Balzo il Borsa: +4,9%
PADOVA. Safilo approva il bilancio 2008 in una manciata di minuti: le vendite nette scendono a 1.147,8 milioni rispetto ai 1.190,4 milioni di euro del 2007; nessuna sorpresa: i conti sono quelli che sono e a chiarire come stanno le cose ci pensa il presidente Vittorio Tabacchi: «Le previsioni per il 2009 verranno presentate nel corso della pubblicazione dei dati trimestrali (il 6 maggio), ma è fin d’ora ragionevole presumere un primo trimestre particolarmente difficile». Facile dargli credito ma, in una giornata in cui la febbre suina ha sbattuto a terra l’umore del mercato, Safilo ha festeggiato invece con una chiusura a +4,9%. Un risultato dovuto non tanto alle cifre di bilancio, che fanno segnare un indebitamento netto di 570 milioni, ma piuttosto per l’intenzione della famiglia Tabacchi di avviare una forte ristrutturazione dell’azienda a partire dalla diluizione della partecipazione del 39,89%, detenuto attraverso Only3T, a favore di nuovi soci. Di questo se ne sta discutendo già da qualche mese: prima un fondo a far capolino, dopo tre, poi uno che si tira indietro, poi ecco che ce ne sono quattro in gara. Tutto si dovrebbe chiudere entro l’estate. «Conto di chiudere la trattativa prima della fine di giugno, ma il percorso è complicato. Sono tanti gli attori coinvolti e la struttura del capitale di Safilo è complessa», ha spiegato l’amministratore delegato, fresco di conferma, Roberto Vedovotto a fine assemblea a Padova. L’ad di Safilo non ha confermato che sono quattro i fondi di private equity interessati a rilavare una quota del gruppo: perchè in realtà «sono molti i fondi interessati» anche se effettivamente sono «quattro quelli che si sono spesi di piu”. Si tratta, continua Vedovotto, di «fondi di private equity con vocazione prettamente industriale ed operativa e non finanziaria, e con logiche di investimento di medio-lungo termine, di 5- 7 anni». Insomma il ritratto di Apax, Bain Capital, Cvc e Pai Partners ovvero i nomi che, a corrente alternata, circolano nell’ambiente già da un pò. Ma è ora di stringere: lo sanno i Tabacchi, lo sanno gli azionisti e pure i due advisor che stanno curando l’operazione (Unicredit ed Intesa). In effetti, spiega ancora Vedovotto, «dobbiamo fare le corse velocemente, ma non c’è una data definitiva» anche se il 30 di aprile potrebbe essere stato inserito nella timetable dell’operazione per vedere depositata sul tavolo (giorno più giorno meno) almeno una prima formalizzazione delle offerte da parte dei fondi interessati. Il piano di rilancio della società punta a creare «una struttura del capitale più bilanciata e in linea con quelli che sono gli glistandard attuali di leva finanziariaria e di indebitamento». Un piano che dovrà «dare una spinta a Safilo, riducendo il debito oggi troppo elevato: a fronte di 126 milioni di margine operativo lordo scontiamo una posizione finanziaria netta negativa di 570 milioni». Vedovotto non ha dubbi: il 2009 sarà un anno duro ma «interessante per Safilo, attraverso questa ristrutturazione del capitale che permetterà di rimettere in linea la cose, secondo le aspettative del mercato e degli investitori». Parole sacrosante: e la Borsa gongola. Meno entusiasmo vi è invece sul piano sindacale: confermata la chiusura dello stabilimento friulano di Precenicco e il forte ridimensionamento di quello di Martignacco che significa mettere sulla graticola 780 posti di lavoro. Per fine aprile è previsto un tavolo con le parti sociali al Ministero dello Sviluppo Economico a Roma. «Sono necessari alcuni sacrifici, per permettere poi un rilancio dell’azienda, ma cercheremo di farlo nella maniera più ordinata e sensibile - ha spiegato Vedovotto - stiamo ora aspettando le risposte del sindacato alle nostre proposte. Abbiamo la necessità di chiedere un sacrificio ad alcune persone per dare certezze a un gruppo più numeroso». D’altronde certe lavorazioni fatte in Italia costano ormai uno sproposito o forse è piu corretto dire che se fatte fuori costano una pipa di tabacco: cosi Safilo cresce in Cina dove, da poche settimane, è diventato operativo il primo stabilimento, che attualmente occupa 400 addetti e produce semilavorati. Questa operazione di riassetto per l’ad di Safilo è una sfida da vincere assolutamente.
(28 aprile 2009)
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