ASIA/NEPAL - Condono del debito al Nepal: il Fondo monetario dice “no”
Kathmandu (Agenzia Fides) – La campagna “Jubilee Network”, che unisce 75 organizzazioni e 400 comunità religiose in tutto il mondo, ha chiesto al Fondo Monetario Internazionale (FMI) di condonare parte del debito estero del Nepal, colpito dal terribile sisma dell’aprile scorso. Come appreso da Fides, il Fondo Monetario ha ufficialmente dato risposta negativa.
La proposta intendeva utilizzare lo speciale “fondo fiduciario” dell'FMI destinato ad aiutare i paesi poveri quando si trovano ad affrontare le calamità naturali. Attraverso quel fondo sono stati condonati in passato quasi 100 milioni di dollari del debito a nazioni dell'Africa occidentale colpite dal virus ebola.
“Il diniego del FMI è una è una notizia preoccupante per il paese", ha detto all’Agenzia Fides Eric LeCompte, direttore esecutivo della rete “Jubilee Network”. Il Nepal è uno dei 38 paesi a basso reddito che possono beneficiare degli aiuti del nuovo fondo. Per poter beneficiare di tale sostegno dopo un disastro naturale, un paese beneficiario deve soddisfare determinati criteri: il disastro deve colpire almeno un terzo della popolazione del paese e causare un danno produttivo grave all'economia del Paese. Secondo il FMI, il Nepal, dopo il sisma, soddisfala la prima condizione ma non la seconda, anche se le stime parlano di 5-10 miliardi di dollari di danni, circa un terzo del totale dell'economia del paese.
Eric LeCompte rimarca che il fondo speciale “è stato creato per situazioni proprio come queste”, ricordando che FMI, la Banca Mondiale e Banca dello Sviluppo asiatico detengono circa tre miliardi di dollari del debito estero del Nepal. Il condono di parte del debito permetterebbe di destinare un flusso maggiore di risorse alla ricostruzione e alla ripresa post sisma.
“Jubilee USA Network” è un'alleanza di oltre 75 organizzazioni e di 400 comunità religiose che lavorano con 50 partner mondiali, impegnata a costruire un'economia che tutela e promuove la partecipazione dei più vulnerabili. (PA) (Agenzia Fides 27/6/2015)
La proposta intendeva utilizzare lo speciale “fondo fiduciario” dell'FMI destinato ad aiutare i paesi poveri quando si trovano ad affrontare le calamità naturali. Attraverso quel fondo sono stati condonati in passato quasi 100 milioni di dollari del debito a nazioni dell'Africa occidentale colpite dal virus ebola.
“Il diniego del FMI è una è una notizia preoccupante per il paese", ha detto all’Agenzia Fides Eric LeCompte, direttore esecutivo della rete “Jubilee Network”. Il Nepal è uno dei 38 paesi a basso reddito che possono beneficiare degli aiuti del nuovo fondo. Per poter beneficiare di tale sostegno dopo un disastro naturale, un paese beneficiario deve soddisfare determinati criteri: il disastro deve colpire almeno un terzo della popolazione del paese e causare un danno produttivo grave all'economia del Paese. Secondo il FMI, il Nepal, dopo il sisma, soddisfala la prima condizione ma non la seconda, anche se le stime parlano di 5-10 miliardi di dollari di danni, circa un terzo del totale dell'economia del paese.
Eric LeCompte rimarca che il fondo speciale “è stato creato per situazioni proprio come queste”, ricordando che FMI, la Banca Mondiale e Banca dello Sviluppo asiatico detengono circa tre miliardi di dollari del debito estero del Nepal. Il condono di parte del debito permetterebbe di destinare un flusso maggiore di risorse alla ricostruzione e alla ripresa post sisma.
“Jubilee USA Network” è un'alleanza di oltre 75 organizzazioni e di 400 comunità religiose che lavorano con 50 partner mondiali, impegnata a costruire un'economia che tutela e promuove la partecipazione dei più vulnerabili. (PA) (Agenzia Fides 27/6/2015)
ASIA/INDIA - Violenza anticristiana in Kerala
New Delhi (Agenzia Fides) – I cristiani in India continuano a subire aggressioni da gruppi estremisti indù. Come comunicato a Fides dall’Evangelical Fellowship of India (EFI), un nuovo episodio di violenza anticristiana è avvenuto domenica 14 giugno in Kerala: un gruppo di fedeli è stato aggredito durante una celebrazione in una chiesa protestante nella località di Attingal. Come riferito a Fides, oltre 200 militanti di organizzazioni radicali indù sono penetrati nella sala di culto gridando slogan come “Bharat Mathaki Jai” (“Ave madre India”). Gli aggressori hanno iniziato a malmenare il Pastore e i fedeli che sono fuggiti terrorizzati. Diversi sono stati percossi e hanno riportato ferite. I miltanti hanno devastato la chiesa rompendo l’altare e gli arredi liturgici. La polizia, giunta dopo mezz’ora, ha solo potuto constatare i danni.
Nei giorni successivi, il ministro degli Interni dello Kerala ha visitato la comunità colpita, condannando la violenza e promettendo di consegnare gli aggressori alla giustizia. I cristiani di Attingal hanno organizzato una pacifica marcia di protesta nella città, invocando armonia e libertà religiosa. D’altro canto, in una contro-manifestazione pubblica, radicali indù recitavano slogan anticristiani e scandivano minacce.
In Kerala, uno degli stati del sud dell'India, i cristiani rappresentano oltre il 40% della popolazione totale dello stato. (PA) (Agenzia Fides 27/6/2015)
Nei giorni successivi, il ministro degli Interni dello Kerala ha visitato la comunità colpita, condannando la violenza e promettendo di consegnare gli aggressori alla giustizia. I cristiani di Attingal hanno organizzato una pacifica marcia di protesta nella città, invocando armonia e libertà religiosa. D’altro canto, in una contro-manifestazione pubblica, radicali indù recitavano slogan anticristiani e scandivano minacce.
In Kerala, uno degli stati del sud dell'India, i cristiani rappresentano oltre il 40% della popolazione totale dello stato. (PA) (Agenzia Fides 27/6/2015)
ASIA/TERRA SANTA - “Nuova” sigla jihadista minaccia i cristiani di Gerusalemme
Gerusalemme (Agenzia Fides) – Alcuni volantini contenenti minacce ai cristiani di Gerusalemme e firmati da un'organizzazione finora sconosciuta che si definisce “Stato Islamico in Palestina” - con la palese intenzione di evidenziare la propria affiliazione o contiguità allo Stato Islamico – sono stati rinvenuti nella serata di giovedì 25 giugno in alcuni quartieri arabi della parte orientale della Città Santa. Secondo quanto riportato dai media israeliani, nei volantini – su cui compare anche i logo dello Stato Islamico - i cristiani di Gerusalemme vengono minacciati di morte se non lasceranno la città prima del 18 luglio, giorno in cui cade quest'anno la festa dell'Eid al Fitr, a chiusura del mese santo del Ramadan. Nel messaggio – che contiene minacce anche contro il Presidente dell'Autorità palestinese Mahmud Abbas – i cristiani vengono definiti “agenti d'Israele”.
Il messaggio intimidatorio contenuto nei volantini ha provocato immediate reazioni di Michel Sabbah, Patriarca emerito di Gerusalemme dei Latini, e dell'Arcivescovo Theodosios di Sebastia, del Patriarcato greco-ortodosso di Gerusalemme. “Non si sa chi ha distribuito i volantini” dichiara all'Agenzia Fides p. Raed Abusahliah, Direttore generale di Caritas Jerusalem “e francamente non sentiamo su di noi la pressione di questi gruppi di invasati. Ma certo l'episodio ha sparso preoccupazione tra una parte dei cristiani. Alcuni di loro si chiedono: come è possibile che questi pazzi siano arrivati fin qui?” Padre Raed fa notare che “le reazioni dei musulmani sono arrivate prima di quelle dei cristiani: tanti leader musulmani hanno condannato le minacce dei volantini e hanno detto che saranno i primi a difendere i loro fratelli cristiani, se succede qualcosa. Mentre molti fedeli cristiani hanno detto che non lasceranno mai la terra di Cristo, dove sono nati, davanti a nessuna minacc ia”. Il Direttore di Caritas Jerusalem fa anche notare che “queste sigle e questi gruppi possono essere appoggiati e infiltrati da forze che agiscono nell'ombra, come si vede anche in quello che sta accadendo in Iraq e in Siria. Magari adesso c'è chi vuole far vedere che i cristiani sono fragili e hanno bisogno di qualche forma di 'protezione', evidentemente non disinteressata”. (GV) (Agenzia Fides 27/6/2015).
Il messaggio intimidatorio contenuto nei volantini ha provocato immediate reazioni di Michel Sabbah, Patriarca emerito di Gerusalemme dei Latini, e dell'Arcivescovo Theodosios di Sebastia, del Patriarcato greco-ortodosso di Gerusalemme. “Non si sa chi ha distribuito i volantini” dichiara all'Agenzia Fides p. Raed Abusahliah, Direttore generale di Caritas Jerusalem “e francamente non sentiamo su di noi la pressione di questi gruppi di invasati. Ma certo l'episodio ha sparso preoccupazione tra una parte dei cristiani. Alcuni di loro si chiedono: come è possibile che questi pazzi siano arrivati fin qui?” Padre Raed fa notare che “le reazioni dei musulmani sono arrivate prima di quelle dei cristiani: tanti leader musulmani hanno condannato le minacce dei volantini e hanno detto che saranno i primi a difendere i loro fratelli cristiani, se succede qualcosa. Mentre molti fedeli cristiani hanno detto che non lasceranno mai la terra di Cristo, dove sono nati, davanti a nessuna minacc ia”. Il Direttore di Caritas Jerusalem fa anche notare che “queste sigle e questi gruppi possono essere appoggiati e infiltrati da forze che agiscono nell'ombra, come si vede anche in quello che sta accadendo in Iraq e in Siria. Magari adesso c'è chi vuole far vedere che i cristiani sono fragili e hanno bisogno di qualche forma di 'protezione', evidentemente non disinteressata”. (GV) (Agenzia Fides 27/6/2015).
AMERICA/HONDURAS - La Chiesa per “una politica senza corruzione”
Tegucigalpa (Agenzia Fides) – La comunità nazionale deve risolvere importante problemi sociali che affliggono questo paese, rilanciando il dialogo nelle politica: è quanto afferma l'editoriale del settimanale “Fides” della capitale del Honduras, organo principale della stampa cattolica nel paese.
“L'obiettivo principale della politica è favorire la dignità e i diritti fondamentali della persona umana. L'impegno politico significa prendere decisioni specifiche, progettare programmi, partecipare a campagne, esercitare il potere a servizio dei cittadini. Così che l'attività politica, in breve, è indirizzata alla pratica della carità vale a dire all'amore del prossimo”. Il testo del settimanale invita tutti a riflettere su come fermare la corruzione e la violenza che sembrano crescere ogni giorno nel paese.
“La storia dell'Honduras, nel secolo scorso, è stata caratterizzata da odio, rancore, vendetta e divisioni che hanno portato alla lotta armata fratricida", continua il testo, rimarcando “l'enorme disparità fra honduregni”: “Nella diseguaglianza abissale della distribuzione del reddito, il 20% della popolazione, la più ricca, prende quasi il 60% dei ricavi, mentre il 24% della popolazione più povera ha accesso a solo il 3% degli introiti del paese”.
“La presenza di corruzione che persiste ad oggi, quando vi è una maggiore consapevolezza tra la popolazione sulla gravità di questa pratica vergognosa. Corruzione, significa rubare ai più poveri l'opportunità per avere cibo, salute, istruzione, alloggio e occupazione”, conclude il testo.
(CE) (Agenzia Fides, 27/06/2015)
“L'obiettivo principale della politica è favorire la dignità e i diritti fondamentali della persona umana. L'impegno politico significa prendere decisioni specifiche, progettare programmi, partecipare a campagne, esercitare il potere a servizio dei cittadini. Così che l'attività politica, in breve, è indirizzata alla pratica della carità vale a dire all'amore del prossimo”. Il testo del settimanale invita tutti a riflettere su come fermare la corruzione e la violenza che sembrano crescere ogni giorno nel paese.
“La storia dell'Honduras, nel secolo scorso, è stata caratterizzata da odio, rancore, vendetta e divisioni che hanno portato alla lotta armata fratricida", continua il testo, rimarcando “l'enorme disparità fra honduregni”: “Nella diseguaglianza abissale della distribuzione del reddito, il 20% della popolazione, la più ricca, prende quasi il 60% dei ricavi, mentre il 24% della popolazione più povera ha accesso a solo il 3% degli introiti del paese”.
“La presenza di corruzione che persiste ad oggi, quando vi è una maggiore consapevolezza tra la popolazione sulla gravità di questa pratica vergognosa. Corruzione, significa rubare ai più poveri l'opportunità per avere cibo, salute, istruzione, alloggio e occupazione”, conclude il testo.
(CE) (Agenzia Fides, 27/06/2015)
AMERICA/EL SALVADOR - Mons. Romero riconosciuto "Meritísimo Figlio di El Salvador"
San Salvador (Agenzia Fides) – L'Assemblea legislativa del Salvador ha consegnato la distinzione onorevole di "Meritísimo Figlio di El Salvador" post mortem al Beato Oscar Arnulfo Romero, per il suo importante lavoro sociale e pastorale nel paese.
Alla cerimonia hanno partecipato i fratelli del Beato, Gaspar e Tiberio, che hanno ricevuto il riconoscimento, e i rappresentanti della Chiesa cattolica, tra i quali il vescovo ausiliare della capitale, Sua Ecc. Mons. Gregorio Rosa Chavez e Mons. Ricardo Urioste che presiede la Fondazione Romero.
Il Vescovo martire, conosciuto come la "voce dei senza voce", è stato ucciso da un cecchino il 24 marzo 1980 mentre celebrava la Messa nella cappella di un piccolo ospedale per i malati terminali di cancro. Dopo 35 anni di suo martirio è stato riconosciuto perché ucciso in odium fidei. Romero è stato beatificato il 23 maggio in una cerimonia affollatissima nella capitale salvadoregna.
(CE) (Agenzia Fides, 27/06/2015)
Alla cerimonia hanno partecipato i fratelli del Beato, Gaspar e Tiberio, che hanno ricevuto il riconoscimento, e i rappresentanti della Chiesa cattolica, tra i quali il vescovo ausiliare della capitale, Sua Ecc. Mons. Gregorio Rosa Chavez e Mons. Ricardo Urioste che presiede la Fondazione Romero.
Il Vescovo martire, conosciuto come la "voce dei senza voce", è stato ucciso da un cecchino il 24 marzo 1980 mentre celebrava la Messa nella cappella di un piccolo ospedale per i malati terminali di cancro. Dopo 35 anni di suo martirio è stato riconosciuto perché ucciso in odium fidei. Romero è stato beatificato il 23 maggio in una cerimonia affollatissima nella capitale salvadoregna.
(CE) (Agenzia Fides, 27/06/2015)
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