Prima della recita dell’Angelus, Benedetto XVI ha sottolineato il significato della citazione, fatta due volte da Gesù, di una frase del profeta Osea: “Voglio l’amore e non il sacrificio”.
Città de Vaticano (AsiaNews) – “La vera religione consiste nell’amore di Dio e del prossimo”: è “una delle sintesi di tutto il messaggio cristiano”, come ha detto oggi Benedetto XVI illustrando una espressione del profeta Osea, citata nel Vangelo di Matteo, quando dice: “Voglio l’amore e non il sacrificio”.
Ai 30mila fedeli presenti in Piazza San Pietro per la recita dell’Angelus, malgrado la giornata nuvolosa e qualche spruzzo di pioggia, il Papa ha parlato della odierna liturgia della Parola ed in particolare dell’espressione del profeta Osea che Gesù riprende nel Vangelo: “Voglio l’amore e non il sacrificio, / la conoscenza di Dio più degli olocausti” (Os 6,6). Si tratta – ha affermato - di una parola-chiave, una di quelle che ci introducono nel cuore della Sacra Scrittura”. Il Papa ha ricordato che la frase è ripetuta nel racconto della vocazione di Matteo, che era un “pubblicano”, vale a dire esattore delle tasse per conto dell’autorità imperiale romana: “per ciò stesso, egli veniva considerato dai Giudei un pubblico peccatore”. Ai farisei scandalizzati dal fatto che Gesù con i discepoli fossero andati a casa sua, rispose: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati… Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori” (Mt 9,12-13). L’evangelista Matteo, sempre attento al legame tra l’Antico e il Nuovo Testamento, a questo punto pone sulle labbra di Gesù la profezia di Osea: “Andate dunque e imparate che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio”.
“E’ tale l’importanza di questa espressione del profeta – ha sottolineato Benedetto XVI - che il Signore la cita nuovamente in un altro contesto, a proposito dell’osservanza del sabato (cfr Mt 12,1-8). Anche in questo caso Egli si assume la responsabilità dell’interpretazione del precetto, rivelandosi quale “Signore” delle stesse istituzioni legali. Rivolto ai farisei aggiunge: “Se aveste compreso che cosa significa: Misericordia io voglio e non sacrificio, non avreste condannato persone senza colpa” (Mt 12,7). Dunque – ha detto ancora ill Papa - in questo oracolo di Osea Gesù, Verbo fatto uomo, si è, per così dire, ‘ritrovato’ pienamente; l’ha fatto proprio con tutto il suo cuore e l’ha realizzato con il suo comportamento, a costo persino di urtare la suscettibilità dei capi del suo popolo. Questa parola di Dio – ha concluso - è giunta a noi, attraverso i Vangeli, come una delle sintesi di tutto il messaggio cristiano: la vera religione consiste nell’amore di Dio e del prossimo. Ecco ciò che dà valore al culto e alla pratica dei precetti”.
Dopo la recita della preghiera mariana, salutando un gruppo di polacchi, il Papa ha rivolto “una particolare preghiera per i minatori che mercoledì scorso hanno perso la vita nella catastrofe nella miniera Borynia. Supplico per loro – ha agggiunto - la grazia dell’eterno riposo, spirituale conforto per le loro famiglie e pronta guarigione per i feriti. Che Dio misericordioso – ha concluso - ci preservi dalla morte improvvisa”.
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