VATICANO - Fides per un mondo più giusto
Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Natale porta con sé l’attesa della venuta di Dio, il Solo che può stabilire un regno di pace universale fondato sulla giustizia. La situazione mondiale non sembra aspettare o andare verso questa venuta. L’Agenzia Fides è costretta a registrare quotidianamente guerre, violenza, negazione dei diritti umani, della libertà religiosa e di espressione, discriminazione e persecuzione delle minoranze. E’ nostro compito portare alla luce questa realtà, oscurata dalla grande informazione, e prendere atto dei tanti uomini e donne cristiani e non, che vivono, lavorano e lottano alle frontiere dell’umanità, anche a costo della loro vita, per costruire un mondo migliore. A tutti coloro che condividono l’informazione e la sollecitudine per l’umanità, tutta la redazione dell’Agenzia porge gli auguri per le feste natalizie e un sereno Anno Nuovo. (Agenzia Fides 23/12/2015)
EUROPA/POLONIA - I “Cantori della stella” dell’Infanzia Missionaria impegnati per i coetanei del Madagascar
Varsavia (Agenzia Fides) – Durante il tempo di Natale, anche in Polonia i bambini dell'Infanzia Missionaria si impegnano a coinvolgere altre persone per sostenere le missioni attraverso l’iniziativa dei “Cantori della stella” (vedi Fides 19/12/2015). Visitano quindi le famiglie delle loro parrocchie e durante questo breve incontro intonano i canti di Natale, presentano un piccolo spettacolo della Natività in chiave missionaria e incoraggiano a sostenere l’Infanzia Missionaria. Come informa la Direzione nazionale delle POM della Polonia, quest'anno l'attenzione viene orientata sulla condizione dei bambini in Madagascar.
I Cantori missionari si cominciano a preparare già nel mese di ottobre, subito dopo la Giornata Missionaria Mondiale. Preparano i loro vestiti e gli accessori, come una stella, un salvadanaio, il logo dell'Infanzia Missionaria, allestiscono una piccola rappresentazione della Natività. Nel tempo di Avvento si impegnano nella preghiera quotidiana e in piccole rinunce. Il momento culminante di questa iniziativa è il 6 gennaio, solennità dell’Epifania e Giornata missionaria dei bambini, che viene festeggiata nelle parrocchie. In questa circostanza molti bambini entrano a far parte della Pontificia Opera dell’Infanzia Missionaria. L’azione missionaria dei Cantori della stella si conclude con un incontro diocesano, a cui partecipano centinaia di piccoli cantori missionari. (SL) (Agenzia Fides 23/12/2015)
I Cantori missionari si cominciano a preparare già nel mese di ottobre, subito dopo la Giornata Missionaria Mondiale. Preparano i loro vestiti e gli accessori, come una stella, un salvadanaio, il logo dell'Infanzia Missionaria, allestiscono una piccola rappresentazione della Natività. Nel tempo di Avvento si impegnano nella preghiera quotidiana e in piccole rinunce. Il momento culminante di questa iniziativa è il 6 gennaio, solennità dell’Epifania e Giornata missionaria dei bambini, che viene festeggiata nelle parrocchie. In questa circostanza molti bambini entrano a far parte della Pontificia Opera dell’Infanzia Missionaria. L’azione missionaria dei Cantori della stella si conclude con un incontro diocesano, a cui partecipano centinaia di piccoli cantori missionari. (SL) (Agenzia Fides 23/12/2015)
AFRICA/SUDAN - Aumentano gli abusi sui minori nella capitale
Khartoum (Agenzia Fides) - Il Ministero della Sanità sudanese ha dato l’allerta per l’aumento dei casi di abuso sessuale ai danni di minori nello Stato di Khartoum. Le vittime sono in particolare bambini in età scolare. Secondo uno studio portato avanti dal Ministero della Sanità, nelle scuole di Khartoum quest’anno è stato registrato un aumento significativo di disturbi di salute mentale tra gli studenti. E’ anche emerso che molti bambini sono stati molestati sessualmente o violentati in casa. Sono aumentati anche suicidi e altri morti violente tra donne e bambini a causa della proliferazione delle manifestazioni di violenza in tutto il Sudan.
Secondo un insegnate della Lubaba Basic School, nel distretto di El Nasir, 11 alunni della scuola sono stati violentati in casa. Sei risultano incinta. Nel mese di luglio 2015, il quotidiano El Jareeda aveva pubblicato un rapporto sugli abusi sessuali ai danni dei bambini, in particolare nei distretti periferici della capitale sudanese dove non ci sono stazioni di polizia e dove la maggior parte dei residenti sono sfollati provenienti dalle zone di guerra. Da una dichiarazione del presidente del Sindacato Nazionale dei disabili mentali risulta che, nel 2014 e all'inizio del 2015, sono stati registrati più di 3.500 casi di abuso sessuale nei confronti dei bambini. Tuttavia, i crimini riportati alla polizia rappresentano meno del 5% dei casi reali. (AP) (23/12/2015 Agenzia Fides)
Secondo un insegnate della Lubaba Basic School, nel distretto di El Nasir, 11 alunni della scuola sono stati violentati in casa. Sei risultano incinta. Nel mese di luglio 2015, il quotidiano El Jareeda aveva pubblicato un rapporto sugli abusi sessuali ai danni dei bambini, in particolare nei distretti periferici della capitale sudanese dove non ci sono stazioni di polizia e dove la maggior parte dei residenti sono sfollati provenienti dalle zone di guerra. Da una dichiarazione del presidente del Sindacato Nazionale dei disabili mentali risulta che, nel 2014 e all'inizio del 2015, sono stati registrati più di 3.500 casi di abuso sessuale nei confronti dei bambini. Tuttavia, i crimini riportati alla polizia rappresentano meno del 5% dei casi reali. (AP) (23/12/2015 Agenzia Fides)
AFRICA/MALAWI -L’Anno della Misericordia nelle carceri del Malawi nei racconti di un missionario
Lilongwe (Agenzia Fides) - “Dopo l'iniziativa di Patrizia Lavaselli di portare i disegni delle donne della prigione di massima sicurezza di Zomba all'Accademia Carrara di Bergamo, questa nuova avventura ha del miracoloso”scrive all’Agenzia Fides p. Piergiorgio Gamba, missionario monfortano, commentando la nomina dell’album “I have no everything here” eseguito dalla Zomba Prison Band, formata da detenuti del carcere malawiano, al Grammy Awards che verranno assegnati il 15 febbraio 2016 a Los Angeles. “Un sogno, una tappa nuova nel lungo cammino di riconciliazione con se stessi e con il mondo, una preghiera e un lamento, ma anche un segnale che la Misericordia non ha confini” afferma il missionario.
Nell’anno della Misericordia anche in altre carceri del Malawi, uno dei Paesi più poveri del mondo, si moltiplicano i progetti per dare condizioni di vita dignitose. “La popolazione del Malawi raddoppia ogni diciotto anni fino a raggiungere gli attuali diciassette milioni di abitanti. Di questi circa quattordici mila sono rinchiusi nelle stesse carceri che già cinquanta anni fa erano insufficienti. Il sistema giudiziario e penale rimane una delle eredità del periodo coloniale ed è tutto incentrato su un unico metodo: la punizione del carcerato. Un sistema che disumanizza la persona rendendola incapace di ricostruire la propria vita” sottolinea p. Gamba, che è Chairman del Prison Felloship Malawi e membro dell’Ispettorato delle Prigioni. Grazie a questi incarichi p. Gamba partecipa alla stesura del Rapporto Annuale sulle carceri per il Parlamento.
Tra le iniziative promosse dal missionario c’è il rinnovamento del carcere di Ntcheu, un lavoro effettuato dagli stessi detenuti che “hanno quasi completato l'opera di un carcere dove vivere con dignità di persone durante la detenzione al fine di riscattare la propria vita”. “Una storia che vuole aiutare chi ha offeso e chi è stato offeso, nel nome della Misericordia” conclude il missionario. (L.M.) (Agenzia Fides 23/12/2015)
Nell’anno della Misericordia anche in altre carceri del Malawi, uno dei Paesi più poveri del mondo, si moltiplicano i progetti per dare condizioni di vita dignitose. “La popolazione del Malawi raddoppia ogni diciotto anni fino a raggiungere gli attuali diciassette milioni di abitanti. Di questi circa quattordici mila sono rinchiusi nelle stesse carceri che già cinquanta anni fa erano insufficienti. Il sistema giudiziario e penale rimane una delle eredità del periodo coloniale ed è tutto incentrato su un unico metodo: la punizione del carcerato. Un sistema che disumanizza la persona rendendola incapace di ricostruire la propria vita” sottolinea p. Gamba, che è Chairman del Prison Felloship Malawi e membro dell’Ispettorato delle Prigioni. Grazie a questi incarichi p. Gamba partecipa alla stesura del Rapporto Annuale sulle carceri per il Parlamento.
Tra le iniziative promosse dal missionario c’è il rinnovamento del carcere di Ntcheu, un lavoro effettuato dagli stessi detenuti che “hanno quasi completato l'opera di un carcere dove vivere con dignità di persone durante la detenzione al fine di riscattare la propria vita”. “Una storia che vuole aiutare chi ha offeso e chi è stato offeso, nel nome della Misericordia” conclude il missionario. (L.M.) (Agenzia Fides 23/12/2015)
ASIA/MYANMAR - Il Card. Bo: "Un Natale di buona volontà, per la riconciliazione nazionale”
Yangon (Agenzia Fides) - In Myanmar ci sono "tutte le ragioni per festeggiare con l'angelo che a Natale ha cantato: Gioia a tutto il mondo! Natale è un invito a uscire dalla nostra oscurità e vivere nella luce, ad accogliere la luce in modo che il nostro cuore possa veramente essere riempito di gioia": lo afferma il Card. Charles Bo, Arcivescovo di Yangon, nel suo messaggio diffuso in occasione del Natale.
Una parola-chiave del messaggio, inviato dal Cardinale a Fides, è "buona volontà", che riecheggia nell'annuncio degli angeli: "e pace in terra agli uomini di buona volontà".
"Con le elezioni generali dell'8 novembre, la nostra nazione vede l'alba di un cambiamento. Spetta a noi permettere che sorga un giorno luminoso. Quello che viene è un anno di benedizione per ognuno di voi, fratelli e sorelle. Dimenticando tutto il passato, le tenebre dell'odio, possiamo realizzare il messaggio di pace rivolto a tutte le persone di buona volontà", afferma il Cardiale.
"La buona volontà è una conditio sine qua non per l'acquisizione della pace", rimarca, invitando a “costruire un nuovo Myanmar, un nuovo cielo e una nuova terra", grazie alla buona volontà di ciascuno.
Il messaggio invita " tutti gli uomini e le donne di buona volontà ad unire le forze in Myanmar", costruendo la pace tra le comunità, "mai diffondendo discorsi di odio". Elogia poi i vincitori delle elezioni per aver dimostrato sagacia, "proponendo un governo di riconciliazione nazionale", apprezzato dalla Chiesa. Chiede a chi ha perso le elezioni di "accettare il verdetto e accogliere con favore i vincitori", trasferendo in modo pacifico il potere.
Invoca la buona volontà dei militari, affermando di "credere sinceramente nel cambiamento del cuore dell'esercito" che può diventare "guardiano della transizione democratica". Si dice “certo della buona volontà dei leader religiosi e delle religioni”, per dare prova di "prendersi cura gli uni degli altri" abbandonando " i tentativi di abusare della religione per scopi politici".
In particolare il Cardinale vede e auspica la buona volontà della Chiesa, "una delle poche organizzazioni nel paese che è davvero di carattere nazionale avendo al suo interno gente di ogni tribù, lingua ed etnia". La Chiesa - conclude - "è chiamata a stare con i più emarginati, per garantire che la democrazia sia inclusiva, indirizzata verso i più vulnerabili". In occasione del Natale, la Chiesa in Myanmar ribadisce il proprio contributo nella costruzione della nazione, pur ferita da tanti problemi, operando per "un tempo di guarigione, non di vendetta. Un tempo per il perdono, un momento per la riconciliazione nazionale". (PA) (Agenzia Fides 23/12/2015)
Una parola-chiave del messaggio, inviato dal Cardinale a Fides, è "buona volontà", che riecheggia nell'annuncio degli angeli: "e pace in terra agli uomini di buona volontà".
"Con le elezioni generali dell'8 novembre, la nostra nazione vede l'alba di un cambiamento. Spetta a noi permettere che sorga un giorno luminoso. Quello che viene è un anno di benedizione per ognuno di voi, fratelli e sorelle. Dimenticando tutto il passato, le tenebre dell'odio, possiamo realizzare il messaggio di pace rivolto a tutte le persone di buona volontà", afferma il Cardiale.
"La buona volontà è una conditio sine qua non per l'acquisizione della pace", rimarca, invitando a “costruire un nuovo Myanmar, un nuovo cielo e una nuova terra", grazie alla buona volontà di ciascuno.
Il messaggio invita " tutti gli uomini e le donne di buona volontà ad unire le forze in Myanmar", costruendo la pace tra le comunità, "mai diffondendo discorsi di odio". Elogia poi i vincitori delle elezioni per aver dimostrato sagacia, "proponendo un governo di riconciliazione nazionale", apprezzato dalla Chiesa. Chiede a chi ha perso le elezioni di "accettare il verdetto e accogliere con favore i vincitori", trasferendo in modo pacifico il potere.
Invoca la buona volontà dei militari, affermando di "credere sinceramente nel cambiamento del cuore dell'esercito" che può diventare "guardiano della transizione democratica". Si dice “certo della buona volontà dei leader religiosi e delle religioni”, per dare prova di "prendersi cura gli uni degli altri" abbandonando " i tentativi di abusare della religione per scopi politici".
In particolare il Cardinale vede e auspica la buona volontà della Chiesa, "una delle poche organizzazioni nel paese che è davvero di carattere nazionale avendo al suo interno gente di ogni tribù, lingua ed etnia". La Chiesa - conclude - "è chiamata a stare con i più emarginati, per garantire che la democrazia sia inclusiva, indirizzata verso i più vulnerabili". In occasione del Natale, la Chiesa in Myanmar ribadisce il proprio contributo nella costruzione della nazione, pur ferita da tanti problemi, operando per "un tempo di guarigione, non di vendetta. Un tempo per il perdono, un momento per la riconciliazione nazionale". (PA) (Agenzia Fides 23/12/2015)
ASIA/COREA DEL SUD - In Avvento i giovani sperimentano il perdono di Dio
Seul (Agenzia Fides) - L'Avvento è un tempo di misericordia: con questa consapevolezza l'arcidiocesi di Seul ha promosso la celebrazione del sacramento della Confessione per i giovani ponendo 30 "Tende della riconciliazione" fuori dalle Cattedrale di Myeongdong, catturando così l'attenzione di turisti e passanti incuriositi.
Come riferito a Fides dall'Arcidiocesi di Seul, l'iniziativa offre ai giovani cattolici l'opportunità di ricevere il Perdono non in un confessionale tradizionale, ma in una tenda, luogo che ha un pregnante significato biblico e teologico.
"I giovani sono beni preziosi per la Chiesa cattolica" ha detto p. Peter Yang Jang-ook, il direttore del Dipartimento della Gioventù dell'Arcidiocesi di Seoul, e il principale organizzatore della manifestazione. "Nella nostra società moderna, tuttavia, non è facile per i giovani mantenere la loro fede. Pertanto, vorremmo offrire loro la possibilità di avvertire e fare esperienza della misericordia di Dio".
I giovani sono stati invitati a spendere del tempo per pregare, riflettere e fare l’esame di coscienza all’interno della cattedrale, ascoltando letture bibliche e cantando, per poi recarsi all'esterno della chiesa. I giovani vivono questa opportunità come "tempo di guarigione e di perdono"; come momento in cui "Cristo accoglie la confessione". All'iniziativa partecipano 30 sacerdoti confessori, tra i quali il Cardinale Andrew Yeom Soo-jung e il Vescovo Peter Chung Soon-taek. (PA) (Agenzia FIdes 23/12/2015)
Come riferito a Fides dall'Arcidiocesi di Seul, l'iniziativa offre ai giovani cattolici l'opportunità di ricevere il Perdono non in un confessionale tradizionale, ma in una tenda, luogo che ha un pregnante significato biblico e teologico.
"I giovani sono beni preziosi per la Chiesa cattolica" ha detto p. Peter Yang Jang-ook, il direttore del Dipartimento della Gioventù dell'Arcidiocesi di Seoul, e il principale organizzatore della manifestazione. "Nella nostra società moderna, tuttavia, non è facile per i giovani mantenere la loro fede. Pertanto, vorremmo offrire loro la possibilità di avvertire e fare esperienza della misericordia di Dio".
I giovani sono stati invitati a spendere del tempo per pregare, riflettere e fare l’esame di coscienza all’interno della cattedrale, ascoltando letture bibliche e cantando, per poi recarsi all'esterno della chiesa. I giovani vivono questa opportunità come "tempo di guarigione e di perdono"; come momento in cui "Cristo accoglie la confessione". All'iniziativa partecipano 30 sacerdoti confessori, tra i quali il Cardinale Andrew Yeom Soo-jung e il Vescovo Peter Chung Soon-taek. (PA) (Agenzia FIdes 23/12/2015)
ASIA/ISRAELE - I Vescovi cattolici reagiscono alle dichiarazioni-choc di un rabbino contro i “cristiani vampiri”
Gerusalemme (Agenzia Fides) – L'assemblea dei Vescovi ordinari cattolici di Terra Santa ha appreso “con sgomento” e subito condannato le recenti dichiarazioni anticristiane diffuse dal rabbino Benzi Gopstein, proprio nei giorni in cui si celebravano i cinquant'anni della dichiarazione conciliare Nostra aetate, che ha aperto una fase nuova dei rapporti tra ebrei e Chiesa cattolica.
Nei giorni scorsi il rabbino, noto per le sue posizioni estremiste e leader del movimento Lehava, nato per opporsi ai matrimoni tra ebrei e non ebrei, ha pubblicato su un sito internet la sua proposta – poi ripresa dalla stampa israeliana - di bandire le feste cristiane e espellere i cristiani da Israele, “prima che questi vampiri”, così ha scritto Gopstein, “bevano il nostro sangue”. Nel suo intervento, il rabbino accusava i cristiani di voler fare proselitismo nello Stato ebraico.
In una dichiarazione, diffusa dai canali ufficiali del Patriarcato latino di Gerusalemme, l'Assembea dei Vescovi ordinari cattolici di Terra Santa condanna con fermezza le parole “irresponsabili di Rabbi Gopstein”, definendole “un oltraggio allo stesso dialogo” fiorito dopo il Concilio Vaticano II. I Vescovi cattolici, che già in altre occasioni avevano denunciato le provocazioni intimidatorie del rabbino estremista, si appellano alle autorità israeliane, rimarcando che simili sortite “rappresentano una vera minaccia per la convivenza pacifica nel Paese”, davanti alla quale occorre “adottare le misure necessarie, nell'interesse di tutti i cittadini”.
In passato, il rabbino Gopstein aveva giustificato gli attacchi e i roghi appiccati a chiese e moschee nelllo Stato ebraico, come legittimi tentativi di purificare la terra d'Israele da culti idolatrici. (GV) (Agenzia Fides 23/12/2015).
Nei giorni scorsi il rabbino, noto per le sue posizioni estremiste e leader del movimento Lehava, nato per opporsi ai matrimoni tra ebrei e non ebrei, ha pubblicato su un sito internet la sua proposta – poi ripresa dalla stampa israeliana - di bandire le feste cristiane e espellere i cristiani da Israele, “prima che questi vampiri”, così ha scritto Gopstein, “bevano il nostro sangue”. Nel suo intervento, il rabbino accusava i cristiani di voler fare proselitismo nello Stato ebraico.
In una dichiarazione, diffusa dai canali ufficiali del Patriarcato latino di Gerusalemme, l'Assembea dei Vescovi ordinari cattolici di Terra Santa condanna con fermezza le parole “irresponsabili di Rabbi Gopstein”, definendole “un oltraggio allo stesso dialogo” fiorito dopo il Concilio Vaticano II. I Vescovi cattolici, che già in altre occasioni avevano denunciato le provocazioni intimidatorie del rabbino estremista, si appellano alle autorità israeliane, rimarcando che simili sortite “rappresentano una vera minaccia per la convivenza pacifica nel Paese”, davanti alla quale occorre “adottare le misure necessarie, nell'interesse di tutti i cittadini”.
In passato, il rabbino Gopstein aveva giustificato gli attacchi e i roghi appiccati a chiese e moschee nelllo Stato ebraico, come legittimi tentativi di purificare la terra d'Israele da culti idolatrici. (GV) (Agenzia Fides 23/12/2015).
ASIA/GIORDANIA - Il re Abdullah II: i cristiani arabi fanno parte integrante della nostra civiltà
Amman (Agenzia Fides) – I cristiani arabi “sono una parte integrante del nostro passato, del nostro presente e del nostro futuro”, e fin dall'inizio “sono stati partner essenziali per la nostra cultura, per la costruzione della nostra civiltà e per la difesa dell'islam”. Così si è espresso re Abdullah II di Giordania nel corso del discorso, trasmesso martedì 22 dicembre dalla tv nazionale, con cui il monarca hascemita ha voluto felicitarsi con tutti i suoi sudditi in occasione della festa islamica della natività del Profeta Mohammad (celebrata in quasi tutto il mondo il 23 dicembre) e della solennità cristiana del Natale di Nostro Signore. Re Abdullah – riferiscono fonti giordane consultate dall'Agenzia Fides - ha sottolineato il valore simbolico della prossimità tra le due celebrazioni, in un tempo in cui molti paesi “soffrono per l'estremismo e la violenza”, alimentati da chi tradisce “i veri principi dell'islam e del cristianesimo”.
Alla vigilia della festa islamica e di quella cristiana, Abdullah ha voluto ribadire che “l'islam è una religione di misericordia”, e che cristiani e musulmani sono uniti da “valori comuni” totalmente opposti alle pratiche di coloro che lui ha definito come “fuorilegge dell'islam”. In tale contesto, il monarca ha ribadito che tutti i giordani “vivono sotto l'ombrello di una medesima cittadinanza”, e che i cristiani arabi hanno contribuito in maniera essenziale alla costruzione della civiltà arabo-islamica fin dai tempi della battaglia di Mu'tah (quando Mohammad aveva ordinato alle forze islamiche in lotta contro l'esercito bizantino di non nuocere ai cristiani della Siria).
La festività islamica del Mawlid al-nabi, la natività del Profeta Mohammad – che dipende dal calendario lunare – nell'anno 2015 viene celebrata anche il 23 dicembre. Una simile prossimità tra la festa islamica e il Natale cristiano non si verificava da 457 anni. (GV) (Agenzia Fides 23/12/2015).
Alla vigilia della festa islamica e di quella cristiana, Abdullah ha voluto ribadire che “l'islam è una religione di misericordia”, e che cristiani e musulmani sono uniti da “valori comuni” totalmente opposti alle pratiche di coloro che lui ha definito come “fuorilegge dell'islam”. In tale contesto, il monarca ha ribadito che tutti i giordani “vivono sotto l'ombrello di una medesima cittadinanza”, e che i cristiani arabi hanno contribuito in maniera essenziale alla costruzione della civiltà arabo-islamica fin dai tempi della battaglia di Mu'tah (quando Mohammad aveva ordinato alle forze islamiche in lotta contro l'esercito bizantino di non nuocere ai cristiani della Siria).
La festività islamica del Mawlid al-nabi, la natività del Profeta Mohammad – che dipende dal calendario lunare – nell'anno 2015 viene celebrata anche il 23 dicembre. Una simile prossimità tra la festa islamica e il Natale cristiano non si verificava da 457 anni. (GV) (Agenzia Fides 23/12/2015).
AMERICA/HAITI - Ballottaggio il 27 dicembre, non ancora insediata la Commissione di valutazione elettorale
Port au Prince (Agenzia Fides) – Il portavoce della Conferenza Episcopale di Haiti (CEH) ha confermato che il Card. Chibly Langlois, Vescovo di Les Cayes, ha avuto degli incontri informativi con i membri dell'esecutivo durante lo scorso fine settimana. Mons. Patrick Aris, segretario delle comunicazioni e portavoce della Conferenza Episcopale, in una nota inviata a Fides, sottolinea che è compito della Chiesa cattolica incontrare i diversi attori politici nel tentativo di facilitare il dialogo. La popolazione di Haiti dovrà scegliere il 27 dicembre fra Jovenel Moise e Jude Celestin, dopo il primo turno delle elezioni presidenziali svoltosi il 25 ottobre (vedi Fides 1/12/2015).
Per quanto riguarda la sua partecipazione alla Commissione di valutazione elettorale che è stata creata, Mons. Aris informa che è in attesa delle conclusioni della Conferenza Episcopale che sta valutando la situazione nel suo insieme prima di prendere una decisione. Pochi giorni dopo la sua creazione con decreto presidenziale, la Commissione di valutazione delle elezioni non si è ancora insediata. La partecipazione di Mons. Patrick Aris, come rappresentante della Chiesa cattolica in questa struttura, per molti presenta ancora punti oscuri.
(CE) (Agenzia Fides, 23/12/2015)
Per quanto riguarda la sua partecipazione alla Commissione di valutazione elettorale che è stata creata, Mons. Aris informa che è in attesa delle conclusioni della Conferenza Episcopale che sta valutando la situazione nel suo insieme prima di prendere una decisione. Pochi giorni dopo la sua creazione con decreto presidenziale, la Commissione di valutazione delle elezioni non si è ancora insediata. La partecipazione di Mons. Patrick Aris, come rappresentante della Chiesa cattolica in questa struttura, per molti presenta ancora punti oscuri.
(CE) (Agenzia Fides, 23/12/2015)
AMERICA/HONDURAS - Mons. Garachana: “urgente e necessario per il nostro Honduras un tempo di riconciliazione e pace”
San Pedro Sula (Agenzia Fides) – Nel suo tradizionale messaggio di Natale, il Vescovo della diocesi di San Pedro Sula, Sua Ecc. Mons. Ángel Garachana Pérez, ha ricordato a tutti che Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre e che è urgente e necessario per l’Honduras lasciare la violenza e vivere la riconciliazione.
Nel messaggio, Mons. Garachana Pérez fa anche riferimento al Giubileo della Misericordia appena iniziato: "essere misericordiosi - scrive il Vescovo - significa tessere relazioni familiari e sociali d'amore, di perdono e di riconciliazione. Il perdono viene dalla espressione più evidente dell'amore misericordioso, e per noi cristiani è un imperativo di cui non possiamo fare a meno".
"In questo periodo natalizio, è importante lasciare il rancore, la violenza e la vendetta, perché solo così possiamo creare le condizioni per vivere felici. E’ sempre tempo di riconciliazione e di pace, ma il tempo del Natale è più favorevole, e per il nostro Honduras è urgente e necessario" afferma il Vescovo.
"Quando si tratta di corruzione nel comportamento economico e politico, è perché in precedenza si è corrotta la coscienza, che allora non è più sensibile alla dignità della persona, al valore sacro della vita umana, al punto che uno uccide insensibilmente" conclude Mons. Ángel Garachana Pérez.
(CE) (Agenzia Fides, 23/12/2015)
Nel messaggio, Mons. Garachana Pérez fa anche riferimento al Giubileo della Misericordia appena iniziato: "essere misericordiosi - scrive il Vescovo - significa tessere relazioni familiari e sociali d'amore, di perdono e di riconciliazione. Il perdono viene dalla espressione più evidente dell'amore misericordioso, e per noi cristiani è un imperativo di cui non possiamo fare a meno".
"In questo periodo natalizio, è importante lasciare il rancore, la violenza e la vendetta, perché solo così possiamo creare le condizioni per vivere felici. E’ sempre tempo di riconciliazione e di pace, ma il tempo del Natale è più favorevole, e per il nostro Honduras è urgente e necessario" afferma il Vescovo.
"Quando si tratta di corruzione nel comportamento economico e politico, è perché in precedenza si è corrotta la coscienza, che allora non è più sensibile alla dignità della persona, al valore sacro della vita umana, al punto che uno uccide insensibilmente" conclude Mons. Ángel Garachana Pérez.
(CE) (Agenzia Fides, 23/12/2015)
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