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All’Angelus in Piazza San Pietro, davanti a una folla di fedeli nonostante il caldo, il pensiero di Papa Francesco è andato alla popolazione siriana provata da un conflitto che sembra non avere fine. In particolare, il Pontefice ha rinnovato l’appello per la liberazione del gesuita padre Paolo Dall’Oglio, a due anni dal sequestro, e di tutti gli ostaggi nelle zone di conflitto. Il Papa con un gesto simbolico si è inoltre iscritto, cliccando su un tablet, alla Gmg di Cracovia ed ha invitato tutti i giovani a partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù, che inizierà fra un anno esatto nella terra natale di San Giovanni Paolo II. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Papa Francesco non dimentica la Siria, le sofferenze della popolazione e ancora una volta rinnova un accorato appello di riconciliazione per il martoriato Paese mediorientale.
Liberare padre Dall’Oglio e tutte le persone sequestrate in Siria
Il Pontefice ricorda, in particolare, che tra qualche giorno ricorre il secondo anniversario da quando è stato rapito padre Paolo Dall’Oglio:
Il Pontefice ricorda, in particolare, che tra qualche giorno ricorre il secondo anniversario da quando è stato rapito padre Paolo Dall’Oglio:
“Rivolgo un accorato e pressante appello per la liberazione di questo stimato religioso. Non posso dimenticare anche i Vescovi Ortodossi rapiti in Siria e tutte le altre persone che, nelle zone di conflitto, sono state sequestrate. Auspico il rinnovato impegno delle competenti Autorità locali e internazionali, affinché a questi nostri fratelli venga presto restituita la libertà. Con affetto e partecipazione alle loro sofferenze, vogliamo ricordarli nella preghiera”.
Invito i giovani di tutto il mondo alla Gmg di Cracovia
Prima delle parole sulla Siria, Papa Francesco con un gesto simbolico, cliccando su un tablet con accanto due ragazzi, si era iscritto per primo alla Gmg di Cracovia, aprendo così ufficialmente le iscrizioni dei giovani a un anno esatto dal grande evento:
Prima delle parole sulla Siria, Papa Francesco con un gesto simbolico, cliccando su un tablet con accanto due ragazzi, si era iscritto per primo alla Gmg di Cracovia, aprendo così ufficialmente le iscrizioni dei giovani a un anno esatto dal grande evento:
“Celebrata durante l’Anno della Misericordia, questa Giornata sarà, in certo senso, un giubileo della gioventù, chiamata a riflettere sul tema «Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia» (Mt 5,7). Invito i giovani di tutto il mondo a vivere questo pellegrinaggio sia recandosi a Cracovia, sia partecipando a questo momento di grazia nelle proprie comunità”.
Nel commento del Vangelo domenicale, incentrato sul miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci da parte di Gesù, Papa Francesco ha sottolineato che questo prodigio avviene grazie alla “potenza misericordiosa di Dio, che guarisce da ogni male del corpo e dello spirito”.
Gesù sostituisce la logica del comprare con quella del dare
I discepoli, ha poi osservato, “ragionano in termini di mercato, ma Gesù alla logica del comprare sostituisce quella del dare”. I suoi gesti, ha soggiunto, “anticipano quelli dell’Ultima Cena, che danno al pane di Gesù il suo significato più profondo e più vero”:
I discepoli, ha poi osservato, “ragionano in termini di mercato, ma Gesù alla logica del comprare sostituisce quella del dare”. I suoi gesti, ha soggiunto, “anticipano quelli dell’Ultima Cena, che danno al pane di Gesù il suo significato più profondo e più vero”:
“Il pane di Dio è Gesù stesso. Facendo la Comunione con Lui, riceviamo la sua vita in noi e diventiamo figli del Padre celeste e fratelli tra di noi. Facendo la Comunione ci incontriamo con Gesù, realmente vivo e risorto. Partecipare all’Eucaristia significa entrare nella logica di Gesù, la logica della gratuità, della condivisione. E per quanto siamo poveri, tutti possiamo donare qualcosa. ‘Fare la Comunione’ significa anche attingere da Cristo la grazia che ci rende capaci di condividere con gli altri ciò che siamo e ciò che abbiamo”.
Ognuno di noi può moltiplicare gesti di solidarietà
La folla, ha proseguito, “è colpita dal prodigio della moltiplicazione dei pani; ma il dono che Gesù offre è pienezza di vita per l’uomo affamato”. Gesù, infatti, “sazia non solo la fame materiale, ma quella più profonda, la fame di senso della vita, la fame di Dio”. Di fronte alla sofferenza, alla solitudine, alla povertà e alle difficoltà di tanta gente, si è quindi chiesto il Papa, “che cosa possiamo fare noi? Lamentarsi - ha risposto - non risolve niente, ma possiamo offrire quel poco che abbiamo”:
La folla, ha proseguito, “è colpita dal prodigio della moltiplicazione dei pani; ma il dono che Gesù offre è pienezza di vita per l’uomo affamato”. Gesù, infatti, “sazia non solo la fame materiale, ma quella più profonda, la fame di senso della vita, la fame di Dio”. Di fronte alla sofferenza, alla solitudine, alla povertà e alle difficoltà di tanta gente, si è quindi chiesto il Papa, “che cosa possiamo fare noi? Lamentarsi - ha risposto - non risolve niente, ma possiamo offrire quel poco che abbiamo”:
“Abbiamo certamente qualche ora di tempo, qualche talento, qualche competenza... Chi di noi non ha i suoi ‘cinque pani e due pesci’? Tutti ne abbiamo! Se siamo disposti a metterli nelle mani del Signore, basteranno perché nel mondo ci sia un po’ più di amore, di pace, di giustizia e soprattutto di gioia. Quanto è necessaria la gioa nel mondo! Dio è capace di moltiplicare i nostri piccoli gesti di solidarietà e renderci partecipi del suo dono”.
Infine, nella festa dei Santi Gioacchino e Anna, il Papa ha rivolto un pensiero speciale ai nonni, figura a lui particolarmente cara. Dal Santo Padre il ringraziamento a tutte le nonne e i nonni “per la loro preziosa presenza nelle famiglie e per le nuove generazioni”.
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Tra gli attacchi sanguinosi che hanno sconvolto alcune aree del Medio Oriente, in particolare la Turchia e con l’avanzata del terrorismo del sedicente Stato islamico, la crisi siriana sembra purtroppo finita in un cono d’ombra, mentre la guerra intestina continua a provocare ogni giorno decine di morti e a ridurre la popolazione allo stremo. “Oltre la violenza quello che minaccia tutti quanti è la bomba della povertà”, dice mons.Mario Zenari, nunzio apostolico a Damasco dal 2009, che al microfono di Cecilia Seppia denuncia il mancato impegno della Comunità internazionale e offre una testimonianza sulla situazione in Siria:
R. – La dimenticanza è un male che si aggiunge al male che già esiste. Quando un conflitto si protrae a lungo rischia di cadere nella dimenticanza e questo fa molto male a tutti quanti.
D. – Tra qualche giorno il 29 luglio saranno trascorsi due anni dal rapimento di padre Paolo Dall’Oglio e ovviamente c’è tristezza, c’è rabbia, per una situazione che non si è risolta…
R. – Sì, tutti lo ricordiamo con grande amore, con grande simpatia, con grande stima: questo religioso che ha amato la Siria, che ha fatto molto per il dialogo interreligioso. Vorrei ricordare che assieme a lui sono sequestrati e non si hanno notizie altri sei ecclesiastici tra cui due vescovi, fino all’ultimo sacerdote rapito un paio di settimane fa, qui nel Sud della Siria. Questi sette ecclesiastici fanno parte di migliaia, sono migliaia le persone scomparse senza lasciare alcuna traccia e con dolore per tantissime famiglie.
R. - Si parla della crisi politica siriana delle alleanze geopolitiche nell’area anche in questo scenario estremamente mutevole e pericoloso. Si danno i numeri dei raid della Coalizione a guida americana su Iraq, su Siria, ci si dimentica della gente comune. Com’è la situazione?
D. – La situazione è veramente molto allarmante: si sono superati i 4 milioni di rifugiati nei Paesi vicini, si parla ancora di 7 milioni e mezzo, anzi più di 7 milioni e mezzo di sfollati interni. E oltre ai morti, ai feriti, c’è quello che minaccia tutti quanti, anche chi è sfuggito alle bombe o alle schegge: è la minaccia della bomba della povertà. Circa il 60 per cento della gente non ha lavoro, i prezzi salgono continuamente: la "bomba della povertà" fa male a tutti e colpisce tutti quanti. Si ripete continuamente anche nell’ambito delle Nazioni Unite, dell’inviato speciale delle Nazioni Unite, che non si deve dare una soluzione militare: occorre trovare urgentemente una soluzione politica e occorre che la Comunità internazionale faccia sforzi maggiori. Non si può più permettere che si arrivi a mesi e mesi di guerra.
D. – Quali sono secondo lei le aree che più necessitano di aiuti, di attenzione?
R. - Ci sono alcune aree come Aleppo nell’Est, Hassaké, Kamishlié, all’Ovest, Nord Ovest, ma anche al Sud della Siria direi. La piaga è diffusa un po’ in tutta la Siria, è difficile trovare zone risparmiate.
D. – Come Chiesa lei persegue la strada del dialogo, dialogo che non è sempre facile visti anche gli interlocutori che agiscono in Siria …
R. – Sì, direi la strada del dialogo, anzitutto con le autorità religiose, di differenti confessioni religiose. E poi direi ancora l’impegno delle Chiese nel campo degli aiuti umanitari. Si sta facendo di tutto, si sta lavorando molto alacremente per cercare di coordinare sia la raccolta che la distribuzione di aiuti umanitari. Naturalmente questa è una goccia in questo deserto di necessità, però è una goccia preziosa. Il valore aggiunto è dato anche dalla presenza sul posto di persone religiose, di sacerdoti, di persone consacrate, che sono persone rispettate e amate da tutti quanti, da tutte le varie confessioni religiose.
D. – Lei recentemente è stato ricevuto dal Papa: qual è la parola di Francesco che più si porta nel cuore e più l’aiuta a svolgere questo suo delicato compito?
R. – La sua vicinanza … Il Papa ha un cuore per queste sofferenze, è vicino a queste persone che soffrono e questo l’ho toccato con mano, l’ho sentito.
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