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domenica 2 novembre 2008

Una nota pastorale dei vescovi della regione sulla preghiera di guarigione




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Un deciso «stop» agli «incontri di preghiera per ottenere la guarigione presieduti da persone non autorizzate e sotto falsa identità», all’interno dei quali «si fa ricorso a forme liturgiche, distorte, della tradizione cattolica che creano disagio e confusione nei fedeli e suscitano preoccupazione presso i responsabili della nostra Chiesa»: così si esprimono i vescovi delle diocesi del Friuli-V.G. in una nota pastorale datata 28 ottobre 2008. Nel documento – che riproduciamo in seguito integralmente – i Pastori delle Chiese del Friuli-V.G. richiamano quanto previsto dall’Istruzione della Congregazione per la Dottrina della Fede del 14 settembre 2000 intitolata «Circa le preghiere per ottenere da Dio la guarigione», e dispongono delle precise indicazioni a cui sacerdoti, singoli fedeli e comunità parrocchiali sono chiamati ad attenersi scrupolosamente per evitare «confusioni ed abusi».

Chiarimenti e disposizioni su alcuni fenomeni e incontri di preghiera per la guarigione

«Nelle nostre Diocesi sono frequenti incontri di preghiera per ottenere la guarigione presieduti da persone sconosciute ai Rettori delle chiese e non autorizzate dall’Ordinario, che si presentano, talora, sotto falsa identità. In queste riunioni si fa ricorso a forme liturgiche, distorte, della tradizione cattolica che creano disagio e confusione nei fedeli e suscitano preoccupazione presso i responsabili della nostra Chiesa. Ci riferiamo a un documento della Congregazione per la Dottrina della Fede per offrire alcuni chiarimenti e dare alcune disposizioni:

- La preghiera per ottenere la guarigione è un’esperienza presente da sempre nella Chiesa;

- Il fenomeno nuovo è il moltiplicarsi di riunioni di preghiera con lo scopo di ottenere da Dio la guarigione;

- Le presunte guarigioni che vi si verificano alimentano l’attesa dello stesso fenomeno in altre simili riunioni;

- In questo contesto si fa appello a un preteso carisma di guarigione;

- Si deve precisare che «carisma di guarigione» è un dono libero di Dio;

- Come tutti gli altri carismi nella Chiesa esso è suscitato dallo Spirito Santo per il bene comune (1Cor 12,4-11).

Dato il contesto liturgico in cui si svolgono tali riunioni, l’autorità ecclesiastica, a cui spetta vigilare e dare le opportune norme per il retto svolgimento delle celebrazioni liturgiche, ha il dovere di dare le opportune disposizioni per evitare confusioni e abusi.

1. Ogni fedele può pregare Dio per ottenere la guarigione.

2. Le preghiere di guarigione sono «liturgiche» solo se sono inserite nei libri liturgici approvati dalla competente autorità ecclesiastica e se avvengono secondo il rito prescritto e con le vesti sacre indicate nel Rituale Romanum.

3. Sono ammessi a celebrare e a presiedere le riunioni di preghiera solo i sacerdoti e/o ministri conosciuti dal Rettore della chiesa e autorizzati dall’Ordinario locale.

4. Il ministero dell’esorcismo deve essere esercitato dalle persone nominate dal Vescovo della Diocesi e secondo le norme della Chiesa.

5. I sacerdoti usino grande cautela di fronte a quanti si attribuiscono carismi e poteri soprannaturali, visioni, rivelazioni celesti o esibiscono fenomeni paranormali tali da indurre ad una facile credulità popolare e facciano sempre riferimento al discernimento e al giudizio dell’Ordinario.

6. I fedeli evitino di partecipare, anche per pura curiosità, alle riunioni di preghiera non autorizzate dall’Ordinario per non incrementare un fenomeno che non aiuta a crescere nella fede e rischia di compromettere la comunione ecclesiale.

Come dice S. Cromazio d’Aquileia: «Ci fu un tempo in cui il diavolo ci aveva disperso in varie direzioni; ma è venuto successivamente il tempo in cui Cristo ci ha raccolti in unità» (Sermone XXXIII, 2). 28 ottobre 2008

+ Mons. Pietro Brollo, Arcivescovo di Udine

+ Mons. Dino De Antoni, Arcivescovo di Gorizia

+ Mons. Ovidio Poletto, Vescovo di Concordia-Pordenone

+ Mons. Eugenio Ravignani, Vescovo di Trieste



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