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domenica 13 settembre 2015

Bollettino Fides News del 12 settembre 2015

VATICANO - Il Card. Filoni ai Vescovi del Bangladesh: “siate seminatori di unità nelle diocesi”
Dhaka (Agenzia Fides) – L’unità con Cristo e con la comunità dei fedeli, che “hanno il diritto di vedere i loro Vescovi vivere in comunione, sia nelle decisioni pastorali da loro adottate che nella loro attuazione”, è stata sottolineata questa mattina dal Card. Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, che ha incontrato i Vescovi della Conferenza Episcopale del Bangladesh a Dhaka, nell’ambito della sua visita pastorale in Asia (vedi Fides 7/9/2015).
“Seminate l'unità e non la divisione nelle vostre Diocesi” ha raccomandato il Cardinale. Anche se il contesto di ogni diocesi può essere diverso, e di conseguenza anche le attività missionarie e i modi di evangelizzare, tuttavia “la direzione di tutte le Diocesi deve sempre essere una e la stessa”. Quindi ha spiegato: “L'unità non implica uniformità… Nessun Vescovo può reclamare che una Diocesi è sua proprietà personale. La Chiesa appartiene a Cristo e noi siamo i suoi servi, che si sforzano di fare la sua volontà. Tutti i battezzati appartengono alla Chiesa e ai suoi Pastori è affidato il compito di guidare i membri per il giusto cammino. Siamo servi non padroni”.
Il Prefetto del Dicastero Missionario ha citato con soddisfazione il gran numero di persone che ricevono il battesimo e le tante conversioni, soprattutto nelle zone rurali e fra i gruppi tribali, esortando i Vescovi a “continuare questa missione” e a “promuovere l’evangelizzazione di queste persone”, senza comunque trascurare gli impegni pastorali nelle zone urbane. Ha quindi elogiato l’impegno dei Vescovi, che si recano spesso a visitare parrocchie, comunità ed altre istituzioni, “questo dimostrerà che siamo servi di tutti, inoltre sapete bene quanto queste persone si sentano riconoscenti e privilegiate quando vengono visitate dal loro Pastore”.
“Sono ben consapevole delle difficoltà che incontrate vivendo come minoranza in Bangladesh – ha proseguito il Card.Filoni -. La grande sfida è vivere in armonia con quanti professano altre religioni, cercare un terreno comune di dialogo senza compromettere la verità della nostra fede… Vi invito a costruire relazioni armoniose con tutti. Le altre religioni non sono né i nostri rivali, né i nostri concorrenti. Papa Francesco ci ricorda che la fede si propone non solo attraverso la predicazione, ma anche attraverso il contatto personale e la testimonianza… Siamo chiamati a stabilire Chiese locali radicate nella cultura di ogni nazione, ma sempre coerenti con gli insegnamenti e le dottrine della Chiesa cattolica. Col tempo ogni Chiesa locale deve crescere, con il clero diocesano e i Vescovi locali, in modo che l'attività missionaria raggiunga ogni zona remota e bisognosa”.
Tra le raccomandazioni del Card. Filoni ai Vescovi del Bangladesh, in primo luogo figura l’attenzione particolare al cammino di formazione che si svolge nei seminari, quindi la cura per la formazione permanente dei sacerdoti, e la partecipazione dei laici alla vita della Chiesa, all’opera di evangelizzazione ed all’amministrazione delle diocesi.
“Il Popolo di Dio ha grandi aspettative da voi come Vescovi – ha concluso il Cardinale -. La vostra gente si aspetta che siate missionari che lavorano duro; promotori di comunione; collaboratori nella Chiesa; tra i primi ad incoraggiare i sacerdoti, i religiosi e i laici”. (SL) (Agenzia Fides 12/9/2015)
VATICANO - Il Card. Filoni incontra Vescovi, sacerdoti, religiosi e laici del Bangladesh: “siamo tutti in stato permanente di missione”
Dhaka (Agenzia Fides) – In tarda mattinata il Card. Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, ha incontrato oggi a Dhaka, i rappresentanti delle 7 diocesi del Bangladesh: Vescovi, superiori dei religiosi, sacerdoti e laici, circa 120 persone.
L’ampio discorso del Prefetto del Dicastero Missionario ha avuto per tema “La prospettiva missionaria nella Evangelii gaudium: da una missione della Chiesa a una Chiesa ‘in missione’" e si è articolato sviluppando quattro punti: La novità della Evangelii gaudium; lo scopo di questo documento; la Chiesa come agente di missione; una prospettiva missionaria.
“Evangelii Gaudium non è un documento pontificio composto nel modo tradizionale” ha evidenziato prima di tutto il Cardinale, “cioè, suddiviso in varie sezioni… Inoltre, non è un documento che si rivolge esclusivamente ad una singola categoria di persone che sono obbligate a trattare con il Vangelo in una maniera quasi-professionale”. La parola “missione” è un termine aperto, e fin dall’inizio del suo Pontificato Papa Francesco ha ripetuto che la prospettiva missionaria è insita nella vita del battezzato, viene prima di ogni altro tipo di impegno pastorale. Secondo il Papa, in linea con i suoi predecessori, tutti noi, in quanto battezzati, sacerdoti, religiosi o laici, “siamo tutti chiamati ad essere agenti di missione, che appartiene a tutto il popolo di Dio”.
“Lo scopo di questo documento è mettere tutta la Chiesa in stato permanente di missione – ha sottolineato ancora il Prefetto del Dicastero Missionario -. Forse in passato, abbiamo pensato e vissuto la Chiesa in un certo modo statico, come una realtà consolidata, collegata con l'immobilità e la conservazione, piuttosto che a una realtà collegata al dinamismo e al movimento. Papa Francesco preferisce una Chiesa in movimento… in grado di trovare nuove espressioni, nuovi metodi e una nuova vita”. Quindi il Card. Filoni ha sottolineato che l’intera Chiesa è chiamata ad essere soggetto di missione, in quanto “la Chiesa non è una realtà astratta, ma una entità concreta. Di conseguenza, non si può parlare di ‘natura missionaria’ della Chiesa, senza impegnare concretamente tutti i cristiani”.
Nell’ultima parte del suo discorso, il Card. Filoni ha evidenziato che la Parola di Dio è il prerequisito per annunciare il Vangelo, in quanto essa “continua il dialogo e l’incontro di Dio con il suo popolo”. Inoltre la gioia della fede, che siamo chiamati a comunicare e a testimoniare, nasce dall’incontro con Cristo. “La manifestazione dell'amore di Dio in Gesù ha un destinatario preciso, ogni persona, me compreso, nell'esperienza di essere salvato da Gesù Cristo. L'esperienza di stupore nell'incontro rivela il mistero dell'amore di Dio per me. In questo si trovano le ragioni per la missione e il suo contenuto”. (SL) (Agenzia Fides 12/9/2015)
AFRICA/BURUNDI - I Vescovi denunciano il clima di violenza e il riaccendersi dello spirito di divisione del Paese
Bujumbura (Agenzia Fides)-“Non uccidere”. Con questo richiamo al quinto comandamento i Vescovi del Burundi invitano i burundesi a lavorare per la pace nel Paese che sta vivendo la peggiore crisi dalla fine della guerra civile nel 2003, dopo che il Presidente Pierre Nkurunziza è stato rieletto per un terzo mandato in violazione della Costituzione.
I Vescovi si sono espressi sulla situazione del Paese in un comunicato pubblicato al termine della loro Assemblea Plenaria all’inizio di settembre. I Presuli sottolineano come si sia creata una divisione nella popolazione tra coloro che si sentono al sicuro e quelli invece che temono per la propria vita al punto che in diversi sono stati costretti a fuggire anche all’estero.
I Vescovi condanno gli atti criminali che si registrano quotidianamente in particolare nella capitale Bujumbura, dove ogni notte si verificano omicidi, e dove diverse persone non dormono nel proprio domicilio per paure di essere rapite o uccise. In alcuni quartieri, denuncia il comunicato, gli abitanti sono consegnati in residenza sorvegliata e, non potendo uscire di casa per andare a lavorare o procurarsi da mangiare, rischiano di morire di fame.
“La povertà minaccia la popolazione- scrivono i Vescovi- e questa accresce il dramma che stiamo vivendo, dal momento che alcuni membri della comunità internazionale sembrano aver sospeso i loro aiuti al Burundi”.
I Vescovi deplorano inoltre il linguaggio utilizzato nel confronto politico sia da parte del governo che dall’opposizione, giudicandolo “minaccioso e teso a denigrare gli altri. (…). Un linguaggio a carattere terroristico volto a provocare il confronto come se fossimo in guerra”. Un linguaggio che serve a risvegliare lo spirito di divisione di un Paese che con gli accordi di pace voleva cambiare pagina e intraprendere la via della riconciliazione nazionale.
Dopo aver invitato i fedeli alla preghiera per la pace nel Paese, i Vescovi rivolgono un pressante appello ai protagonisti della crisi politica perché si siedano attorno ad un tavolo per “prendere i provvedimenti che permettano al Burundi di ritornare ad essere un Paese vivibile dove ciascuno si senta libero nel rispetto reciproco”. (L.M.) (Agenzia Fides 12/9/2015)
ASIA/ISRAELE - Il Vescovo Marcuzzo: non ci sarà nessuna “serrata” dei Luoghi Santi in appoggio allo sciopero delle scuole cristiane
Nazareth (Agenzia Fides) - “Non c'è niente di serio e di attendibile nelle voci che parlano di una possibile chiusura dei Luoghi Santi come iniziativa da intraprendere in appoggio allo sciopero delle scuole cristiane”. Così riferisce all'Agenzia Fides il Vescovo Giacinto-Boulos Marcuzzo, Vicario patriarcale per Israele del Patriarcato Latino di Gerusalemme. L'autorevole e perentoria smentita pone fine alle indiscrezioni su una possibile “serrata” dei Luoghi Santi cristiani che sarebbe stata presa in considerazione dalla Chiese di Terra Santa come misura estrema da mettere in campo nel braccio di ferro in corso tra le scuole cristiane e il governo israeliano. “Questa ipotesi non è stata affatto presa in esame, a nessun livello. Anzi, noi incoraggiamo i pellegrini a venire da tutto il mondo per visitare i Luoghi Santi. Diciamo a tutti: venite in Terra Santa, non c'è nessun motivo di esitare e di avere paura” ribadisce a Fides il Vescovo Marcuzzo, che presiede anche il Co mitato negoziale delle scuole cristiane, incaricato delle trattative con il governo israeliano.
Nei giorni scorsi, secondo quanto riportato da alcune agenzie, un portavoce delle scuole cristiane durante una conferenza stampa aveva fatto balenare l'ipotesi di una chiusura dei Luoghi Santi - che ogni anno attirano da tutto il mondo milioni di pellegrini - come strumento di ritorsione per colpire l'economia israeliana e nello stesso tempo sensibilizzare la comunità internazionale suo trattamento – considerato discriminatorio – che il governo israeliano sta riservando alle scuole cristiane.
Tale ipotesi è apparsa da subito in contraddizione con i numerosi appelli - lanciati di recente anche dalla Custodia francescana di Terra Santa – che invitavano i pellegrini a tornare senza indugio nella terra di Gesù, dopo il preoccupante calo di pellegrinaggi registrato negli ultimi mesi, e attribuito dagli operatori sia alla crisi economica che all'instabilità di Paesi confinanti con Israele e Palestina.
Proseguirà quindi in altre forme – compresi presidi e manifestazioni pubbliche - la protesta messa in atto dalle scuole cristiane di Terra Santa, che dall'inizio dell'anno scolastico proseguono lo sciopero a oltranza e non hanno ancora riaperto le aule per la ripresa delle ordinarie attività scolastiche. Alla radice della protesta ci sono le restrizioni di bilancio imposte dallo Stato ebraico. In pochi anni, i contributi pubblici alle scuole cristiane sono diminuiti di oltre il 45%, costringendo gli istituti ad aumentare le rette scolastiche a carico delle famiglie, spesso dotate di redditi bassi, sotto la media nazionale. Le 47 scuole cristiane presenti in Israele sono frequentate da 33mila studenti (di cui solo la metà sono battezzati) e impiegano 3mila insegnanti. I sussidi statali, che fino a qualche anno fa coprivano il 65% delle rette, sono stati drasticamente ridotti e adesso non coprono nemmeno il 30% delle spese di gestione. (GV) (Agenzia Fides 12/2015).
AMERICA/CUBA - Indulto per 3522 detenuti: i Vescovi esprimono la loro soddisfazione per “questa azione di misericordia”
L’Avana (Agenzia Fides) – "La notizia della liberazione dei prigioni è motivo di allegria e di sollievo spirituale per gli stessi detenuti e per i loro parenti così come per i collaboratori della pastorale penitenziaria" afferma un comunicato della Segreteria generale della Conferenza dei Vescovi cattolici di Cuba, pubblicato ieri 11 settembre, con il quale i Vescovi cubani esprimono loro sentita soddisfazione per il gesto umanitario del Governo dell’Avana che ha decretato un indulto per 3.522 detenuti, forse il più numeroso di tutti i tempi.

I Vescovi riferiscono che tutte le diocesi hanno ricevuto numerose richieste dai parenti di persone in carcere per chiedere l’indulto e che lo stesso titolare della diocesi ha portato avanti le pratiche presso le autorità governative o tramite la Commissione nazionale per la pastorale penitenziaria.

"Con quest'azione di misericordia si anticipano già i frutti che la Visita di Papa Francesco, nella sua condizione di Missionario della Misericordia, ci lascerà per il benessere di tutto il nostro popolo" conclude il comunicato.

(CE) (Agenzia Fides, 12/09/2015)

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