Fonte: Portale Diocesi
Mons. Mazzocato a Paluzza: «I nostri defunti sono vivi»
Concelebrazione nella chiesa di S. Daniele e benedizione delle tombe in cimitero
PALUZZA (2 novembre, ore 13.30) – L’arcivescovo, mons. Andrea Bruno Mazzocato, ha fatto la sua prima «uscita» in Carnia recandosi a Paluzza, dove ha celebrato la messa dei defunti nella chiesa di San Daniele, affollata di fedeli, per poi recarsi in processione in cimitero dove ha benedetto le tombe di tutti i fedeli. All’insegna della speranza, questa prima «visita pastorale», come l’ha definita lo stesso Mazzocato, rispondendo al benvenuto del parroco di Paluzza don Tarcisio. «Ho voluto venire fin quassù per pregare insieme ha voi» ha detto, salutando la comunità di Paluzza, all’inizio della concelebrazione.
Campane a festa e applausi all’arrivo di monsignor Mazzocato. «È con grande gioia che le diamo il nostro benvenuto – gli ha detto il parroco – siamo orgogliosi di averla tra noi, tra l’altro per verificare fin dove arriva la sua nuova diocesi che sicuramente è un po’ più grande di quella di Treviso». «La sua presenza – ha continuato il parroco – ci conforta, perché noi siamo ai margini e non sempre le autorità si fanno presenti. Oggi, per esempio, si parla tanto di immigrazione, ma quassù continua il fenomeno antico dell’emigrazione, che dà problemi a cui dobbiamo prestare particolare attenzione».
Nell’omelia, mons. Mazzocato ha ammesso che la Carnia non l’aveva mai vista prima e che è bel lieto di questo incontro «soprattutto per l’opportunità di pregare insieme a voi». Pregare, in particolare, per tutti i defunti, «anche per i miei genitori». Mazzocato ha ricordato che «fin da piccolo papà e mamma mi portavano alla messa dei defunti e in visita al cimitero». Una memoria, questa, che gli è sempre rimasta dentro.
«La preghiera per i defunti – ha sottolineato l’arcivescovo – è importante anche per la nostra vita. Non ha nulla a che vedere con la nostalgia, ma senz’altro con l’affetto dei propri cari. Mia mamma è morta solo un anno fa e il giorno in cui ho lasciato Treviso per venire a Udine – ha ricordato Mazzocato – mia zia, che per me è come una mamma, mi ha detto: vai tranquillo, perché tua mamma ti accompagna sempre».
Per mons. Mazzocato non ci sono dubbi: i defunti sono «vivi», sono un dono di amore che ci riempie di speranza. E questo perché – ha rassicurato l’Arcivescovo, «nella vita eterna il Signore ci trasformerà in una vita piena». Non solo. «Il Signore tiene in mano tutti e vede quello che noi non riusciamo a vedere. Il Signore prende in mano chi riceve il battesimo e non lo perde più». Nella mano del Signore ci sono soprattutto i malati e i sofferenti.
La solenne concelebrazione è stata accompagnata da canti in friulano, italiano e latino. Alla conclusione, la processione fino al cimitero e la benedizione delle tombe, lungo il perimetro del campo santo, con lo struggente canto del Miserere. Il rito si è concluso con la benedizione di tutti i presenti da parte dell’Arcivescovo che si è detto tra l’altro «riconoscente» per aver «pregato insieme a me per i defunti».
Ai giornalisti che aspettavano l’Arcivescovo al termine della cerimonia per chiedergli il motivo di questa sua prima visita proprio a Paluzza, il paese, fra l’altro, dov’è sepolta Eluana Englaro, monsignor Mazzocato ha risposto: «Sono qui per benedire tutti i defunti». «Anche Eluana Englaro?» hanno insistito i cronisti. «È chiaro», ha risposto l'Arcivescovo. Presso la tomba di Eluana c’era lo zio, Armando Englaro.
Mons. Mazzocato, conversando ancora con i giornalisti, ha riferito che dopo questa sua prima uscita, si propone un programma di visite ad ogni parrocchia della Carnia ed ha osservato che la fede e la tradizione sono risorse importanti anche per lo sviluppo di questa terra come ha testimoniato l’assemblea dei cristiani.
Francesco Dal Mas
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