dove la quasi totalità delle amministrazioni
comunali (ad eccezione di
quelle di Torviscosa e di San Giorgio di
Nogaro), si stanno mobilitando contro
il cementificio che la ditta Grigolin intende
insediare a Torviscosa e per il
quale la commissione tecnica regionale
ha dato, lo scorso 28 marzo, parere
favorevole circa l’impatto ambientale.
Sulla questione interviene anche il
vicario foraneo di Porpetto e parroco
di San Giorgio, don Livio Carlino, riassumendo
il pensiero e le preoccupazioni
di tutti i sacerdoti della forania,
in parte già anticipati durante l’omelia
di domenica 22 aprile dal parroco di
Torviscosa, don Luca Anzilutti.
«I sacerdoti scendono in campo poiché
il problema del cementificio riveste
un’importanza notevole, sia per la
vita odierna che futura delle nostre comunità
– spiega don Carlino –, e non
può essere ignorato da quanti, anche
come cristiani, hanno a cuore il bene
dei nostri paesi. Nostro dovere è quindi
quello di richiamare l’attenzione sul
principio secondo cui l’azione politica
non può essere mossa da interessi particolari
ma dev’essere al servizio della
persona umana nella sua totalità, nella
sua dimensione economica, spirituale,
sociale, e di richiamare le parti a un
modo sereno di affrontare i problemi
della comunità».
«Non spetta ai sacerdoti dare indicazioni
di carattere politico o tecnico –
premette il foraneo – poiché non ne
hanno la competenza specifica e poiché
tali valutazioni sono prerogativa
dei politici, dei tecnici e dei cittadini in
quanto protagonisti delle decisioni relative
al proprio territorio. Siamo convinti
però – aggiunge – che valutazioni
di impatto così rilevante necessitino
della massima trasparenza, informazione,
partecipazione democratica dei
cittadini, oltre che dell’onestà dei tecnici
e degli amministratori, e che di
fronte a questioni di tale complessità,
dove inevitabilmente si contrappongono
opinioni diverse, la strada obbligata
sia quella del confronto e del dialogo
fra le diverse parti, nel rispetto
reciproco e nella disponibilità a cogliere
ragioni diverse dalle proprie».
Il problema del cementificio, secondo
don Carlino, va ad aggiungersi a
tante altre criticità che gravano sullo
sviluppo della Bassa Friulana, come il
problema della viabilità, del sito inquinato,
degli aster, dei dragaggi del
Porto di Nogaro e della laguna di Marano:
«Tutti problemi che necessiterebbero
di sforzi congiunti per essere
affrontati con successo. Quello che
spesso si percepisce è, al contrario, una
politica prigioniera delle posizioni
prese e della contrapposizione delle
parti, e che pertanto non rispetta
quelle che sono le vere esigenze della
gente».
«Auspichiamo quindi – conclude
don Carlino – che il problema del cementificio
divenga occasione di dibattito
e di crescita democratica per le
nostre comunità. Per questo chiediamo
a Dio che illumini le coscienze di
ciascuno di noi affinché al centro di
questa scelta possa davvero esserci il
bene dell’uomo, di ogni uomo».
A BASSA FRIULANA è scesa
in piazza mercoledì 25
aprile per far sentire
tutta la sua contrarietà
alla realizzazione del cementificio
che la ditta Grigolin ha in
progetto di realizzare a Torviscosa.
Contro il mega impianto,
che dovrebbe sorgere su un’area
di 14 ettari al confine coi
comuni di Bagnaria Arsa e di
Cervignano, si sono date appuntamento
circa un migliaio
di persone, molti amministratori
locali (una quindicina i
sindaci presenti in fascia tricolore),
regionali e provinciali di
maggioranza e minoranza, oltre
a sindacati, comitati ambientalisti
dell’intera regione, e
soprattutto molta gente, nel
comune sforzo di bloccare
quello che ormai è vissuto dai
più come un attentato non solo
alla sicurezza dei cittadini, ma
anche alla vita democratica di
questo territorio. Presenti in
forza anche diversi rappresentanti
delle aziende agricole dell’area
con trattori e striscioni.
In apertura della manifestazione
il moderatore Settimo
Mareno, nel sostenere che la
Bassa Friulana ha bisogno del
risanamento dell’esistente, e
non di peggiorare una situazione
ambientale già gravemente
compromessa, non ha risparmiato
severe critiche all’Arpa,
«che preferisce non esprimersi,
nonostante negli ultimi tre mesi
tutti i parametri ambientali
previsti dalla legge siano stati
superati con una frequenza
mai raggiunta prima e che,
senza fornire giustificazioni, ha
modificato il parere negativo espresso
in precedenza».
Il segretario regionale dei
chimici della Uil, Alessandro
Tomba, ha manifestato il suo
disaccordo circa le modalità
con cui è stato gestito il problema
del cementificio sia a riguardo
del metodo, senza il
confronto con le popolazioni,
che nel merito, dato che il nuovo
insediamento, giudicato di
bassa qualità e valore aggiunto,
andrebbe a contrastare con altri
progetti di miglior qualità.
Toni accesi ha usato il primo
cittadino di Bagnaria Arsa, Anselmo
Bertossi, per manifestare
lo sconcerto e l’indignazione
dei sindaci della Bassa
Friulana per il comportamento
della giunta regionale, la quale
«intenzionalmente non rispetta
la volontà degli amministratori
locali nella gestione del
territorio ledendo, in tal modo,
il principio della sovranità territoriale
». Bertossi, contestando
anche la validità del piano
industriale, «destinato a fallire
in assenza di adeguati interventi
regionali», ha denunciato
la «totale assenza di un progetto
generale per lo sviluppo della
Bassa Friulana, la cui maggior
risorsa, il turismo, può fare
da volano anche per altre attività
ad esso collegate», ed ha
annunciato che le amministrazioni
comunali metteranno in
atto quanto in loro potere,
comprese azioni legali, a tutela
della salute e dei patrimoni dei
cittadini. E questo «perché vogliamo
dimostrare, come auspicava
don Bellina nell’ultimo
suo editoriale –, ha concluso
Bertossi – che i friulani non sono
sempre "sotans", frustrati e
rassegnati».
«Se non ci battiamo per uno
sviluppo equilibrato, a misura
d’uomo, che tenga conto della
qualità della vita, la politica si
allontanerà sempre più dalla
gente, e dovranno nascere comitati
per tutte le grandi scelte
che si dovranno fare», ha avvertito
il vicepresidente della
Provincia, Paride Cargnelutti,
evidenziando come tutte le
amministrazioni locali della
Bassa oggi si trovino concordi
attorno ad un comune concetto
di sviluppo e di bene comune.
Ma «se è necessario che la
politica torni alla gente – gli ha
fatto eco il consigliere regionale
della Lega, Claudio Violino
– è anche urgente che la gente
torni alla politica, perché se il
popolo non decide, qualcun altro
deciderà per lui» ha affermato
citando ancora don Bellina.
Infine il consigliere Alessandro
Metz, denunciando il
fallimento della giunta regionale
in fatto di tematiche ambientali,
ha annunciato l’uscita
dei Verdi dalla maggioranza
qualora non venga ritirato il
parere favorevole sulla valutazione
di impatto ambientale
del cementificio.
Presenti alla manifestazione,
tra gli altri, anche Roberto Molinaro
(Udc), Fulvio Follegot
(Lega Nord) e l’ex parlamentare
Arnaldo Baracetti.
Da
LA VITA CATTOLICA - articolo a cura di Flavio De Agostini
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