A Gerusalemme, iniziativa di preghiera per l'unità dei cristiani e la pace nel mondo
◊ Un giorno e un luogo quanto mai significativo per una iniziativa di preghiera fuori dal comune, e dall’intenzione particolare: sabato scorso, vigilia di Pentecoste, nella chiesa siro ortodossa di San Marco, nel cuore della città vecchia di Gerusalemme, si è tenuto il primo di una serie di incontri di preghiera straordinaria, di tutte le Chiese, per la riconciliazione e la pace. Presenti rappresentanti delle diverse confessioni cristiane e fedeli locali, che per un’ora hanno invocato la pace e la comunione per la Città Santa e per il mondo. Il servizio di Sara Fornari:
“Cominciare da Gerusalemme”, è l’ispirazione che muove questa iniziativa, che secondo l’auspicio dei promotori dovrebbe tenersi una volta al mese, nella Città Santa, in una diversa chiesa ospitante, per favorire appunto l’unità nel Corpo Mistico di Cristo. L’iniziativa - promossa da Catholica Unio, organizzazione della Santa Sede per il dialogo tra la Chiesa d’oriente e quella d’occidente – è stata trasmessa con traduzione dalle emittenti televisive cattoliche (Telepace, Telechiara, Canção Nova e l’araba Telelumiere) per consentire al maggior numero di cristiani nel mondo di essere in comunione di preghiera con la Chiesa di Terra Santa e con la ricchezza delle sue comunità cristiane. Guidata dal vicario patriarcale siro ortodosso per Gerusalemme e la Giordania, l’arcivescovo Mar Swerios Malki Murad, la preghiera si è svolta nell’antichissimo dialetto aramaico (lingua conservata soltanto da questa piccola minoranza cristiana), e con preghiere in arabo ed inglese.
Suggestivi gli inni ed i segni che hanno caratterizzato questa ora di preghiera, propri della liturgia di questa antichissima Chiesa. Essa, secondo la tradizione dei siriani ortodossi, sarebbe la casa del discepolo Marco e il luogo dell’effusione dello Spirito Santo. Un luogo significativo per questa iniziativa di unità e riconciliazione anche perché qui, tra soltanto una settimana i siriani celebreranno in modo solenne la loro Pentecoste, ma anche per il particolare legame di comunione che sussiste tra la Chiesa cattolica e questa antica comunità orientale: nelle due visite a Roma nel 1975 e nel 1985, il Patriarca siro ortodosso ha infatti stretto con la Santa Sede un accordo che riguarda, in particolare, il conferimento dei sette Sacramenti.
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