«L’ampliamento tarda a causa del sito inquinato»
San Giorgio premia Steno Marcegaglia
«Anche qui abbiamo avuto problemi, ma senza ricorrere alla cassa integrazione»
AUSSA CORNO
SAN GIORGIO DI NOGARO. «L’Italia supererà la crisi ad iniziare dal 2010, anche se già da settembre cominceremo ad avere le prime avvisaglie della ripresa. Per quanto riguarda gli investimenti, questi sono già iniziati e il Gruppo ne sta facendo per 1,5 miliardi di euro in Polonia, Stati Uniti, Cina e Russia». Ad affermarlo è il cavaliere del lavoro Steno Marcegaglia, fondatore e presidente dell’omonimo Gruppo industriale, nonché padre di Emma, presidente di Confindustria, che ieri pomeriggio, durante una cerimonia a villa Dora, ha ricevuto a San Giorgio di Nogaro il premio “Itinerannia 2009″.
Stimolato dalle domande del giornalista Renato D’Argenio, Steno Marcegaglia ha ribadito che l’Italia uscirà prima degli altri dalla crisi perché gli imprenditori hanno più coraggio e lavoratori più seri e impegnati che altrove.
A confermare il suo ottimismo c’è, inoltre, la ripresa dell’acciaio che a suo dire è significativa. L’industriale, però, ha rimarcato che c’è bisogno di riforme, perchè il costo del lavoro è più alto che nel resto negli altri Stati e lo stipendio dei lavoratori più basso. «Io mi auguro - ha sottolineato - che i governi, di qualunque fazione siano, facciano quelle riforme di cui abbiamo bisogno e dichiarino guerra agli sprechi per ridurre le imposte. Non è possibile che i lavoratori che superano una certa cifra abbiano il 40% di imposte! Il futuro dell’impresa è dare molto potere d’acquisto ai lavoratori affinchè si rimetta in moto l’economia. Bisogna avere il coraggio di fare scelte anche scomode in materia: mia figlia Emma lo sta ribadendo fino allo spasimo».
In merito al suo Gruppo, Steno Marcegaglia ha sottolineato che negli oltre 50 insediamenti produttivi con 6.500 dipendenti solo tre hanno avuto qualche problema (anche nello stabilimento di San Giorgio), ma non si è ricorsi alla cassa integrazione; si è invece optato per la riduzione delle ore lavorative a 32 o 24, percependo lo stipendio come se si lavorasse 40: appena la crisi sarà superata, i dipendenti «restituiranno» le ore con gli straordinari arrivando a 48. Marcegaglia ha inoltre ribadito che il Gruppo investe tutto ciò che guadagna, non avendo soci con i quali dover fare i dividendi, evidenziando che ha un capitale sociale, più risorse accumulate, pari a 789 milioni di euro, e un fatturato superiore a 4,2 miliardi.
L’imprenditore non ha lesinato poi qualche critica agli Stati Uniti, «che ne hanno combinate di tutti i colori e ci ridevano dietro, alla fine noi usciremo perché sappiamo far bene», nè all’Inghilterra, «che ha dimenticato come si lavora e oggi l’India, sulla quale comandava, se la sta comprando».
Per quanto riguarda invece gli investimenti nell’area industriale della Bassa friulana, ha spiegato che l’ampliamento dello stabilimento ubicato nell’Aussa Corno, per produzioni di nicchia, sta tardando a causa del sito inquinato e delle difficoltà che il direttore generale del ministero all’Ambiente crea, «ma ce la faremo - ha assicurato - come del resto manterremo fede all’investimento programmato per un nuovo polo siderurgico nei terreni del Feraul (160 milioni di euro da realizzarsi entro il 2013, ndr), dove abbiamo già acquistato 100 mila metri quadri di terreno».
Francesca Artico(rassegna stampa Messaggero Veneto) Fonte
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