Un appello che papa Ratzinger non ha pronunciato per la prima volta, ma che ha ripetuto con forza e che giunge all'indomani di un convegno dell'Azione cattolica durante il quale il segretario generale della Cei, mons.Mariano Crociata, ha usato parole più esplicite per esprimere gli stessi concetti.
"Non abbiate paura di vivere e testimoniare la fede nei vari ambiti della società", ha detto il Papa, ricordando, non a caso, i pionieri viterbesi dell'Azione cattolica. "Si succedono le stagioni della storia, cambiano i contesti sociali - ha aggiunto - e non passa di moda la vocazione dei cristiani a vivere il Vangelo in solidarietà con la famiglia umana, al passo con i tempi. Ecco l'impegno sociale - ha concluso - ecco
il servizio proprio dell'azione politica, ecco lo sviluppo umano integrale".
Benedetto XVI è arrivato a Viterbo, per la sua sedicesima visita pastorale in Italia, intorno alle 9 ed è stato accolto dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta con il quale si è intrattenuto per pochi minuti al termine della messa. Dopo aver attraversato la città in papamobile ha
benedetto le nuove porte di bronzo della Cattedrale e ha visitato con il vescovo mons. Lorenzo Chiarinelli la sala del Conclave nel palazzo dei Papi. Ha poi celebrato la messa nello spiazzo della Valle di Faul, alle spalle del palazzo, di fronte a quasi 20.000 persone.
Nel corso dell'omelia, il pontefice ha anche invocato una "umanità nuova", "senza discriminazioni ed esclusioni" e ha affermato che "il deserto più profondo è il cuore umano", una "terra arida" che la presenza di Dio può tuttavia irrigare di "nuova linfa".
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Il Papa: «Cristiani in politica
seguendo il Vangelo»
Dopo 25 anni, un Papa torna a visitare la “Città dei Papi”. Benedetto XVI è a Viterbo: una giornata sulle orme di Santa Rosa e di San Bonaventura. E’ il sedicesimo viaggio apostolico in Italia di Benedetto XVI. Il 3 settembre Viterbo ricorda sempre la traslazione della salma di Santa Rosa, morta a 18 anni.
Da oltre 750 anni i viterbesi ricordano questo evento trasportando la statua della santa, su un baldacchino, che assunse nei secoli dimensioni sempre più colossali fino al modello attuale della “Macchina”. Per Joseph Ratzinger, a Viterbo si tratta di un ritorno perchè, il 18 novembre 1982, il cardinale teologo visitò, seppure brevemente, la città per recarsi al Santuario della Madonna della Quercia, distante due km dal centro viterbese. Nel famoso santuario mariano il cardinale Ratzinger celebrò la messa e poi tenne una conferenza per 150 sacerdoti diocesani nel teatro parrocchiale.
Al suo arrivo il Papa è stato accolto dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta: si tratta del primo incontro tra i due dopo il caso delle dimissioni del direttore di “Avvenire” Dino Boffo.
«I cristiani si impegnino in politica seguendo il Vangelo»
Fa parte della vocazione cristiana dei laici credenti prendere parte alla vita sociale, vivere il Vangelo in solidarietà con la famiglia umana e in questo modo partecipare all’azione politica. È quanto ha detto questa mattina Benedetto XVI nel corso della messa celebrata a Viterbo nella spianata di Valle Faul.
Il Papa ha esortato «fedeli laici, giovani e famiglie» a non aver «paura di testimoniare la fede nei vari ambiti della società, nelle molteplici situazioni dell’esistenza umana». Benedetto XVI ha poi spronato i cristiani a impegnarsi in politica e a vivere il Vangelo «in solidarietà con la famiglia umana, al passo con i tempi», perché «si succedono le stagioni della storia, cambiano i contesti sociali, ma non muta e non passa di moda la vocazione dei cristiani a vivere il Vangelo».
VISITA PASTORALE MOLTO ATTESA DOPO IL «CASO BOFFO»
Benedetto XVI a Viterbo:«I cristiani si impegnino in politica seguendo Vangelo»
Al termine dell'Angelus, incontro con Gianni Letta che assicura: «Rapporti tra Italia e Santa Sede sono saldi»
ROMA - Fa parte della vocazione cristiana dei laici credenti prendere parte alla vita sociale, vivere il Vangelo in solidarietà con la famiglia umana e partecipare all'azione politica. È quanto ha detto Benedetto XVI durante la messa celebrata a Viterbo, di fronte a 20 mila fedeli raccolti nella spianata di Valle Faul. In prima fila, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta -«gentiluomo di Sua Santità» e braccio destro di Berlusconi - che segue il Pontefice in questa visita pastorale molto attesa dopo le tensioni che hanno seguito l'attacco del «Giornale» al direttore di «Avvenire» Dino Boffo, poi dimessosi. Al termine della celebrazione eucaristica, Letta ha fatto visita al papa all'interno della piccola sacrestia bianca allestita dietro l'altare. Un incontro durato un paio di minuti al termine del quale, il sottosegretario ha detto che «i rapporti tra Italia e Santa Sede sono saldi. Il mio sorriso dice tutto, sono felice e sereno». E alla domanda dei giornalisti se fosse preoccupato ha risposto «no, anche se come dice cardinal Ruini, bisogna sempre lavorare affinché questi rapporti siano ulteriormente rafforzati». Il papa a Viterbo (foto Reuters)
NON ABBIATE PAURA - Nell'omelia, Ratzinger ha ripetuto l'esortazione «Non abbiate paura!» che aprì il Pontificato di Giovanni Paolo II. «Fedeli laici, giovani e famiglie - ha detto - non abbiate paura di vivere e testimoniare la fede nei vari ambiti della società. Si succedono le stagioni della storia, cambiano i contesti sociali, ma non muta la vocazione dei cristiani a vivere il Vangelo. Ecco l'impegno sociale, ecco il servizio proprio dell'azione politica, ecco lo sviluppo umano integrale». Non è stato questo l'unico accenno alla politica: una preghiera dei fedeli, letta durante la messa celebrata a Viterbo, era rivolta alle « autorità civili», affinchè «senza favoritismi personali cerchino il bene di tutti e promuovano la civiltà dell'amore e il riconoscimento delle nostre radici cristiane». Gianni Letta alla fine della messa (Eidon)
L'INVITO AL DIALOGO - Un invito a vincere l’egoismo e l’indifferenza per dare vita a «una nuova umanità dell’ascolto e della parola, del dialogo, della comunicazione, della comunione». Insomma un'umanità «buona, come buona è tutta la creazione di Dio, senza discriminazioni, senza esclusioni». Papa Benedetto XVI lancia un appello all'unità nel corso della solenne messa celebrata nella Valle Faul a Viterbo. «Il deserto più profondo è il cuore umano - ha aggiunto nella sua omelia - quando perde la capacità di ascoltare, di parlare, di comunicare con Dio e con gli altri». Senza dialogo, «si diventa allora ciechi perchè incapaci di vedere la realtà; si chiudono gli orecchi per non ascoltare il grido di chi implora aiuto; si indurisce il cuore nell'indifferenza e nell'egoismo». Il Papa vestito in verde durante la funzione (foto Reuters)
NON DIMENTICARE LA SHOAH - «Non possiamo non ricordare - ha detto il Papa alla fine dell'Angelus -i drammatici fatti che diedero inizio ad uno dei più terribili conflitti della storia che ha causato decine di milioni di morti e ha provocato tante sofferenze all'amato popolo polacco; un conflitto che ha visto la tragedia dell'Olocausto e lo sterminio di altre schiere di innocenti». Benedetto XVI ha chiesto oggi ai 20 mila fedeli presenti a Viterbo di unirsi spiritualmente ai leader di diverse religioni riuniti a Cracovia dalla Comunità di Sant'Egidio «per riflettere e pregare in favore della pace, a 70 anni dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale». «E' importante - aggiunge - l'apporto che le religioni possono e devono dare nel promuovere il perdono e la riconciliazione contro la violenza, il razzismo, il totalitarismo e l'estremismo». Un altro momento della funzione (foto Reuters)
LA GIORNATA - Il Papa, che ha celebrato la messa con i paramenti verdi, non ha distribuito le ostie per colpa della frattura al polso in luglio. È stato sostituito dal cardinale vicario di Roma, Agostino Vallini. La giornata del Pontefice a Viterbo è densa di appuntamenti. Al termine della celebrazione nella Valle Faul, Benedetto XVI ha raggiunto il Santuario di Santa Rosa per venerare il corpo. Ratzinger si è poi fermato davanti alla Macchina di Santa Rosa, «Fiori del cielo». Durante l’offertorio, alla messa, il Papa ha anche salutato due facchini in rappresentanza degli oltre cento uomini che trasportano la Macchina.
VITERBO CITTA' DEI PAPI - Otto secoli fa Viterbo fu sede papale in un periodo storico carico di tensioni per le lotte tra guelfi e ghibellini. Per l'arrivo di Benedetto XVI lungo le strette vie del centro di Viterbo le bandiere bianche e gialle hanno adornato i palazzi che sono di grande valore artistico e religioso e ricordano che questa è la «Città dei Papi», sede del primo Conclave della storia che nel 1271, dopo 33 mesi di sede vacante, portò all'elezione del Beato Gregorio X. Altri cinque Pontefici vi furono poi eletti, di cui quattro sono qui sepolti. Un altro record è segnato dal pontificato più breve della storia: il 5 settembre 1276 venne eletto Gregorio XI ma morì poche ore dopo la fumata bianca, senza nemmeno essere incoronato, tanto che non è stato mai inserito nell'elenco ufficiale dei sommi pontefici di Roma. Il nome di Gregorio XI fu poi assunto da Pietro Roger di Beaufort, eletto papa nel conclave di Avignone il 30 dicembre del 1370.
LA MACCHINA DI SANTA ROSA - Il trasporto della Macchina di Santa Rosa è avvenuto venerdì notte: «Fiori del Cielo» è stata adagiata sui cavalletti davanti alla basilica dedicata alla patrona di Viterbo e domenica sarà mostrata a papa Benedetto XVI . Una tradizione che si ripete ogni anno quello del nuovo «campanile che cammina», come definì la Macchina nel 1936 lo scrittore Orio Vergani, all'epoca inviato del Corriere della Sera. Al trasporto hanno assistito oltre 40mila persone, assiepate lungo il percorso che si snoda per le vie del centro storico. La Macchina rimarrà esposta per alcuni giorni sul sacrato della basilica di Santa Rosa. Il campanile (Ansa)
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