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venerdì 11 marzo 2022

Quel criticone dello scriba: latino

 In questa settimana è stato cantato nella nostra comunità il salmo 51 in latino, presentato in un foglietto con una traduzione in altra pagina non in colonne affiancate.(in piccolo carattere illeggibile)

Qui sotto mostro i 2 testi:


Purificami, o signore


Purificami, o Signore:
sarò più bianco della neve.

Pietà di me, o Dio, nel tuo amore:
nel tuo affetto cancella il mio peccato
e lavami da ogni mia colpa
purificami da ogni mio errore.

Il mio peccato, io lo riconosco;
il mio errore mi è sempre dinanzi:
contro te, contro te solo ho peccato;
quello che è male ai tuoi occhi io l'ho fatto.

Così sei giusto nel tuo parlare
e limpido nel tuo giudicare.
Ecco, malvagio sono nato,
peccatore mi ha concepito mia madre.

Ecco, ti piace verità nell'intimo,
e nel profondo mi insegni sapienza.
Se mi purifichi con issòpo, sono limpido;
se mi lavi, sono più bianco della neve.

Fammi udire gioia e allegria:
esulteranno le ossa che hai fiaccato.
Dai miei errori nascondi il tuo volto
e cancella tutte le mie colpe.

Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito fermo.
Non cacciarmi lontano dal tuo volto,
non mi togliere il tuo spirito di santità.

Sia gloria al Padre onnipotente,
al Figlio, Gesù Cristo Signore,
allo Spirito Santo , Amore,
nei secoli dei secoli. Amen.


Miserére mei, Deus,
secundúm magnam misericórdiam tuam.
Et secúndum multitúdinem miseratiónum tuárum,
dele iniquiatátem meam.
Amplius lava me ab iniquitáte mea:
et a peccáto meo munda me.

Quóniam iniquitátem meam ego cognósco:
et peccátum meum contra me est semper.
Tibi soli peccávi,
et malum coram te feci:
ut justificéris in sermónibus tuis,
et vincas cum judicáris.

Ecce enim in inquitátibus concéptus sum:
et in peccátis concépit me mater mea.
Ecce enim veritátem dilexísti:
incérta et occúlta sapientiæ tuæ manifestásti mihi.
Aspérges me hyssópo, et mundábor:
lavábis me, et super nivem dealbábor.

Audítui meo dabis gáudium et lætítiam:
et exsultábunt ossa humiliáta.
Avérte fáciem tuam a peccátis meis:
et omnes iniquitátes meas dele.
Cor mundum crea in me, Deus:
et spíritum rectum ínnova in viscéribus meis.

Ne proícias me a fácie tua:
et spíritum sanctum tuum ne áuferas a me.
Redde mihi lætítiam salutáris tui:
et spíritu principáli confírma me.

Docébo iníquos vias tuas:
et ímpii ad te converténtur.
Líbera me de sanguínibus,
Deus, Deus salútis meæ:
et exsultábit lingua mea iustítiam tuam.
Dómine, lábia mea apéries:
et os meum annuntiábit laudem tuam.

Quóniam si voluísses sacrifícium, dedíssem útique:
holocáustis non delectáberis.
Sacrafícium Deo spíritus contribulátus:
cor contrítum, et humiliatum,
Deus, non despícies.

Benigne fac, Dómine, in bona voluntáte tua Sion:
ut ædificéntur muri Ierúsalem.
Tunc acceptábis sacrifícium iustítiæ,
oblatiónes, et holocáusta:
tunc impónent super altáre tuum vítulos.

Cantando non so chi avesse avuto il tempo di capire il testo, però questa scelta è stata sintomo, secondo me criticone di uno scriba, di una certa mentalità di chi ama talmente la liturgia da ritenere preghiera più solenne il latino rispetto all'italiano. Chi ha vissuto il concilio vaticano II ritengo abbia già superato ciò. Il canto nella propria lingua fa ...cantare e comprendere cio che si canta e diventa preghiera.
Ricordo ancora l'entusiasmo dei giovani capellani con l'arrivo della messa in italiano...per loro era una risurrezione della Chiesa.

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Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

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