Mons. Mazzocato: «Vi offro la mia vita»
Il saluto in friulano, tedesco e sloveno:
«Cjars sûrs e fradis, us doi il cûr che mê mari mi à dât e che il Signôr al à formât».
«Cjars sûrs e fradis, us doi il cûr che mê mari mi à dât e che il Signôr al à formât».
UDINE (18 ottobre, ore 16.15) - Grandi applausi, sorrisi, strette di mano. Il popolo friulano ha accolto con grande gioia ed emozione, al grido «Viva l'Arcivescovo» l'arrivo di mons. Andrea Bruno Mazzocato a Udine. Una grandissima folla si è radunata in piazza Duomo e ha poi gremito la Cattedrale dove si è svolta la cerimonia di insediamento.
La cerimonia
Dopo la processione di ingresso, dall'oratorio della Purità, sul portone della Cattedrale, l’Arcivescovo eletto della Chiesa Udinese è stato accolto da mons. Brollo e dai canonici del Capitolo metropolitano. Quindi il vicesindaco di Udine, Vincenzo Martines (delegato dal sindaco Honsell che non ha potuto essere presente per impegni istituzionali) ha porto un indirizzo di saluto a mons. Mazzocato da parte della città. Presenti, tra gli altri, anche gli assessori regionali Riccardi e Violino, il presidente della Provincia, Fontanini, il rettore dell'Università di Udine, Cristiana Compagno.
il Patriarca di Venezia, card. Angelo Scola, il nunzio apostolico a Praga, mons. Diego Causero, l’arcivescovo di Cochabamba in Bolivia, mons. Tito Solari, l’Arcivescovo di Gorizia, mons. Dino De Antoni, i vescovi di Koper/Capodistria, mons. Metod Pirih, di Trieste, mons. Giampaolo Crepaldi, di Pordenone, mons. Ovidio Poletto, di Rovigo, mons. Lucio Soravito, di Vittorio Veneto, mons. Corrado Pizziolo, e l’Arcivescovo emerito di Udine mons. Alfredo Battisti.
Sul portone della Cattedrale, il presidente del Capitolo metropolitano, mons. Ottavio Belfio, ha presentato all’Arcivescovo eletto il crocifisso per il bacio. Dopo il messaggio di saluto di mons. Brollo, a rendere effettivo l'insediamento, la solenne consegna del pastorale, dopo la quale mons. Mazzocato si è seduto sulla cattedra e ha riceverà l’omaggio di una rappresentanza dell’Arcidiocesi (i consultori, i vicari foranei, i decani del Capitolo metropolitano e dell’Insigne collegiata di Cividale, due diaconi, due religiosi, una famiglia).
L'omelia
«In obbedienza alla tua volontà offro la mia vita per le pecore che mi hai dato» ha detto nella sua omelia, mons. Andrea Bruno Mazzocato, ricordando le parole con le quali il Buon Pastore si rivolgeva al Padre. Mons. Mazzocato ha poi ricordato il motto scelto per lo stemma: «Pro vobis in Christo ministri», «In Cristo, ministro e servo per voi, per il vostro bene». «Così mi insegna Gesù – ha detto l'Arcivescovo –. Come abbiamo ascoltato nel Vangelo: “Il Figlio dell'uomo non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per tutti».
Nell'omelia, mons. Mazzocato si è rivolto ai sacerdoti, «figli e amici». «Aprite con me un credito di fiducia – ha detto l'Arcivescovo –, sapendo che potrete cercarmi sempre, per qualsiasi motivo». E il pensiero è poi andato ai diaconi: «Desidero avere con voi un legame vicino e diretto, per valorizzare al massimo il vostro ministero tra di noi». Mons. Mazzocato non ha dimenticato i seminaristi: «I tanti anni dedicati al seminario di Treviso, come educatore, mi danno sentire immediatamente vicino a voi, partecipe del vostro cammino di formazione. E cominciamo subito a pregare il Padrone della messa perché altri giovani accolgano la chiamata di Gesù».
Infine, l'Arcivescovo ha detto di aver iniziato a scoprire «in questo tempo su quanti laici possa contare la nostra Chiesa di Udine per animare le comunità parrocchiali grandi e piccole, per creare comunione e collaborazione nelle foranie, per offrire servizi qualificati a tutta l'Arcidiocesi». Rivolgendosi proprio ai laici, mons. Mazzocato ha detto: «Siete una grande ricchezza che mi sta sorprendendo». «Aspetto con gioia le occasioni per incontrarci, ascoltare le vostre esperienze, condividere la fede e l'amore per la nostra Chiesa e camminare assieme verso la santità. La Chiesa conta su voi, cari cristiani laici, anche per portare il sale e la luce del Vanfelo dentro tutta la società friulana contribuendo a farla crescere secondo i valori più belli della sua tradizione».
A proposito della storia del Friuli, mons. Mazzocato ha detto di essere rimasto «colpito dalla nobiltà del nostro passato e, insieme, dalle tante prove e sofferenze che hanno segnato la popolazione e la Chiesa; l'ultima, il disastroso terremoto del 1976, è viva nella memoria di tutti. La fede è stata il filo conduttore che ha guidato il popolo friulano e la forza che lo ha risollevato anche dalle macerie». Oggi la fiaccola di questa fede, ha sottolineato l'Arcivescovo, «viene messa nelle mie mani perché la tenga alta e la diffonda. Chiedo a tutti di unire le mani e i cuori per tenere, assieme, alta la fiaccola della fede». Ma, per mantenere viva la fede e la speranza, ha concluso l'Arcivescovo, «non basta che uniamo mani e cuori; è necessario, anche, che pieghiamo insieme le ginocchia in preghiera perché la fede e la speranza sono un dono dello Spirito del Signore».
Mons. Mazzocato ha infine salutato i presenti in friulano, tedesco e sloveno: «Cjars sûrs e fradis, us doi il cûr che mê mari mi à dât e che il Signôr al à formât. O soi sigûr di cjatâ vierts ancje i vuestris cûrs par cognossisi, volêsi ben e sostignîsi tant che nus insegne il Vanzeli di Jesù».
Al termine del rito solenne, nella sala del Trono del Palazzo Patriarcale, dove hanno porto i loro saluti a mons. Mazzocato il presidente della Provincia di Udine, Fontanini, della provincia di Treviso, Muraro e l'assessore regionale, Riccardi.
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