domenica 27 ottobre 2013

Il Pubblicano e il Fariseo


Sulla Tua Parola - Lc 18,9-14
76 - Con il Vangelo in mano sul lago di Tiberiade - condotto da padre Giuseppe De Nardi, parroco di Tiberiade.

1 commento:

  1. Il fariseo era rigido nel corpo e nello spirito, il pubblicano flesso nella postura corporale e nell’anima. Il fariseo parlava a se, il pubblicano a Dio. Il Dio del fariseo era interno, quello del pubblicano esterno. Il fariseo pensava di possedere Dio, il pubblicano no. Il criterio di giudizio del fariseo era se stesso, quello del pubblicano era Dio. Il fariseo giudicava gli altri in generale e nel particolare il pubblicano, il pubblicano esaminava se stesso. Il fariseo stava nei primi posti, il pubblicano negli ultimi. Il fariseo elencava meriti inesistenti, il pubblicano si riconosceva peccatore. Il fariseo si esaltava, il pubblicano si umiliava. Il fariseo non tornò giustificato, il pubblicano sì. Entrambi tornarono a casa con convinzioni errate: il fariseo di essere a posto, il pubblicano di non aver ottenuto il perdono. Ambedue ottengono quello che chiedono: il fariseo è confermato nella diversità rispetto al pubblicano, (qui risiede l’aspetto ricorsivo), l’esattore delle tasse è perdonato delle proprie colpe. Cfr. ebook. di Ravecca Massimo. Tre uomini un volto: Gesù, Leonardo e Michelangelo. Grazie.

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Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

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