Mercoledì 23 febbraio 2011
pubblicata da Sete di Parola il giorno martedì 22 febbraio 2011 alle ore 23.42
Dal Vangelo secondo Marco 9,38-40
Chi non è contro di noi è per noi.
In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi».
SPUNTI DI RIFLESSIONE (Eremo San Biagio)
È Giovanni (detto "figlio del tuono"!) a farsi portavoce presso Gesù di una presa di posizione degli apostoli: netta e perentoria, circa un tale che, pur non essendo del loro gruppo, pretendeva di scacciare i demoni nel nome di Gesù. Ma il Figlio di Dio non è affatto dello stesso parere. "Non glielo impedite" comanda. Se qualcuno infatti cerca il bene operando unito alla potenza del Signore, non è certo un avversario di Gesù e del suo cercare, sempre e in tutto, la gloria di Dio e la salvezza degli uomini. È una grande lezione, sempre attuale. Per noi che siamo cristiani e cattolici è consolante vivere la certezza di appartenere a Cristo, anche tramite la sua Chiesa. Attenzione però! Essere di Cristo, non significa avere il monopolio di lui e della verità. Guai alle meschine vedute e agli orticelli chiusi! Guai agli anatemi nel nome di un Dio che non è questo del Vangelo. I Padri della Chiesa hanno parlato di "semi del Verbo" disseminati anche in altri ambiti che non sono quelli del cristianesimo. "Dov'è lo Spirito di Dio ivi è libertà" di ispirare il bene a persone che sono certo in comunione con Gesù, anche se nessuno – a volte – lo ha fatto loro conoscere. È il loro cuore, la loro coscienza che li dichiara di Dio o no. “Chi non è contro di noi, è per noi.” Per capire il senso di questo aforisma di Gesù è indispensabile coglierne il senso, nel suo preciso contesto. L'apostolo Giovanni, l'irruente figlio di Zebedeo, esprime il suo risentimento dicendo: "Maestro, abbiamo visto uno che scacciava i demoni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato, perché non era dei nostri". Gesù risponde: "Non glielo proibite perché non c'è nessuno che compia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlar male di me". Giovanni rivendica il monopolio dell'attività liberatrice di quanti seguono il Signore. Gesù, invece, non solo corregge quel modo miope, chiuso e immaturo di pensare e di agire, ma spalanca orizzonti che, oggi, si potrebbero dire ecumenici e interreligiosi. Quelli infatti che compiono opere di vera liberazione dell'uomo, che lo aiutano a realizzarsi nella propria dimensione umano-divina, lo sappiano o no, compiono queste opere "nel nome" di Gesù, ossia in forza della sua divina potenza di guarigione e liberazione dal male. Gesù non invita dunque solo alla tolleranza (che è già un grande valore umano), ma alla convinzione che il bene, per qualsiasi canale passi, viene da Dio ed è degno del nostro compiacimento, del nostro consenso e, quando si può, della nostra collaborazione.
PER LA PREGHIERA (Lucien Jerphagnon)
Mio Dio, com'è duro aver torto!
E accettarlo così; senza cercare scuse,
senza cercare di fuggire
questo peso dell'atto compiuto,
senza cercare di addossarlo ad altri,
o alla società, o al caso,
o alla cattiva sorte. Senza cercare dieci ragioni valide,
dieci spiegazioni prolisse per provare agli altri,
e soprattutto a se stessi, che sono le cose che hanno torto,
e che il mondo è fatto male. Com'è duro accettare di aver torto! Senza adirarmi perché nella mia autodifesa
m'intrappolo sempre più,
portando argomenti che non reggono.
Senza voler ad ogni costo
essere infallibile, impeccabile;
e che ancora? Signore, liberami
dalla paura dinanzi alla colpa
di cui debbo portare le conseguenze.
Filippesi 1,4 ... e sempre, in ogni mia preghiera per tutti voi, prego con gioia...
mercoledì 23 febbraio 2011
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