collegamento orari cp

domenica 21 dicembre 2008

Commento alla parola 21 dicembre 2008- Quarta settimana d'Avvento


Un sì al Dio fedele


La Parola vuole raggiungere il nostro cuore proponendoci il motivo della fedeltà di Dio. Un Dio fedele significa la roccia capace di dare stabilità alle nostre vite, ma anche un Dio che ci sorprende: Davide deve accettare che non più i progetti suoi, ma quelli di Dio plasmino la sua vita. In tal modo non solo cambia l’architetto, ma deve cambiare anche il senso di tutto il nostro progetto, perché il piano divino svela anche le possibili ambiguità dei nostri progetti umani. È un discorso cui oggi siamo particolarmente sensibili, dal momento che sperimentiamo da una parte la nostra difficoltà ad essere fedeli, soprattutto sui tempi lunghi; d’altra parte ci sentiamo talvolta traditi dagli altri o dalle esperienze che facciamo, perfino da Dio stesso.

«Il Signore è con te»: questo saluto dell’angelo a Maria è l’espressione del volto di Dio che oggi si offre anche a noi. Egli è con noi ben prima che noi lo sappiamo. Una vita nuova può nascere prendendo sul serio queste parole, ma non si conosce questa affidabilità di Dio se non ci si mette concretamente a camminare con lui, come Maria.

Ognuno di noi, nella sua vita, ha sperimentato il fallimento di qualche progetto, spesso anche di programmi che sembravano molto buoni, cui teneva molto. Talvolta il fallimento è dovuto soprattutto alla propria infedeltà e debolezza nel perseguire lo scopo prefissato. La parola di Dio che oggi ci viene proposta getta luce su questa esperienza, insegnando da una parte a non credersi i padroni della propria vita, dall’altra a vivere anche il fallimento come possibile momento di crescita, dicendo, anche in quelle amare circostanze, un «» a quel Dio che non cessa di esserci fedele.

Maria,

tu che hai saputo

accogliere Dio

nella tua quotidianità,

insegnami a vivere ogni sentimento e affetto come un dono di Dio perché io possa, a mia volta, donarli alle persone che amo. Amen.


Dio nasce nell’amore

«Una sera, un ragazzo di nome Giuseppe prese il coraggio a due mani e le dichiarò: “Maria, ti amo”. Lei gli rispose, veloce come un brivido: “Anch’io”» (don Tonino Bello).

Il mistero dell’incarnazione è l’irruzione di Dio dentro la trama di una storia d’amore. Solo un cuore che ama è un cuore capace di accogliere Dio... Dio manda un angelo, il suo messaggero, a una ragazza speciale: speciale perché normale... Una ragazza come tante, ma attenta alle parole del suo Dio; bella perché innamorata! L’affetto per i nostri cari, l’amore che nasce in noi per una persona particolare, sono doni di Dio, una ricchezza da non sottovalutare. Non c’è angolo della nostra vita in cui Dio non possa nascere in questo Natale, compreso il nostro cuore innamorato!

Natale del Signore

Dove abita Dio? Lì dove c’è un cuore che Lo accoglie! E non possiamo non lasciarLo entrare perché Lui è Luce e senza luce non c’è vita; perché Lui è Amore e senza amore non c’è gioia; perché Lui è Speranza e senza speranza non c’è cammino. Natale è accogliere il Dio che viene, perché Cristo possa vivere in noi e noi in Lui.

Ci hai mai pensato che noi esistiamo perché siamo stati accolti? Che la vita è possibile solo lì dove c’è un grembo accogliente? Bello sì, ma difficile! Accogliere è un problema, un problema di cuore: significa fare spazio all’altro, abbattere i recinti de! nostro io, essere disposti a metterci in discussione, a lasciarci scombinare pensieri e progetti... E non si finisce mai...! È questione non di un momento, ma di stile...: “o è Natale tutti i giorni o non è Natale mai”!

Sono nato nudo, dice Dio,

perché tu sappia spogliarti di te stesso.

Sono nato povero,

perché tu possa considerarmi l’unica ricchezza.

Sono nato in una stalla,

perché tu impari a santificare ogni ambiente.

Sono nato debole, dice Dio,

perché tu non abbia mai paura di me.

Sono nato per amore, perché tu non dubiti mai del mio amore.

Sono nato di notte, perché tu creda che posso illuminare qualsiasi realtà.

Sono nato persona, dice Dio,

perché tu non abbia mai a vergognarti di essere te stesso.

Sono nato uomo, perché tu possa essere “dio”.

Sono nato perseguitato, perché tu sappia accettare le difficoltà.

Sono nato nella semplicità, perché tu smetta di essere complicato.

Sono nato nella tua vita, dice Dio, per portare tutti alla casa del Padre.

Nessun commento:

Posta un commento

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo 24 novembre 2024

  XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo Grado della Celebrazione: SOLENNITA' Color...