UDINE (9 aprile, ore 11.30) - C’è chi è arrivato con i nipotini, chi con i propri figli, chi da solo, munito solo di bandiera e fischietto. Erano un migliaio questa mattina i lavoratori che hanno partecipato al grande corteo lungo le vie di Udine. Operai della Safilo, fianco a fianco a quelli della Caffaro. E poi una cinquantina di sindaci con i gonfaloni (anche il primo cittadino di Udine, Furio Honsell), l'assessore regionale alle Attività produttive, Luca Ciriani, il presidente del consiglio provinciale, Marco Quai.
Tutto per salvare gli 800 posti di lavoro a rischio a Precenicco e Martignacco e i mille a Torviscosa (tra interni e indotto). Molti gli striscioni dei lavoratori per dire «no ai licenziamenti». Alla manifestazione c'erano anche alcune donne con il capo coperto a lutto intorno a una simbolica bara della Safilo e del made in Italy. GUARDA LE FOTO
Il serpentone colorato è partito da piazzale Diacono per arrivare – dopo una tappa a Palazzo Torriani, sede di Confindustria – dal prefetto, Ivo Salemme, dove è stata ricevuta una delegazione sindacale. Sotto, in via Piave, i lavoratori hanno continuato a cantare, fischiare e gridare i loro no.
«Il nostro obiettivo è chiedere l'intervento del Governo – hanno spiegato i sindacati – per evitare che questi due casi sfocino in estremo disagio sociale».
«La vera sicurezza è quella del posto di lavoro, oltre a quella sul posto di lavoro. Per mesi la Regione ci ha tormentato con il problema delle ronde e della polizia regionale. Ma la vera sicurezza è un’altra. Ed è quella per cui vi battete voi qui oggi». Così il sindaco di Udine, Furio Honsell, il cui intervento è stato più volte interrotto dagli applausi. «Voi rappresentate tutti noi – ha detto Honsell ai lavoratori, che sostavano sotto la Prefettura –. Perché tutti dobbiamo difendere il lavoro. Se si perde il lavoro, sarà una sconfitta per tutti, nessuno escluso. Vi ringrazio di essere qui oggi perché siete un esempio e la vostra presenza dà un insegnamento fondamentale a tutti, in particolare alle nuove generazioni. La Safilo e la Caffaro sono due aziende che rappresentano una ricchezza per tutta l’Italia. Sono un patrimonio straordinario che non possiamo rischiare di perdere. Abbandonarle significherebbe perdere ogni speranza. Voi dovete resistere e Udine è con voi».
Il primo cittadino del capoluogo friulano ha poi invitato la Regione a «impegnarsi davvero per risolvere questo problema. Perché se si vuole, i problemi si possono risolvere. È inutile che Ciriani venga a una manifestazione come questa e poi ci tormenti con il problema della polizia regionale e delle ronde. Lui è l’assessore regionale all’industria e i problemi di queste aziende li può risolvere, ad esempio attraverso Friulia. La finanziaria regionale ha molti utili e può intervenire. Perché è necessario investire sul lavoro e creare opportunità per i giovani. In questo modo si risolve il problema della sicurezza concretamente e non attraverso azioni demagogiche».
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