogni uomo nel Figlio di Dio che viene. Nel Vangelo, usando il linguaggio apocalittico tipico del suo tempo, Gesù annuncia e inaugura questo Regno: Lui stesso infatti è la signoria di Dio che si rende presente e si fa spazio negli accadimenti drammatici della storia. Essi, perciò, non devono spaventare il discepolo, ma renderlo ancora più perseverante nella testimonianza e consapevole che sempre viva e fedele è la promessa di Gesù: «Neppure un capello del capo perirà» (Lc 21,18).

Questa, fratelli e sorelle, è la speranza a cui siamo ancorati, pur dentro le vicende non sempre liete della vita. Anche oggi «la Chiesa prosegue il suo pellegrinaggio tra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio, annunciando la morte del Signore finché Egli venga» (Lumen gentium, 8). E, dove sembrano esaurirsi tutte le speranze umane, si fa ancora più salda l’unica certezza, più stabile del cielo e della terra, che il Signore non farà perire neanche uno dei capelli del nostro capo.

Nelle persecuzioni, nelle sofferenze, nelle fatiche e nelle oppressioni della vita e della società, Dio non ci lascia soli. Egli si manifesta come Colui che prende posizione per noi. Tutta la Scrittura è attraversata da questo filo rosso che narra un Dio che è sempre dalla parte del più piccolo, dalla parte dell’orfano, dello straniero e della vedova (cfr Dt 10,17-19)E in Gesù, suo Figlio, la vicinanza di Dio raggiunge il vertice dell’amore: per questo la presenza e la parola di Cristo diventa giubilo e giubileo per i più poveri, essendo Egli venuto per annunciare ai poveri il lieto annuncio e predicare l’anno di grazia del Signore (cfr Lc 4,18-19).

Di tale anno di grazia partecipiamo in modo speciale ancora noi, proprio oggi, mentre celebriamo, con questa Giornata mondiale, il Giubileo dei poveri. Tutta la Chiesa esulta e gioisce, e in primo luogo a voi, cari fratelli e sorelle, desidero trasmettere con forza le parole irrevocabili dello stesso Signore Gesù: «Dilexi te - Io ti ho amato» (Ap 3,9). Sì, a fronte della nostra piccolezza e povertà, Dio ci guarda come nessun altro e ci ama di amore eterno. E la sua Chiesa, ancora oggi, forse soprattutto in questo nostro tempo ancora ferito da vecchie e nuove povertà, vuole essere «madre dei poveri, luogo di accoglienza e di giustizia» (Esort. ap. Dilexi te, 39).

Quante povertà opprimono il nostro mondo! Sono anzitutto povertà materiali, ma vi sono anche tante situazioni morali e spirituali, che spesso riguardano soprattutto i più giovani. E il dramma che in modo trasversale le attraversa tutte è la solitudine. Essa ci sfida a guardare alla povertà in modo integrale, perché certamente occorre a volte rispondere ai bisogni urgenti, ma più in generale è una cultura dell’attenzione quella che dobbiamo sviluppare, proprio per rompere il muro della solitudine. Perciò vogliamo essere attenti all’altro, a ciascuno, lì dove siamo, lì dove viviamo, trasmettendo questo atteggiamento già in famiglia, per viverlo concretamente nei luoghi di lavoro e di studio, nelle diverse comunità, nel mondo digitale, dovunque, spingendoci fino ai margini e diventando testimoni della tenerezza di Dio.

Oggi, soprattutto gli scenari di guerra, presenti purtroppo in diverse regioni nel mondo, sembrano confermarci in uno stato di impotenza. Ma la globalizzazione dell’impotenza nasce da una menzogna, dal credere che questa storia è sempre andata così e non potrà cambiare. Il Vangelo, invece, ci dice che proprio negli sconvolgimenti della storia il Signore viene a salvarci. E noi, comunità cristiana, dobbiamo essere oggi, in mezzo ai poveri, segno vivo di questa salvezza.

La povertà interpella i cristiani, ma interpella anche tutti coloro che nella società hanno ruoli di responsabilità. Esorto perciò i Capi degli Stati e i Responsabili delle Nazioni ad ascoltare il grido dei più poveri. Non ci potrà essere pace senza giustizia e i poveri ce lo ricordano in tanti modi, con il loro migrare come pure con il loro grido tante volte soffocato dal mito del benessere e del progresso che non tiene conto di tutti, e anzi dimentica molte creature lasciandole al loro destino.

Agli operatori della carità, ai tanti volontari, a quanti si occupano di alleviare le condizioni dei più poveri esprimo la mia gratitudine, e nel contempo il mio incoraggiamento ad essere sempre più coscienza critica nella società. Voi sapete bene che la questione dei poveri riconduce all’essenziale della nostra fede, che per noi essi sono la stessa carne di Cristo e non solo una categoria sociologica (cfr Dilexi te, 110). È per questo che «la Chiesa come una madre cammina con coloro che camminano. Dove il mondo vede minacce, lei vede figli: dove si costruiscono muri, lei costruisce ponti» (ivi, 75).

Impegniamoci tutti. Come scrive l’Apostolo Paolo ai cristiani di Tessalonica (cfr 2Ts 3,6-13), nell’attesa del ritorno glorioso del Signore non dobbiamo vivere una vita ripiegata su noi stessi e in un intimismo religioso che si traduce nel disimpegno nei confronti degli altri e della storia. Al contrario, cercare il Regno Dio implica il desiderio di trasformare la convivenza umana in uno spazio di fraternità e di dignità per tutti, nessuno escluso. È sempre dietro l’angolo il pericolo di vivere come dei viaggiatori distratti, noncuranti della meta finale e disinteressati verso quanti condividono con noi il cammino.

In questo Giubileo dei poveri lasciamoci ispirare dalla testimonianza dei Santi e delle Sante che hanno servito Cristo nei più bisognosi e lo hanno seguito nella via della piccolezza e della spogliazione. In particolare, vorrei riproporre la figura di San Benedetto Giuseppe Labre, che con la sua vita di “vagabondo di Dio” ha le caratteristiche per essere patrono di tutti i poveri senzatetto. La Vergine Maria, che nel Magnificat continua a ricordarci le scelte di Dio e si fa voce di chi non ha voce, ci aiuti ad entrare nella nuova logica del Regno, perché nella nostra vita di cristiani sia sempre presente l’amore di Dio che accoglie, perdona, fascia le ferite, consola e risana.

domenica 16 novembre 2025

 

Morto il vescovo friulano Diego Causero, diplomatico vaticano e uomo di cultura

Un’infezione rapida in un fisico debilitato dall’età: se n’è andato nel pomeriggio di venerdì 14 novembre l’arcivescovo friulano Diego Causero, appassionato diplomatico e solerte studioso. Mons. Causero è morto nell’ospedale di Udine, dove si trovava ricoverato dal giorno precedente. Da diversi anni soffriva di difficoltà deambulatorie; viveva a Moimacco, suo paese natale. Il funerale sarà martedì 18 novembre alle 10.30 in duomo a Cividale del Friuli.

I primi anni di sacerdozio e lo studio

Nato nel 1940 a Moimacco, Diego Causero entrò giovanissimo nel Seminario di Udine, ma proseguì gli studi nella Pontificia università Gregoriana di Roma. Proprio a Moimacco Diego Causero fu ordinato sacerdote il 7 aprile 1963 per l’Arcidiocesi udinese dall’allora arcivescovo mons. Giuseppe Zaffonato. Fine studioso, dopo l’ordinazione restò a Roma per specializzarsi in Liturgia, conseguendo il dottorato presso il Pontificio ateneo Sant’Anselmo nel 1966.

In quegli anni “don Diego” rientrava spesso in Friuli e, quando gli impegni accademici glielo consentivano, svolgeva servizio come coadiutore nella Parrocchia di Pasian di Prato.

Il giovane don Causero intuì che il suo servizio alla Chiesa poteva svolgersi nelle relazioni della diplomazia: nel 1969, quindi, iniziò gli studi nella Pontificia accademia ecclesiastica che lo condusse, nel 1973, a entrare a far parte dei servizi diplomatici della Santa Sede.

Una vita a tessere relazioni

Fin da subito il giovane e promettente sacerdote friulano svolse servizio diplomatico come inviato della Santa Sede: lo fu anche nell’Assemblea delle Nazioni unite, nel quadro degli accordi con la stessa Santa Sede. Il suo ministero diplomatico si svolse tra Nigeria, Spagna, Siria, Australia e Albania.

Nel 1992 Papa Giovanni Paolo II nominò Causero arcivescovo, consacrandolo personalmente il 6 gennaio 1993 e assegnandogli la sede titolare di Meta, in Algeria. Mons. Causero iniziò immediatamente il servizio di Nunzio apostolico – l’equivalente diplomatico del grado di ambasciatore, per conto della Santa Sede –, prendendo servizio innanzitutto in Ciad, poi – dal 1993 – in Repubblica Centrafricana e Repubblica del Congo fino al 1996.

Con Giovanni Paolo II in Siria

Dopo una breve pausa dall’incarico di nunziatura, nel 1999 per mons. Causero arrivò la chiamata in Siria, sempre come Nunzio apostolico. In Medio Oriente Causero visse i drammatici anni successivi all’11 settembre e l’inizio del regime di Bashār al-Assad. Nel 2001 fu nominato Arcivescovo titolare della sede di Grado.

Il 6 maggio 2001 mons. Diego Causero fu tra gli organizzatori della storica visita di Giovanni Paolo II in Siria, che ebbe carattere di pellegrinaggio sulle orme di San Paolo. Nel corso di quella memorabile giornata, il pontefice polacco fu il primo Papa a entrare in preghiera nella Grande Moschea degli Omayyadi di Damasco.

 

Mons. Diego Causero con Antonio Zanardi Landi, diplomatici friulani già a servizio della Santa Sede

 

Diplomazia in Europa

Nel 2004 mons. Causero fu trasferito in una nuova nunziatura, stavolta nel cuore del “Vecchio continente”, giungendo in Repubblica Ceca. Nell’est Europa il diplomatico friulano rimase sette anni, fino a quando – nel 2011, fu assegnato alla nunziatura di Svizzera e Liechtenstein.

Nel 2015 mons. Diego Causero lasciò gli incarichi diplomatici per raggiunti limiti di età e rientrò in Friuli.

Il servizio all’Arcidiocesi di Udine

Al termine del suo servizio alla diplomazia vaticana, mons. Causero rientrò in Friuli, in particolare nella “sua” Moimacco, mettendosi a disposizione dell’Arcidiocesi udinese.

Finché la salute glielo ha consentito, mons. Causero era solito celebrare le Messe nella Collaborazione pastorale di Cividale. Non di rado amministrava la Cresima a ragazzi di numerose Parrocchie dell’Arcidiocesi udinese e partecipava a numerose celebrazioni in cui veniva invitato.

L’ultimo saluto terreno

Il funerale sarà martedì 18 novembre alle 10.30 in duomo a Cividale del Friuli.

Festa nella Chiesa udinese per l’ordinazione di due nuovi sacerdoti

 

Festa nella Chiesa udinese per l’ordinazione di due nuovi sacerdoti

Domenica 23 novembre la Chiesa udinese si stringerà in un festoso abbraccio attorno a due suoi figli che saranno ordinati sacerdoti: don Manuel Minciotti, 33 anni, originario di San Daniele e don Luigino Vit, 61 anni, di Faedis.

Grande festa nell’Arcidiocesi di Udine per l’ordinazione sacerdotale di don Manuel Minciotti (nella foto, a sinistra) e don Luigino Vit (a destra nella foto): i due diaconi riceveranno il presbiterato domenica 23 novembre, alle 16, in Cattedrale a Udine, nel corso di una celebrazione presieduta dall’arcivescovo mons. Riccardo Lamba. Peraltro, nello stesso giorno l’Arcidiocesi di Udine vive la sua Giornata del Seminario e la contemporanea Giornata diocesana della gioventù: un felice incrocio di occasioni per accompagnare don Minciotti e don Vit, oltre che per sostenere con la preghiera la nascita di nuove vocazioni al sacerdozio.

La Santa Messa con le ordinazioni sacerdotali sarà trasmessa in diretta su Radio Spazio.

🔽 Locandina dell’ordinazione presbiterale

 Foto ufficiale dei due ordinandi presbiteri con l’Arcivescovo

 

Don Manuel Minciotti, giovane prete dal Friuli collinare

Nato nel 1992 a San Daniele del Friuli, Manuel Minciotti ha maturato la sua vocazione prestando servizio nella Parrocchia della cittadina collinare e unendovi anche esperienze diverse (per esempio con l’UNITALSI). Già studente di matematica all’Università di Udine, ha intrapreso successivamente il percorso di discernimento e di studi nel Seminario di Castellerio giungendo al diaconato lo scorso 22 febbraio. Dopo alcuni anni tirocinio pastorale nella Parrocchia udinese di San Pio X, attualmente svolge servizio nella Parrocchia di San Marco e nella vicina Parrocchia della Beata Vergine di Fatima, sempre in città a Udine.

Don Manuel Minciotti presiederà le sue prime Sante Messe domenica 30 novembre alle 10.30 nel duomo di San Daniele, domenica 7 dicembre alle 10 a San Marco (Udine), lunedì 8 dicembre alle 11.30 nella Parrocchia della B.V. di Fatima e, infine, domenica 14 dicembre alle 11.30 a San Pio X.

 

Don Luigino Vit, il sacerdozio dopo un lungo diaconato

Diversa è la storia di Luigino Vit: nato nel 1964 in una famiglia udinese, dopo la morte del padre si trasferisce ancora bambino a Faedis, dove cresce e presta servizio in Parrocchia alle spalle dello zio, parroco del paese. Frequenta studi magistrali e inizia un lungo lavoro come educatore accanto a giovani in situazioni di disagio psico-sociale o con tossicodipendenza. Iniziati anche gli studi di teologia, nel 2013 Vit viene ordinato diacono. Da allora ha svolto servizio a Fagagna, a Muzzana del Turgnano e nella Collaborazione pastorale di Torviscosa, conciliando il servizio pastorale con il lavoro di educatore.

Dopo l’ordinazione sacerdotale del prossimo 23 novembre, le prime Sante Messe presiedute da don Luigino Vit saranno celebrate domenica 30 novembre alle 11 Faedis, domenica 7 dicembre alle 11 a Fagagna e lunedì 8 dicembre, sempre alle 11, a Tricesimo.

sabato 15 novembre 2025

Mezza maratona di Palmanova, di corsa con atleti di 24 nazioni


Palmanova lancia il conto alla rovescia per la 23^ edizione della mezza maratona. Domenica 23 novembre si rinnova l’appuntamento con la gara sui tradizionali 21,097 km che scatterà e arriverà in Piazza Grande, cuore della celebre città stellata, nel 2017 dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco. Per Palmanova si annuncia un evento da record: a nove giorni dall’evento, le iscrizioni (aperte sino al 19 novembre sul portale Endu.net) hanno già raggiunto quota 2.200, con atleti che arriveranno da diverse regioni d’Italia (14, isole comprese) e da ben 24 nazioni. Sarà straniero un partecipante su quattro. Per correre a Palmanova giungeranno anche dal Brasile e dal Sudafrica, dagli Stati Uniti e da diversi Paesi europei (Austria e Slovenia in primis). Oltre mille gli iscritti dal Friuli-Venezia Giulia, con la provincia di Udine – 610 partecipanti – a recitare la parte del leone. Curiosità: il 30% degli iscritti è rappresentato da donne. Un sottile, simbolico filo rosa collegherà dunque i 21,097 km di gara. Numeri di grande impatto per quella che da diversi anni è la mezza maratona più frequentata del Friuli-Venezia Giulia e, anche nel 2024 (1.747 classificati nelle 3 ore del tempo massimo), ha trovato un posto tra le venti gare più partecipate d’Italia. Organizzata da Eventi Sportivi Palmanova Asd, la Mezza Maratona “Città di Palmanova” – presentata ufficialmente ieri sera nel Salone d’Onore del Palazzo Municipale – sarà anche quest’anno aperta ai pattinatori, coinvolti e coordinati dalla società Roller Evolution. La loro partenza avverrà alcuni minuti prima di quella dei runners, prevista alle 10. I pattinatori faranno poi passerella (senza finalità agonistiche) sullo stesso percorso dei podisti.

 

TOP RUNNERS – Si cercano gli eredi del burundese Jean-Marie Vianney Niyomukiza e dell’etiope Betselot Andualem Tadesse, primi nel 2024 rispettivamente in 1h03’29” e 1h13’24”. Nella gara maschile, riflettori puntati sul ruandese John Hakizimana (1h01’35” di record personale, Arezzo 2022), reduce dalla vittoria nella maratona di Ravenna in 2h10’47” (2h08’18” di primato sulla distanza regina, ottenuto con il terzo posto di Milano nel 2023) e sul keniano Vincent Momanyi, quest’anno sceso a 1h02’30” a Telese Terme e già primo, in stagione, nelle mezze maratone di Trieste, Bibione, Udine e, appunto, Telese Terme. La pattuglia keniana sarà completata da Enos Kakopil (1h00’17”, Kobenhavn 2021), Ishmael Kalale (1h00’47”, Lisbona 2018), Rodgers Maiyo (1h01’56”, Arezzo 2015) e James Mburugu (1h01’23”, Lugano 2021). Sul versante italiano, occhio ad Abdoullah Bamoussa, azzurro nei 3000 siepi all’Olimpiade di Rio 2016 e ai Mondiali di Londra 2017, reduce dalla vittoria in solitaria alla Portogruaro Half Marathon, e agli emergenti Daniele Farronato e Mihail Sirbu, scesi rispettivamente a 1h04’00” e 1’04’35” ai recenti Tricolori di Cremona. La keniana Purity Kajuju Gitonga è la favorita della gara femminile: ha un personale di 1h08’52” (Bilbao 2024) e lo scorso inverno è giunta ottava nei 3000 metri ai Mondiali indoor di Nanchino, confermandosi anche ottima pistard. E’ la sorella gemella di quella Caroline Makandi Gitonga che domenica scorsa, a Ravenna, ha corso in 1h06’26”, stabilendo la miglior prestazione femminile di sempre sul suolo italiano. Da seguire poi il ritorno delle etiopi Asmerawork Bekele Wolkeba (1h12’10”, Vinovo 2022) e Tenaw Betelhem Derbush (1h13’05”, Vittorio Veneto 2025), rispettivamente quinta e terza a Palmanova nella passata stagione. Mentre il tifo degli appassionati friulani non mancherà di sostenere la 39enne pordenonese Marina Paveglio, scesa a 1h23’51” alla recente Portogruaro Half Marathon, dov’è stata seconda alle spalle di Wolkeba. I record da battere? 1h01’12” per gli uomini e 1h11’39” per le donne. Entrambi sembrano a rischio.

 

PERCORSO – L’edizione 2025 della Mezza Maratona “Città di Palmanova” si svilupperà sul percorso che ha accompagnato la crescita dell’evento per 20 delle 22 edizioni sin qui disputate. La scenografica Piazza Grande, cuore di Palmanova, con l’originale pianta esagonale e gli importanti edifici storici che vi si affacciano, ospiterà partenza e arrivo della gara. Gli atleti lasceranno la città uscendo da Porta Udine e vi rientreranno, nel finale di gara, transitando per Porta Cividale. Dopo l’uscita da Palmanova gli atleti arriveranno a Sottoselva. Al quinto chilometro è previsto il passaggio per l’antico borgo di Clauiano. Il percorso si svilupperà poi verso Santa Maria la Longa, Merlara, Melarolo e Trivignano Udinese. Al quindicesimo chilometro, nuovo passaggio per Clauiano, da lì il ritorno nel territorio comunale di Palmanova, attraversando Ialmicco e nuovamente Sottoselva, prima di rientrare in città da Porta Cividale. È il percorso storico della Mezza Maratona “Città di Palmanova”, dove si è corso per tanti anni a partire dall’edizione inaugurale del 2003. Una sorta di anello allungato, interamente asfaltato e senza variazioni di pendenza: l’ideale per prestazioni cronometriche di rilievo. Il tracciato, rimisurato poche settimane fa in seguito ad una variazione intervenuta nella viabilità stradale, ha anche ottenuto il certificato di omologazione internazionale rilasciato da World Athletics.

 

SWEET TEAM AL VIA – Alla mezza maratona di Palmanova sarà presente anche lo Sweet Team Aniad Fvg, associazione dedita alla divulgazione di informazioni sul diabete attraverso la pratica sportiva: 18 atleti affetti da diabete parteciperanno alla gara, assistiti da una équipe di dietisti e diabetologi. Lo slogan che li accompagnerà? “Il diabete teme chi fa sport”.

 

RIANIMATORI DI CORSA – Tra gli iscritti alla mezza maratona di Palmanova c’è anche il BLS-RUN Team “…rianimatorINcorsa”, una squadra di podisti abilitati a svolgere manovre di rianimazione cardiopolmonare e defibrillazione precoce. Il team, distinguibile per la caratteristica maglia arancione, sarà composto da otto atleti: Erica Securo, Aurelio La Grasta, Sabato “Tino” Cerchia, Elena Fabiani, Erica Beltrame, Riccardo Della Rosa, Stefano Marcello Burlon e Gianni Stelitano, l’atleta di Codroipo che alcuni anni fa ha avuto l’idea di creare la squadra di soccorritori pronta ad intervenire, dall’interno della corsa, nel caso di particolari problematiche sanitarie.

 

EVENTI COLLATERALI – Per la manifestazione organizzata da Eventi Sportivi Palmanova Asd si annuncia un vero e proprio festival della corsa declinato in vari eventi che si svilupperanno lungo l’intero weekend, da venerdì 21 a domenica 23 novembre. L’obiettivo? Coinvolgere anche chi non partecipa direttamente alla mezza maratona, familiari e accompagnatori. Venerdì 21 novembre apertura con la Staffetta delle Scuole, che coinvolgerà i ragazzi degli istituti medi e superiori. E domenica 23 novembre, subito dopo lo start della mezza maratona, da Piazza Grande scatterà “Corriamo contro la violenza sulle donne”, una marcia non competitiva aperta a tutti che ogni anno raccoglie diverse centinaia di partecipanti. Non solo: Piazza Grande, dove gli atleti convergeranno per ritirare il pacco gara e il pettorale, sabato 22 novembre ospiterà, all’interno di un tendone riscaldato, una novità assoluta, il Running Dance Party, una serata di ballo e divertimento all’insegna della musica degli anni ’80, ’90 e 2000, con dj set di Massimo Rossini e intervento del vocalist Igor Pezzi. Il sipario di chiusura della domenica sarà invece costituito dal tradizionale e sempre apprezzato Pasta Party. Il conto alla rovescia può partire.

XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C 16 Novembre 2025

 domenica 16 Novembre 2025

Messa del Giorno

XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C

Colore Liturgico verde


Antifona

Dice il Signore:
«Io ho progetti di pace e non di sventura.
Voi mi invocherete e io vi esaudirò:
vi radunerò da tutte le nazioni dove vi ho disperso». (Cf. Ger 29,11-12.14)

Si dice il Gloria.

Colletta


O Dio, principio e fine di tutte le cose,
che raduni l’umanità nel tempio vivo del tuo Figlio,
donaci di tenere salda la speranza del tuo regno,
perché perseverando nella fede
possiamo gustare la pienezza della vita.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.

 

Prima Lettura

Sorgerà per voi il sole di giustizia.

Dal libro del profeta Malachìa
Ml 3,19-20a

 
Ecco: sta per venire il giorno rovente come un forno.
Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno, venendo, li brucerà – dice il Signore degli eserciti – fino a non lasciar loro né radice né germoglio.
Per voi, che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia.

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale

Dal Sal 97 (98)

R. Il Signore giudicherà il mondo con giustizia.

Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore. R.
 
Risuoni il mare e quanto racchiude,
il mondo e i suoi abitanti.
I fiumi battano le mani,
esultino insieme le montagne
davanti al Signore che viene a giudicare la terra. R.
 
Giudicherà il mondo con giustizia
e i popoli con rettitudine. R.
 

Seconda Lettura

Chi non vuole lavorare, neppure mangi.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési
2Ts 3,7-12
 
Fratelli, sapete in che modo dovete prenderci a modello: noi infatti non siamo rimasti oziosi in mezzo a voi, né abbiamo mangiato gratuitamente il pane di alcuno, ma abbiamo lavorato duramente, notte e giorno, per non essere di peso ad alcuno di voi.
Non che non ne avessimo diritto, ma per darci a voi come modello da imitare. E infatti quando eravamo presso di voi, vi abbiamo sempre dato questa regola: chi non vuole lavorare, neppure mangi.
Sentiamo infatti che alcuni fra voi vivono una vita disordinata, senza fare nulla e sempre in agitazione. A questi tali, esortandoli nel Signore Gesù Cristo, ordiniamo di guadagnarsi il pane lavorando con tranquillità.

Parola di Dio.
 

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

Risollevatevi e alzate il capo,
perché la vostra liberazione è vicina. (Lc 21,28)

Alleluia.

Vangelo

Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 21,5-19
 
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

Parola del Signore.

venerdì 14 novembre 2025

Vatican News del 14 novembre 2025

 

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La presentazione del Rapporto a Roma
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Presentato a Roma il Rapporto 2025 "Fuori campo. Lo sguardo della prossimità" con focus su violenza contro le donne e sulla pratica dell’azzardo. Don Marco ... 

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Monsignor Piero Coda, segretario della Commissione teologica, spiega che la teologia, davanti al fenomeno dell’affermarsi dell’impiego dell’IA, è chiamata in ...

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

OMELIA DEL SANTO PADRE LEONE XIV NELLA MESSA PER LA GIORNATA DEL POVERO

  OMELIA DEL SANTO PADRE LEONE XIV Basilica di San Pietro XXXIII Domenica del Tempo Ordinario, 16 novembre 2025 [ Multimedia ] _____________...