lunedì 15 dicembre 2025

lo sgombero drammatico: da San Giorgio di Nogaro raggiunsero Portogruaro a piedi

 

Crocerossine al fronte: le sorelle Astuto nella ricerca di

 Alessandro Gradenigo

Le sorelle Astuto

San Pietro di Feletto, tra colline e archivi di famiglia, c’è una storia che porta dritto negli ospedali da campo della Prima guerra mondiale. È la vicenda delle sorelle Astuto, tre crocerossine impegnate in prima linea nella cura dei soldati feriti, raccontata oggi dallo storico per passione Alessandro Gradenigo, già geologo dell’Eni e residente proprio in queste zone. Il loro percorso è ricostruito nel volume “Le crocerossine Astuto. In prima linea nella Grande Guerra”, pubblicato da Gaspari Editore, dove la grande storia del fronte incontra la vita quotidiana di tre giovani donne decise a “servire” sotto la bandiera della Croce Rossa Italiana.

Si chiamavano MercedesDolores – detta “Lola” – e Adriana le tre sorelle che scelsero di diventare infermiere volontarie. A differenza di quanto accadeva di solito, furono inviate sempre insieme negli stessi treni ospedale, negli stessi nosocomi, negli ospedaletti da campo e nelle ambulanze chirurgiche, condividendo l’intero arco del conflitto. Di quegli anni terribili rimangono soprattutto le pagine dei diari personaliMercedes pubblicò nel 1935 il suo “I vivi, diario di guerra”, mentre il taccuino di Dolores, un piccolo block notes che copre i mesi tra agosto-ottobre 1917 e gennaio-febbraio 1918, finì a lungo dimenticato in un cassetto, per riemergere solo negli anni Sessanta, ritrovato dal figlio. Da questi testi, incrociati con le fotografie e i documenti di famiglia, nasce il lavoro di Gradenigo.

Le sorelle Astuto appartenevano a una famiglia di origine siciliana e di ascendenze nobili. In casa erano in cinque fratelli: oltre a MercedesDolores e Adriana, c’erano Riccardo, destinato a diventare governatore dell’Eritrea, e Giorgioingegnere civile morto al fronte nel 1917. La famiglia risiedeva a Roma, a pochi passi da Villa Borghese. Il padre, ufficiale della Regia Marina, fece carriera fino a lavorare anche presso il Ministero della Marina, mentre la madre proveniva da una famiglia napoletana di origine fiamminga. Un contesto che racconta l’intreccio tra borghesia colta, vita militare e apertura internazionale.

Allo scoppio della guerra, le tre figlie sentirono il bisogno di dare un contributo diretto. Come molte giovani del tempo, si iscrissero ai corsi per infermiere volontarie promossi dalla Croce Rossa Italiana, ma il padre pretese che venissero mandate sempre insieme, scelta affettiva e protettiva che oggi colpisce per la sua unicità. Nel volgere di pochi anni le crocerossine Astuto furono attive su diversi fronti: tra VicenzaAsiago, il CarsoRoncade – dove Dolores conobbe un ufficiale che sarebbe poi diventato suo marito – e Venezia, seguendo gli spostamenti delle truppe e delle strutture sanitarie.

Per Alessandro Gradenigo questa storia è il frutto di una ricerca cominciata quasi per caso. Dopo 35 anni di lavoro come geologo all’Eni, tra AfricaInghilterra e Norvegia, ha iniziato a dedicarsi in modo sistematico alla memoria familiare, partendo dal libro sul nonno Carlo Campariufficiale di cavalleria e gentiluomo di corte del duca d’Aosta. Proprio sfogliando i diari della duchessa d’Aosta, si è accorto che negli anni della guerra le tre sorelle venivano nominate di frequente, perché la duchessa, ispettice della Croce Rossa, effettuava continue ispezioni al fronte con l’auto dell’associazione. Da lì è iniziato un paziente lavoro di approfondimento, intrecciando fonti diverse.

Un passaggio decisivo è stato l’incontro a Cortina con la figlia di Dolores Astuto, che gli ha confidato come in casa non si fosse quasi mai parlato apertamente di quegli anni. Soltanto in un secondo momento è venuta alla luce una cassetta colma di fotografie e documenti, fra cui il diario di Dolores. Quel block notes non copriva l’intero periodo bellico, ma dalle pagine e dalle annotazioni è emerso che le sorelle scrivevano alla famiglia praticamente ogni giorno, ricevendo a loro volta una fitta corrispondenza. Nelle lettere da Roma e dalla casa al mare di Santa Marinella, località elegante tra le due guerre, la madre si preoccupava soprattutto di questioni pratiche, mentre il padreammiraglio della Regia Marina e membro del consiglio di amministrazione della Croce Rossa Italiana, si soffermava su notizie geopolitiche e aggiornamenti sul conflitto.

Dalle pagine dei diari e dalle foto dell’archivio Astuto Schiavetti prende forma il quadro del lavoro sanitario al fronte. Le tre sorelle operarono tra Schio, l’altopiano di AsiagoVermegliano sul Carso, fino a Cervignano del Friuli. Le loro parole raccontano corsie improvvisatetende mobili montate e smontate in fretta, ambulanze ben lontane da quelle di oggi, malati gravi da assistere con mezzi limitati. Descrivono anche le visite dei giornalisti, come quelli del Corriere della Sera, e l’arrivo di Arturo Toscanini, che si esibì per dare coraggio alle truppe: dettagli che restituiscono il clima di un fronte dove convivono sofferenzaorganizzazione militare e momenti di sospeso conforto.

Uno degli episodi più forti è datato 26-27 ottobre 1917. In quei giorni una corsia ospedaliera venne bombardata e arrivò l’ordine di sgomberare il campo. Alle sorelle fu intimato di rientrare a Roma, ma loro si rifiutarono, perché non volevano abbandonare i feriti. Nei diari è riportato lo sgombero drammatico: da San Giorgio di Nogaro raggiunsero Portogruaro a piedi, impiegando 24 ore per coprire pochi chilometri, sotto la pressione del ripiegamento e con l’urgenza di mettere in salvo chi poteva ancora essere spostato. Sono pagine che danno un volto concreto allo spirito di servizio di molte donne di quell’epoca.

La vicenda delle crocerossine Astuto mostra come la ricerca storica possa partire da una valigia dimenticata e da qualche fotografia, per poi aprire finestre su ciò che veniva considerato “storia minore”, ma che in realtà racconta molto del Primo conflitto mondiale. È interessante, osserva Gradenigo, confrontare il modo di scrivere delle sorelleMercedes, la maggiore, usa uno stile ampolloso e ricco di descrizioni, mentre Dolores preferisce un tono telegrafico, asciutto, che ricorda quello della stessa duchessa d’Aosta, fatta di brevi indicazioni più che di lunghe pagine narrative.

Sul fondo di tutto rimane il ruolo della Croce Rossa Italiana e delle sue volontarie. La duchessa d’Aosta era ispettrice del Corpo d’armata, con un grado equiparato a quello di un generale, e nel tempo arrivò a inventare i gradi per le crocerossine, rendendoli corrispondenti a quelli dell’esercito. In questo modo le infermiere non potevano essere maltrattate o prese sottogamba dai soldati, pena l’intervento della giustizia militare. La maggior parte delle crocerossine proveniva dalla borghesia e dalla nobiltà, poche dal popolo, e proprio in quegli anni prese forma una vera sanità d’emergenza, capace di organizzare in modo nuovo il soccorso ai feriti.

Per chi oggi visita le colline tra San Pietro di FelettoConegliano e l’altopiano di Asiago, il libro di Alessandro Gradenigo aggiunge un tassello prezioso alla lettura del paesaggio: dietro alle strade e ai paesi ci sono state anche le tende da campo di Mercedes, Dolores e Adriana, i loro passi nei corridoi degli ospedali militari, le cartoline spedite ogni giorno a Roma. La loro storia di donne al fronte nasce lontano, tra Villa Borghese e Santa Marinella, ma oggi passa anche per una casa di San Pietro di Feletto, dove diari, fotografie e documenti continuano a tenere viva la memoria delle sorelle Astuto, crocerossine in prima linea nella Grande Guerra.

Destra e sinistra insieme per la memoria dell'esodo istriano in Fvg: ecco il bando

 

Destra e sinistra insieme per la memoria dell'esodo istriano in Fvg: ecco il bando

La proposta è stata ideata dal consigliere del Patto per l'Autonomia, Enrico Bullian, per poi essere integrata dall'intervento del consigliere di Fratelli d'Italia, Claudio Giacomelli. "Sostenere questa ricerca è un atto di responsabilità verso la memoria degli esuli e verso le nuove generazioni"

Una delle rappresentazioni del passaggio istriano al Villaggio del pescatore, a Duino (foto Aiello)

La sinistra propone, la destra perfeziona e integra. Un ritornello condiviso da maggioranza e opposizione al quale ormai l'opinione pubblica aveva rinunciato, viste le continue contrapposizioni politiche tra gli schieramenti in qualsiasi sede. Eppure, nell'aula del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia nei giorni scorsi è andato in scena quello che è stato definito, da ambo le parti, “un bell’esempio di collaborazione". Parliamo del bando, inserito all'interno di una proposta di emendamento presentata dal consigliere del Patto per l'Autonomia Enrico Bullian, per la valorizzazione della memoria storica dei quartieri e dei villaggi sorti in regione a seguito dell'esodo giuliano-dalmata. 

Un fenomeno che, oltre ad aver segnato la storia del Friuli Venezia Giulia (solo a Trieste si fermano almeno tra gli  80 e i 90 mila esuli), ha lasciato dei segni evidenti nel paesaggio e nella costruzione delle diverse comunità locali. Un documento che il Consiglio regionale, dopo il passaggio di perfezionamento e integrazione dell'entità finanziaria da parte del consigliere regionale di Fratelli d'Italia, Claudio Giacomelli, ha approvato all'unanimità. Ma cosa succede adesso? Secondo quanto diffuso dagli stessi Bullian e Giacomelli, la misura prevede un bando destinato alle università regionali e alle associazioni culturali per “l’erogazione di contributi per realizzare ricerche e pubblicazioni di carattere storico e divulgativo che ricostruiscano il fenomeno dell’esodo”. 

Cosa prevede il bando

Si parla di “monografie”, scrivono, che mettano in evidenza “il vissuto quotidiano di quelle famiglie, documentare la struttura e l’evoluzione degli insediamenti creati nel secondo dopoguerra e valorizzarne la memoria, nonché evidenziare la risposta stessa della popolazione regionale e delle istituzioni a tale fenomeno”. Il percorso di riconoscimento storico e culturale dei numerosi quartieri e villaggi istriani sparsi in tutte e quattro le province regionali rappresenta il secondo punto previsto dal bando. Un modo per riuscire a lavorare assieme in merito alla “tutela, ricerca e divulgazione” di temi che non sono stati del tutto sviscerati.  

Anche a Santa Croce venne creato un insediamento per gli esuli istriani
Anche a Santa Croce venne creato un insediamento per gli esuli istriani

La mappa degli esuli in regione

I luoghi dove gli esuli istriani e dalmati sono stati accolti si trovano un po' dappertutto. In provincia di Trieste la lista è lunga. Si va da Padriciano, al Silos, alla stessa Risiera di San Sabba, come pure Borgo San Mauro, Villaggio del Pescatore o Borgo San Nazario, a Prosecco, così come una parte dell'abitato di Santa Croce, sul Carso. Nell'isontino Fossalon, Ronchi dei legionari e Gorizia, ma non solo. In Friuli basti pensare al villaggio istriano di San Giorgio di Nogaro, storia pressoché dimenticata da buona parte dell'opinione pubblica regionale; infine la zona del Pordenonese, con le famose Villotte, nella zona tra Roveredo in piano e San Quirino, a nord del capoluogo della destra Tagliamento. 

Le parole di Bullian e Giacomelli

“Raccontare la storia dei nostri quartieri nati dall’Esodo non significa guardare al passato con nostalgia − ha fatto sapere Bullian −, ma comprendere un processo. Sostenere questa ricerca è un atto di responsabilità verso la memoria degli esuli e verso le nuove generazioni, che meritano di conoscere quella esperienza che ha inciso profondamente sulla fisionomia di alcune parti delle nostre città e sulla nostra identità collettiva e che ha conosciuto fasi complesse e contradditorie, alternando solidarietà ed emarginazione, accoglienza e chiusura”. Citando la memoria quale “strumento di comprensione e non esercizio retorico”, il consigliere già sindaco di Turriaco, ha concluso affermando come "il riconoscimento dei villaggi degli esuli come parte integrante del nostro patrimonio culturale è un passo necessario”.

E da destra non solo hanno applaudito, ma hanno anche sostenuto la proposta trovando soldi in più. “L’iniziativa del consigliere Bullian è assolutamente meritoria − scrive Giacomelli − e pertanto ho voluto collaborare con convinzione. I villaggi degli esuli nei nostri comuni raccontano storie dimenticate troppo in fretta quando invece fanno parte della coscienza più profonda della nostra Regione”. Il bando prevederà 30 mila euro di finanziamenti. 



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Destra e sinistra insieme per la memoria dell'esodo istriano in Fvg: ecco il bando
https://www.triesteprima.it/cronaca/esodo-istriano-fvg-bando.html
© TriestePrima

domenica 14 dicembre 2025

Vatican News Angelus 14 dicembre 2025

 

Il Papa durante l'AngelusIl Papa durante l'Angelus

Leone XIV: Cristo dà voce agli oppressi e vince l'ideologia che rende sordi alla verità

All’Angelus il Papa commenta il Vangelo di Matteo e ribadisce che Gesù continua a parlarci attraverso i poveri, gli ultimi e i malati. Come Giovanni Battista, in carcere, a causa della sua predicazione, esorta a non perdere la speranza e a restare "una voce libera in cerca di verità e giustizia"

Cecilia Seppia – Città del Vaticano

C’è il mondo del carcere che oggi, domenica 14 dicembre, celebra il suo Giubileo, ci sono pellegrini di varie nazionalità con striscioni e bandiere e semplici turisti ad ascoltare la riflessione di Papa Leone all’Angelus, in questa terza domenica d’Avvento, che muove dal Vangelo di Matteo. Giovanni il Battista si trova proprio dietro le sbarre a causa della sua predicazione ma pur soffrendo la prigionia non perde la speranza, anche in catene resta una voce libera in cerca di verità e di giustizia. E da quel carcere si interroga, cerca il Messia, domanda: "Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?".

Gli ultimi al centro

La risposta di Gesù, afferma il Pontefice, porta lo sguardo su coloro che Lui ha amato e servito e che oggi si trovano ancora al cuore della Chiesa. 

“Sono loro: gli ultimi, i poveri, i malati a parlare per Lui. Il Cristo annuncia chi è attraverso quello che fa. E quello che fa è per tutti noi segno di salvezza. Infatti, quando incontra Gesù, la vita priva di luce, di parola e di gusto ritrova senso: i ciechi vedono, i muti parlano, i sordi odono. L’immagine di Dio, deturpata dalla lebbra, riacquista integrità e salute. Persino i morti, del tutto insensibili, tornano alla vita. Questo è il Vangelo di Gesù, la buona notizia annunciata ai poveri: quando Dio viene nel mondo, si vede!”.

Cristo, speranza nell'ora della prova

La Parola di Dio, prosegue, ha una potenza di liberazione e di guarigione. Da qui, l’invito a gioire perché Cristo è la nostra speranza “soprattutto nell’ora della prova” quando la vita perde senso e fatichiamo ad ascoltare il prossimo.

Egli dà parola agli oppressi, ai quali violenza e odio hanno tolto la voce; Egli vince l’ideologia, che rende sordi alla verità; Egli guarisce dalle apparenze che deformano il corpoIl Verbo della vita ci redime così dal male, che porta il cuore alla morte. Perciò, come discepoli del Signore, in questo tempo d’Avvento siamo chiamati a unire l’attesa del Salvatore all’attenzione per quello che Dio fa nel mondo. Allora potremo sperimentare la gioia della libertà che incontra il suo Salvatore…

Appello per la Repubblica Democratica del Congo

Al termine della preghiera mariana, dopo aver ricordato le beatificazioni in Spagna e Francia e i tanti martiri coraggiosi uccisi per la loro fede, la voce di Leone si leva ancora in favore della pace. Il Pontefice esprime preoccupazione per la ripresa degli scontri nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo, vicinanza alla popolazione, ed invita a rispettare i processi di pace in corso. 

sabato 13 dicembre 2025

III DOMENICA DI AVVENTO - ANNO A 14 Dicembre 2025

 domenica 14 Dicembre 2025

Messa del Giorno

III DOMENICA DI AVVENTO - ANNO A

Colore Liturgico Rosa 

Antifona

Rallegratevi sempre nel Signore, ve lo ripeto:
rallegratevi. Il Signore è vicino! (Cf. Fil 4,4.5)
 
Non si dice il Gloria.

Colletta


Dio della gioia, che fai fiorire il deserto,
sostieni con la forza creatrice del tuo amore
il nostro cammino sulla via santa preparata dai profeti,
perché, maturando nella fede,
testimoniamo con la vita la carità di Cristo.
Egli é Dio, e vive e regna con te.

Prima Lettura

Ecco il vostro Dio, egli viene a salvarvi.

Dal libro del profeta Isaìa
Is 35,1-6a.8a.10
 
Si rallegrino il deserto e la terra arida,
esulti e fiorisca la steppa.
Come fiore di narciso fiorisca;
sì, canti con gioia e con giubilo.
Le è data la gloria del Libano,
lo splendore del Carmelo e di Saron.
Essi vedranno la gloria del Signore,
la magnificenza del nostro Dio.
Irrobustite le mani fiacche,
rendete salde le ginocchia vacillanti.
Dite agli smarriti di cuore:
«Coraggio, non temete!
Ecco il vostro Dio,
giunge la vendetta,
la ricompensa divina.
Egli viene a salvarvi».
Allora si apriranno gli occhi dei ciechi
e si schiuderanno gli orecchi dei sordi.
Allora lo zoppo salterà come un cervo,
griderà di gioia la lingua del muto.
Ci sarà un sentiero e una strada
e la chiameranno via santa.
Su di essa ritorneranno i riscattati dal Signore
e verranno in Sion con giubilo;
felicità perenne splenderà sul loro capo;
gioia e felicità li seguiranno
e fuggiranno tristezza e pianto.

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale

Dal Sal 145 (146)

R. Vieni, Signore, a salvarci.
Oppure:
R. Alleluia, alleluia, alleluia.

Il Signore rimane fedele per sempre 
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri. R.

Il Signore ridona la vista ai ciechi, 
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri. R.

Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione. R.

Seconda Lettura

Rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina.

Dalla lettera di san Giacomo apostolo
Gc 5,7-10
 
Siate costanti, fratelli miei, fino alla venuta del Signore. Guardate l’agricoltore: egli aspetta con costanza il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le prime e le ultime piogge. Siate costanti anche voi, rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina.
Non lamentatevi, fratelli, gli uni degli altri, per non essere giudicati; ecco, il giudice è alle porte. Fratelli, prendete a modello di sopportazione e di costanza i profeti che hanno parlato nel nome del Signore.

Parola di Dio.
 

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

Lo Spirito del Signore è sopra di me,
mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio. (Is 61,1 (cit. in Lc 4,18)

Alleluia.

Vangelo

Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 11,2-11
 
In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: "Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via".
In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».

Parola del Signore.

venerdì 12 dicembre 2025

8 dicembre: Una grande festa e una pioggia di rose per Maria

 

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8 dicembre: Una grande festa e una pioggia di rose per Maria

Lunedì 8 dicembre il Santuario ha reso grazie all'Immacolata Concezione, che si rivelò a Bernadette il 25 marzo 1858.
Numerosi pellegrini provenienti da ogni angolo del mondo o uniti da remoto attraverso trasmissioni in diretta, si sono riuniti per celebrare la Vergine Maria, concepita senza peccato.
La Grotta si è riempita di fiori per offrire un fervente omaggio a Nostra Signora di Lourdes, Colei che consola, ci colma di grazie e guarisce i corpi e i cuori.
Grazie a tutti voi, pellegrini e amici del Santuario, che continuate a sostenere la missione attraverso le vostre preghiere e la vostra presenza a Lourdes.

Quest'anno, il Santuario ha ospitato eccezionalmente il “Covo” (una installazione fatta interamente di spighe di grano – n.d.t.) una tradizione proveniente dal Santuario di Campocavallo situato nella regione delle Marche, in Italia.
Ogni anno, la Festa del “Covo” rende omaggio alla cultura contadina marchigiana, mettendo in mostra l'arte di trasformare il grano in vere e proprie opere d'arte. Nel 2025, Anno Giubilare, il “Covo” ha rappresentato le basiliche dell'Immacolata Concezione e del Rosario del Santuario di Lourdes. È stato presentato e benedetto da Papa Leone XIV a Roma il 1° ottobre 2025 ed esposto nella Basilica di San Pio X dal 7 al 10 dicembre.

Ma l'8 dicembre è stato anche l'anniversario della canonizzazione di Bernadette, proclamata santa nel 1933 da Papa Pio XI. La cantante Eyma, che interpreta Bernadette in "Bernadette the musical", che presto sarà in tournée negli Stati Uniti, ha reso grazie alla Madonna di Lourdes con la sua voce, cantando la famosa canzone "Madame" (Signora – n.d.t.) dello spettacolo.
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Luci dell'Avvento al Santuario

Il grande albero di Natale del Santuario è stato acceso il 29 novembre per celebrare l'inizio del tempo liturgico dell'Avvento. I cappellani del Santuario e i pellegrini presenti hanno condiviso un momento conviviale scandito da canti natalizi e dalla distribuzione di cioccolata calda. Oltre all’albero illuminato sarà possibile scoprire numerosi presepi collocati vicino ai luoghi di culto, a simboleggiare l'attesa della venuta del Salvatore. Il Santuario offrirà attività durante le festività natalizie dal 20 dicembre 2025 al 6 gennaio 2026.

Trovate qui il programma completo delle celebrazioni, del Presepe e delle attività durante le vacanze.
12 dicembre: Nostra Signora di Guadalupe incontra Nostra Signora di Lourdes

Anche quest'anno, il Santuario di Lourdes si unisce alla grande festa mariana di Nostra Signora di Guadalupe. A Guadalupe, in Messico, Maria apparve all'umile Juan Diego, tra gli indigeni. A Lourdes, in Francia, Maria scelse la semplicità di Bernadette Soubirous, figlia di un povero mugnaio. Due apparizioni, due veggenti, due epoche diverse, ma lo stesso messaggio di amore e fede per tutti affidato agli umili.
Messe, processioni mariane, laboratori e omaggi floreali e musicali: venite a celebrare questa gioiosa festa al Santuario di Lourdes. 

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

lo sgombero drammatico: da San Giorgio di Nogaro raggiunsero Portogruaro a piedi

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