La notte della nascita di Gesù venne dagli angeli l’augurio più bello: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama”.
Questo è l’augurio che desidero rivolgere a tutti nel mio primo Natale come Arcivescovo di Udine.
Una delle belle scoperte che sto facendo è la passione del popolo friulano per il presepio. In più parti si moltiplicano mostre e rassegne che accolgono presepi artistici e presepi semplici, ma sempre significativi.
E’ bello constatare che conserviamo un grande interesse per quello che, assieme al crocifisso, è il simbolo più popolare della nostra fede cristiana.
Continuiamo a mettere il presepio e il crocifisso nelle chiese, nelle nostre case, negli ambienti di lavoro e di studio, lungo le strade, contrastando certe voci che vorrebbero impoverire la nostra vita sociale togliendo questi simboli.
Quando con gioia e impegno abbiamo fatto il presepio non dimentichiamoci di pregare davanti al presepio. Non accontentiamoci di guardarlo solo come una creazione artistica e piacevole da osservare.
Se nelle famiglie, durante questo tempo natalizio, ci si riunisce attorno al presepio per pregare, allora trasmetteremo profondamente ai figli i segni e i valori della nostra tradizione cristiana.
Il nostro posto nel presepio è con i pastori e i magi, inginocchiati davanti a Gesù che giace sulla paglia con le braccia aperte per accogliere tutti.
In ginocchio ci sentiamo tutti più piccoli e bisognosi del Salvatore che è nato da Maria. Ci sentiamo tutti fratelli pronti a fare spazio accanto a noi anche a chi è più povero e solo.
Il presepio ci insegna anche questo e di solidarietà generosa hanno bisogno tante persone che si sono trovate, magari improvvisamente, in difficoltà economiche.
In questo Natale, mentre stiamo inginocchiati davanti a Gesù bambino guardiamoci attorno per vedere dove lui ci attende: “Avevo fame e mi avete dato da mangiare”.
Ognuno dia il suo contributo per una catena di solidarietà e non si giustifichi dicendo: non mi sono accorto di nessun povero.
Care sorelle e fratelli, se staremo davanti al presepio in preghiera e dandoci una mano l’uno con l’altro conserveremo la nostra tradizione di fede e i suoi grandi simboli.
Così sarà un buon Natale che di cuore auguro a tutti con la divina Benedizione sul nuovo anno che stiamo iniziando.
Buon Natale e buon anno a tutti.
Questo è l’augurio che desidero rivolgere a tutti nel mio primo Natale come Arcivescovo di Udine.
Una delle belle scoperte che sto facendo è la passione del popolo friulano per il presepio. In più parti si moltiplicano mostre e rassegne che accolgono presepi artistici e presepi semplici, ma sempre significativi.
E’ bello constatare che conserviamo un grande interesse per quello che, assieme al crocifisso, è il simbolo più popolare della nostra fede cristiana.
Continuiamo a mettere il presepio e il crocifisso nelle chiese, nelle nostre case, negli ambienti di lavoro e di studio, lungo le strade, contrastando certe voci che vorrebbero impoverire la nostra vita sociale togliendo questi simboli.
Quando con gioia e impegno abbiamo fatto il presepio non dimentichiamoci di pregare davanti al presepio. Non accontentiamoci di guardarlo solo come una creazione artistica e piacevole da osservare.
Se nelle famiglie, durante questo tempo natalizio, ci si riunisce attorno al presepio per pregare, allora trasmetteremo profondamente ai figli i segni e i valori della nostra tradizione cristiana.
Il nostro posto nel presepio è con i pastori e i magi, inginocchiati davanti a Gesù che giace sulla paglia con le braccia aperte per accogliere tutti.
In ginocchio ci sentiamo tutti più piccoli e bisognosi del Salvatore che è nato da Maria. Ci sentiamo tutti fratelli pronti a fare spazio accanto a noi anche a chi è più povero e solo.
Il presepio ci insegna anche questo e di solidarietà generosa hanno bisogno tante persone che si sono trovate, magari improvvisamente, in difficoltà economiche.
In questo Natale, mentre stiamo inginocchiati davanti a Gesù bambino guardiamoci attorno per vedere dove lui ci attende: “Avevo fame e mi avete dato da mangiare”.
Ognuno dia il suo contributo per una catena di solidarietà e non si giustifichi dicendo: non mi sono accorto di nessun povero.
Care sorelle e fratelli, se staremo davanti al presepio in preghiera e dandoci una mano l’uno con l’altro conserveremo la nostra tradizione di fede e i suoi grandi simboli.
Così sarà un buon Natale che di cuore auguro a tutti con la divina Benedizione sul nuovo anno che stiamo iniziando.
Buon Natale e buon anno a tutti.
+ Andrea Bruno Mazzocato, Arcivescovo di Udine
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