collegamento orari cp

mercoledì 2 settembre 2015

A ridere è la bocca/ Mai più la guerra

◊  
Una famiglia che vive i propri legami alla luce del Vangelo, con un amore capace di generosità anche all’esterno, “riporta la speranza sulla terra”. È la convinzione di Papa Francesco espressa durante la catechesi dell’udienza generale in Piazza San Pietro, dedicata al rapporto tra la famiglia e la testimonianza della fede. Il servizio di Alessandro De Carolis: 
Un deserto urbano, dove ci si diverte tanto ma dove a ridere è la bocca più che gli occhi. E all’interno del deserto, la famiglia, l’oasi che può irrigare con l’amore di Dio, riumanizzandoli, i rapporti fra gli abitanti di questi “grattacieli senza vita”.
Famiglie trasformate 
È inesauribile la capacità del Papa di cogliere sostanza e sfumature della vita di una famiglia cristiana, offrendola come cuore di un mondo migliore. Stavolta, oggetto della riflessione è la capacità di “trasmettere la fede”. Francesco parte dall’interno di un nucleo familiare che vive di Vangelo e ne mette in rilievo forza e novità:
“Questi stessi legami familiari, all’interno dell’esperienza della fede e dell’amore di Dio, vengono trasformati, vengono ‘riempiti’ di un senso più grande e diventano capaci di andare oltre sé stessi, per creare una paternità e una maternità più ampie, e per accogliere come fratelli e sorelle anche coloro che sono ai margini di ogni legame”.
La grammatica degli affetti
La vita di famiglia, osserva, insegna la “grammatica” degli affetti, che altrimenti, dice, “è ben difficile impararla”. E questo linguaggio è lo stesso attraverso il quale "Dio si fa comprendere da tutti":
“L’invito a mettere i legami famigliari nell’ambito dell’obbedienza della fede e dell’alleanza con il Signore non li mortifica; al contrario, li protegge, li svincola dall’egoismo, li custodisce dal degrado, li porta in salvo per la vita che non muore. La circolazione di uno stile famigliare nelle relazioni umane è una benedizione per i popoli: riporta la speranza sulla terra”.
Un cuore grande, casa per tutti
E questa speranza, prosegue il Papa, ha tante facce quanti sono i gesti di generosità di cui sono capaci mamme e papà che considerano di famiglia anche chi vive fuori della porta della loro casa:
“Un solo sorriso miracolosamente strappato alla disperazione di un bambino abbandonato, che ricomincia a vivere, ci spiega l’agire di Dio nel mondo più di mille trattati teologici. Un solo uomo e una sola donna, capaci di rischiare e di sacrificarsi per un figlio d’altri, e non solo per il proprio, ci spiegano cose dell’amore che molti scienziati non comprendono più”.
Una diversa musica
Per Francesco, “la famiglia che risponde alla chiamata di Gesù riconsegna la regìa del mondo all’alleanza dell’uomo e della donna con Dio”. Pensate, suggerisce, se a questa alleanza venisse finalmente consegnato "il timone della storia", in ogni ambito sociale, e ogni decisione fosse assunta con "lo sguardo rivolto alla generazione che viene":
"I temi della terra e della casa, dell’economia e del lavoro, suonerebbero una musica molto diversa! Se ridaremo protagonismo – a partire dalla Chiesa – alla famiglia che ascolta la parola di Dio e la mette in pratica, diventeremo come il vino buono delle nozze di Cana, fermenteremo come il lievito di Dio!".
Il sorriso di una famiglia vince la desertificazione delle città
Ed ecco, conclude Francesco, il lievito che riporta la vita nella Babele "della civiltà moderna”, dove ci si diverte tanto ma il cuore è spesso in esilio:
"Le nostre città sono diventate destertificate per mancanza d’amore, per mancanza di sorriso. Tanti divertimenti, tante cose per perdere tempo, per far ridere, ma l’amore manca. Il sorriso di una famiglia è capace di vincere questa desertificazione delle nostre città. E questa è la vittoria dell’amore della famiglia. Nessuna ingegneria economica e politica è in grado di sostituire questo apporto delle famiglie”.
inizio pagina
◊  
“Mai più la guerra”, è l’appello rilanciato stamani dal Papa al termine dell’udienza generale, ricordando la fine della Seconda Guerra mondiale con l’atto di resa del Giappone, firmato nella Baia di Tokyo il 2 settembre 1945. Il servizio di Roberta Gisotti
“Il mondo di oggi non abbia più a sperimentare gli orrori e le spaventose sofferenze di simili tragedie”.
Francesco prende atto delle tante guerre che l’umanità ancora sperimenta e che rendono questo appello di dolorosa attualità:
“Questo è anche il permanente anelito dei popoli, in particolare di quelli che sono vittime dei vari sanguinosi conflitti in corso. Le minoranze perseguitate, i cristiani perseguitati, la follia della distruzione, e poi quelli che fabbricano e trafficano le armi, armi insanguinate, arme bagnate del sangue di tanti innocenti. 
Quindi, il “grido accorato”:
“Mai più la guerra!”
Un tema tabù quello delle armi, strumento di morte in ogni guerra, come osserva don Renato Sacco, coordinatore nazionale di Pax Christi, Movimento cattolico internazionale per la pace:
R. – Bisogna riconoscere che Papa Francesco ci mette inquietudine, non ci lascia tranquilli… Ci ricorda in tutte le occasioni che ci sono tragedie, che la guerra poi si fa con le armi e che si è responsabili nel produrle. Se guardiamo a questo mondo – il Medio Oriente, l’Iraq, la Siria, il Nord Africa, l’Africa centrale, e potremmo andare avanti – ci rendiamo conto che le armi sono l’anima perversa che permette le guerre: queste ultime rappresentano poi le fabbriche dei profughi che scappano da noi. E quindi, il Papa sveglia le coscienze – dobbiamo ringraziarlo di questo – e ci chiede di continuare ad impegnarci di più su questo tema.
D. – In genere, si parla di "corsa" al riarmo e di "piccoli passi" sulla via del disarmo. A che punto siamo nell’agenda internazionale dei Paesi grandi produttori e anche dei Paesi acquirenti di armi?
R. – Forse, a parole, sembra che si facciano tante cose… I fatti, invece, sono che le armi sono un grande business! Pensiamo all’Italia: siamo grandi esportatori di armi e le vendiamo a Paesi in guerra. Le abbiamo vendute alla Siria, a Israele, all’Arabia Saudita che le usa per bombardare lo Yemen. E sappiamo come l’Arabia Saudita sia molto legata al sedicente Stato islamico… E quindi abbiamo le nostre responsabilità, assieme ad altri Paesi: i grandi interessi delle armi sono quelli che muovono l’economia e la geografia mondiale. Non ci sono i soldi per la vita, a volte per gli ospedali, per le scuole o per i lavoratori, mentre ci sono, in Italia e nel mondo, tanti ma tanti soldi per le armi...
D. – Il Papa ricorda le minoranze perseguitate: tra queste, i cristiani in tante parti del mondo in fuga dalle guerre, guerre che appunto permettiamo…
R. – Io sono stato come Pax Christi, e anche io personalmente, moltissime volte nel nord dell’Iraq, e in questi Paesi di cui si parla – Erbil, Mosul, Qaraqosh, Qaramless – da dove i cristiani fuggono. Conosco benissimo questi luoghi: per me, quella tragedia nel nord dell’Iraq ha il volto di tanti amici… Però, davvero, abbiamo guardato dall’altra parte, abbiamo ignorato per tanti anni. Poi, abbiamo venduto armi anche lì e oggi le minoranze cristiane, e anche gli yazidi, stanno vivendo un inferno sulla terra. Il non guardare, o l’abituarci a questo, credo sia una grande tragedia. Pensiamo anche a tutti i rapiti – uno per tutti padre Dall’Oglio – ma vorrei anche ricordare la situazione della Palestina, dei cristiani in Palestina, e non solo. In questi giorni, il progetto del Muro, che tocca la comunità di Cremisan, dovrebbe svegliare le nostre coscienze, quelle delle nostre parrocchie e di noi parroci, e portarci a dire: “Ma la nostra pastorale tiene conto di questa situazione? Le nostre catechesi – come fa Papa Francesco – tengono conto delle tragedie di questi nostri fratelli dimenticati, oppressi e vittime di guerre, di tragedie o di epurazione etnico-religiosa?” Forse la risposta è "no", e Papa Francesco ci tira la "giacchetta" su questo.

Nessun commento:

Posta un commento

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo 24 novembre 2024

  XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo Grado della Celebrazione: SOLENNITA' Color...