mercoledì 6 maggio 2009

TORVISCOSA. Caffaro, un altro anno di “cassa” E la Prodi-bis slitterà a giugno



TORVISCOSA. Un altro anno di cassa integrazione straordinaria in deroga, in base a un accordo con la Regione. Ma anche un ulteriore rinvio della decisione, da parte del Tribunale di Udine, per la richiesta dell’azienda di poter accedere ai benefici della “Prodi-bis”: sono le due novità emerse ieri, la prima durante una comunicazione tra sindacati e rappresentanti di Confindustria.
La cassa integrazione (che era stata richiesta e concessa a tutti i 270 lavoratori della Caffaro) riguarda 97 dipendenti a casa fino all’11 maggio. E il nuovo provvedimento scatterà dunque da questa data e potrebbe anche interessare tuutti gli altri lavoratori. La novità è giunta ieri ai sindacalisti da fonti della Confuindustria.
E nel contempo sono emerse alcune novità in merito alla richiesta della “Prodi-bis” da parte della Snia: secondo indiscrezioni, infatti, il tribunale di Udine potrebbe rinviare la decisione a metà giugno. Nulla da fare, dunque, fino a tale data: se ne parlerà dopo le elezioni.
I tempi si allungano. Il tribunale attende di sapere come il Ministero all’ambiente si esprimerà in merito alla nuova proposta di transazione, decisione ritenuta fondamentale per l’accoglimento della “Prodi-bis”, presentata lo scorso 6 aprile da Snia, che metteva sul piatto 285 milioni di euro, ovvero dove l’azienda si impegnava a cedere allo Stato tutti gli importanti assett di Caffaro (270 milioni di euro di valori immobiliari) e a mettere a disposizione risorse per a 15 milioni di euro, in percorso finalizzato alla risoluzione delle questioni relative alle bonifiche e al danno ambientale.
Come più volte ribadito dal’ad di Snia, Antonio Onorato, le questioni da sciogliere relative al sito di Torviscosa sono di due tipi: una è da riferirsi al progetto che porterà alle bonifiche del sito e alla sua riqualificazione ambientale unitamente al rilancio industriale (progetto già approvata dalla Conferenza dei servizi); l’altra questione è relativa alla gestione delle misure che porteranno alla riparazione del danno. Su quest’ultimo, il management di Snia avrebbe espresso dubbi sulle capacità finanziario-economiche del Gruppo per riparare a tale danno.
Francesca Artico

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