AFRICA/CENTRAFRICA - “Speriamo in una maggiora affluenza alle urne in tutto il Paese” dice il Vescovo di Bangassou
Bangui (Agenzia Fides) - “Speriamo che anche a Bangui e nelle altre zone del Paese, l’affluenza al voto sia alta; non vorremmo essere gli unici ad eleggere il nuovo Presidente” dice all’Agenzia Fides Sua Ecc. Mons. Juan José Aguirre Muños, Vescovo di Bangassou, nel sud-est della Repubblica Centrafricana, dove domani si terranno le elezioni presidenziali inizialmente previste il 27 dicembre. “Nel referendum costituzionale tenutosi 15 giorni fa (vedi Fides 17 e 18 dicembre 2015), a Bangassou abbiamo registrato un’affluenza altissima, circa il 97% degli elettori, mentre ad esempio nella capitale Bangui l’affluenza è stata del 35%” spiega Mons. Aguirre.
“Questo dipende sicuramente dalle condizioni di sicurezza migliori rispetto ad altre aree centrafricane” sottolinea il Vescovo. “Siamo infatti riusciti a creare comitati di coordinamento per la pace e la gestione della vita ordinaria con il coinvolgimento di tutte le fedi: cattolici, protestanti e musulmani. Di particolare importanza è il coordinamento delle donne, perché queste ultime hanno la capacità di influenzare mariti e figli convincendoli ad abbandonare le armi e ad impegnarsi nella riconciliazione”.
“Purtroppo - conclude il Vescovo - non tutta la diocesi vive in pace. Nell’est del suo territorio da almeno 8 anni i guerriglieri ugandesi dell’LRA (Esercito di Resistenza del Signore) continuano a seminare morte e distruzione. Solo tre mesi fa il responsabile della Caritas locale è stato ucciso, mentre non si fermano i rapimenti di bambini e ragazze per trasformarli in soldati e schiave sessuali”.
Sono poco più di 2 milioni gli elettori chiamati ad eleggere il nuovo Presidente e il nuovo Parlamento in una consultazione che dovrebbe segnare la conclusione del processo di transizione per far uscire il Paese dalla guerra civile scoppiata nel 2012. (L.M.) (Agenzia Fides 29/12/2015)
“Questo dipende sicuramente dalle condizioni di sicurezza migliori rispetto ad altre aree centrafricane” sottolinea il Vescovo. “Siamo infatti riusciti a creare comitati di coordinamento per la pace e la gestione della vita ordinaria con il coinvolgimento di tutte le fedi: cattolici, protestanti e musulmani. Di particolare importanza è il coordinamento delle donne, perché queste ultime hanno la capacità di influenzare mariti e figli convincendoli ad abbandonare le armi e ad impegnarsi nella riconciliazione”.
“Purtroppo - conclude il Vescovo - non tutta la diocesi vive in pace. Nell’est del suo territorio da almeno 8 anni i guerriglieri ugandesi dell’LRA (Esercito di Resistenza del Signore) continuano a seminare morte e distruzione. Solo tre mesi fa il responsabile della Caritas locale è stato ucciso, mentre non si fermano i rapimenti di bambini e ragazze per trasformarli in soldati e schiave sessuali”.
Sono poco più di 2 milioni gli elettori chiamati ad eleggere il nuovo Presidente e il nuovo Parlamento in una consultazione che dovrebbe segnare la conclusione del processo di transizione per far uscire il Paese dalla guerra civile scoppiata nel 2012. (L.M.) (Agenzia Fides 29/12/2015)
AFRICA/NIGERIA - Boko Haram attacca Maiduguri; a Fides la testimonianza del Vescovo
Abuja (Agenzia Fides) – “I terroristi di Boko Haram sono entrati nel pomeriggio del 27 dicembre in diverse aree di Maiduguri, introducendosi in alcune case e uccidendo gli abitanti, mentre in altre zone hanno inviato donne e bambine kamikaze a farsi esplodere in mezzo alla gente” racconta all’Agenzia Fides Sua Ecc. Mons. Oliver Dashe Doeme Vescovo di Maiduguri, capitale dello Stato di Borno, nel nord della Nigeria. “Un numero consistente di persone sono state uccise, ma non conosciamo ancora il numero esatto”.
Secondo fonti di agenzia, i morti nel corso dei diversi attacchi simultanei avvenuti a Maiduguri e nella cittadina di Madagali sono almeno 80. Tra i luoghi colpiti c’è pure un moschea. “Anche un esponente della locale comunità islamica è stato ucciso a casa sua” dice Mons. Doeme, che sottolinea: “Boko Haram è una setta che non fa una grande distinzione tra musulmani e non musulmani. La maggior parte della popolazione vuole vivere in pace. Boko Haram uccide chi non aderisce alla sua ideologica che vieta in particolare l’educazione ‘all’occidentale’. I musulmani che non supportano la loro ideologia diventano nemici di Boko Haram”.
“Ormai Boko Haram fa parte del fenomeno mondiale del terrorismo internazionale, come dimostrano gli attacchi simultanei perpetrati qui a Maiduguri che sembrano ricalcare alcune modalità degli attacchi terroristici di Parigi o di altre parti del mondo” conclude il Vescovo. (L.M.) (Agenzia Fides 29/12/2015)
Secondo fonti di agenzia, i morti nel corso dei diversi attacchi simultanei avvenuti a Maiduguri e nella cittadina di Madagali sono almeno 80. Tra i luoghi colpiti c’è pure un moschea. “Anche un esponente della locale comunità islamica è stato ucciso a casa sua” dice Mons. Doeme, che sottolinea: “Boko Haram è una setta che non fa una grande distinzione tra musulmani e non musulmani. La maggior parte della popolazione vuole vivere in pace. Boko Haram uccide chi non aderisce alla sua ideologica che vieta in particolare l’educazione ‘all’occidentale’. I musulmani che non supportano la loro ideologia diventano nemici di Boko Haram”.
“Ormai Boko Haram fa parte del fenomeno mondiale del terrorismo internazionale, come dimostrano gli attacchi simultanei perpetrati qui a Maiduguri che sembrano ricalcare alcune modalità degli attacchi terroristici di Parigi o di altre parti del mondo” conclude il Vescovo. (L.M.) (Agenzia Fides 29/12/2015)
AMERICA/COSTA RICA - Iniziano le espulsioni dei cubani, ancora senza soluzione il problema degli emigrati
San José (Agenzia Fides) – Sono 56 i cubani pronti ad essere espulsi dal Costa Rica verso L'Avana come effetto delle nuove misure sull’immigrazione adottate in questo paese, secondo l'Ufficio nazionale per le migrazioni. Il 18 dicembre, il presidente del Costa Rica, Luis Guillermo Solis, aveva annunciato che stava sospendendo la consegna dei visti di transito per consentire il passaggio dei cubani attraverso il suo territorio verso gli Stati Uniti, considerando la mancanza di sostegno da Nicaragua, Guatemala e Belize.
La nota inviata a Fides informa inoltre che lo stesso presidente ha deciso l'uscita temporanea del Costa Rica degli organi politici del Sistema di integrazione centroamericana (SICA), e ha avvertito che i cubani che entrano illegalmente in Costa Rica saranno espulsi.
Il gruppo di 56 cubani è fermo al Centro de Aprehensión Temporal di Hatillo, da dove partirà direttamente verso L'Avana, anche perché, si legge nella nota, "nessun altro paese si è offerto di accoglierli".
In questa situazione l’unica certezza è l'attività criminale delle bande e dei cosiddetti "coyotes", che chiedono fino a 1.200 dollari per un "piccolo aiuto" per passare la frontiera, cosa che poi non accade mai, in quanto tutti i migranti vengono abbandonati in luoghi deserti o perfino derubati e malmenati.
Nonostante anche il Santo Padre abbia lanciato un appello in favore di questi migranti (vedi Fides 28/12/2015), la situazione comincia ad assumere le connotazioni di una crisi politica internazionale se non interverranno tutti i paesi centroamericani coinvolti.
(CE) (Agenzia Fides, 29/12/2015)
La nota inviata a Fides informa inoltre che lo stesso presidente ha deciso l'uscita temporanea del Costa Rica degli organi politici del Sistema di integrazione centroamericana (SICA), e ha avvertito che i cubani che entrano illegalmente in Costa Rica saranno espulsi.
Il gruppo di 56 cubani è fermo al Centro de Aprehensión Temporal di Hatillo, da dove partirà direttamente verso L'Avana, anche perché, si legge nella nota, "nessun altro paese si è offerto di accoglierli".
In questa situazione l’unica certezza è l'attività criminale delle bande e dei cosiddetti "coyotes", che chiedono fino a 1.200 dollari per un "piccolo aiuto" per passare la frontiera, cosa che poi non accade mai, in quanto tutti i migranti vengono abbandonati in luoghi deserti o perfino derubati e malmenati.
Nonostante anche il Santo Padre abbia lanciato un appello in favore di questi migranti (vedi Fides 28/12/2015), la situazione comincia ad assumere le connotazioni di una crisi politica internazionale se non interverranno tutti i paesi centroamericani coinvolti.
(CE) (Agenzia Fides, 29/12/2015)
AMERICA/ARGENTINA - La Chiesa luogo di incontro per il dialogo: più di 10 mila alla “marcia del petrolio”
Comodoro (Agenzia Fides) – Più di diecimila persone hanno partecipato ieri mattina alla manifestazione nella città di Comodoro che è stata indetta dal Sindacato dell’industria del petrolio per richiamare l’attenzione sulla situazione dei lavoratori, delle loro famiglie e delle piccole e medie imprese locali. Alla marcia hanno partecipato per lo più operai con le loro famiglie, ed anche alcune autorità. Dalla fonte di Fides si apprende che una manifestazione così numerosa non era mai avvenuta e anche il Vescovo ha definito la presenza di molti cittadini come un gesto di solidarietà.
La marcia è durata 2 ore, ed è terminata davanti alla Cattedrale, dove il Segretario generale del Sindacato del Petrolio, Jorge Avila, ha consegnato al Vescovo della diocesi di Comodoro Rivadavia un rapporto sulla situazione, chiedendo a Sua Ecc. Mons. Gimeno Lahoz di intercedere per mantenere la pace sociale, che dura da più di due anni.
Il Vescovo si è impegnato a promuovere il dialogo tra i diversi settori: "Voglio chiedere di essere solidali a vicenda, e di costruire una città di Comodoro migliore" ha affermato, sottolineando che "la Chiesa è un luogo di incontro per il dialogo e per cercare una risposta nel più breve tempo possibile". Lo stesso rapporto consegnato al Vescovo è in possesso di tutti i governanti, ed è stato consegnato sia al Ministro dell'energia, Juan Jose Aranguren, come al presidente Mauricio Macri.
Il Sindacato, che rappresenta tutti i lavoratori del settore, chiede di non fermare l'attività dell'industria del petrolio tagliando migliaia di posti di lavoro. Solo a Comodoro sono a rischio 3 mila lavoratori, che significa 3 mila famiglie. Nell’ambito della politica energetica nazionale, il governo centrale intende infatti ridurre l'attività petrolifera nella zona. Più di un rappresentante politico della regione ha riconosciuto che la politica energetica nella zona ha garantito la pace sociale e una produzione nella norma, fermando in questa regione gli effetti della crisi internazionale.
(CE) (Agenzia Fides, 29/12/2015)
La marcia è durata 2 ore, ed è terminata davanti alla Cattedrale, dove il Segretario generale del Sindacato del Petrolio, Jorge Avila, ha consegnato al Vescovo della diocesi di Comodoro Rivadavia un rapporto sulla situazione, chiedendo a Sua Ecc. Mons. Gimeno Lahoz di intercedere per mantenere la pace sociale, che dura da più di due anni.
Il Vescovo si è impegnato a promuovere il dialogo tra i diversi settori: "Voglio chiedere di essere solidali a vicenda, e di costruire una città di Comodoro migliore" ha affermato, sottolineando che "la Chiesa è un luogo di incontro per il dialogo e per cercare una risposta nel più breve tempo possibile". Lo stesso rapporto consegnato al Vescovo è in possesso di tutti i governanti, ed è stato consegnato sia al Ministro dell'energia, Juan Jose Aranguren, come al presidente Mauricio Macri.
Il Sindacato, che rappresenta tutti i lavoratori del settore, chiede di non fermare l'attività dell'industria del petrolio tagliando migliaia di posti di lavoro. Solo a Comodoro sono a rischio 3 mila lavoratori, che significa 3 mila famiglie. Nell’ambito della politica energetica nazionale, il governo centrale intende infatti ridurre l'attività petrolifera nella zona. Più di un rappresentante politico della regione ha riconosciuto che la politica energetica nella zona ha garantito la pace sociale e una produzione nella norma, fermando in questa regione gli effetti della crisi internazionale.
(CE) (Agenzia Fides, 29/12/2015)
ASIA/BANGLADESH - Erezione della diocesi di Barisal e nomina del primo Vescovo
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il Santo Padre Francesco, in data 29 dicembre 2015, ha eretto la nuova diocesi di Barisal, in Bangladesh, per dismembramento della diocesi di Chittagong, rendendola suffraganea della sede metropolitana di Dhaka. Il Santo Padre ha nominato primo Vescovo di Barisal, Sua Ecc. Mons. Subroto Lawrence Howlader, C.S.C., finora Vescovo ausiliare di Chittagong.
Il primo Vescovo di Barisal è nato l’11 settembre 1965 a Noborgram, distretto di Barisal, nella diocesi di Chittagong. Dopo aver studiato nel Seminario minore di Goumadi a Barisal, è entrato nel noviziato della Congregazione della Santa Croce nel 1987. Ha studiato al Notre Dame College e al Seminario maggiore di Dhaka. Ha emesso la professione perpetua il 6 agosto 1993 ed è stato ordinato sacerdote il 31 dicembre 1994.
Dopo l’ordinazione ha svolto i seguenti incarichi: 1994-1995: Vicario parrocchiale a Mariamnagar, nella diocesi di Mymensingh; 1996-1998: Rettore del Seminario minore a Jalchatra, nella diocesi di Mymensingh; 1998-1999: Vicario parrocchiale a Pirgacha, nella diocesi di Mymensingh; 2000: Vicario parrocchiale a Mariamnagar nella diocesi di Mymensingh; 2000-2004: Studi per la Licenza in Psicologia a Roma, presso la Pontificia Università Gregoriana; 2005-2009: Maestro al Noviziato della Santa Croce a Barisal; 2008-2009: Cappellano della Caritas regionale di Barisal. Nel 2006 è anche stato eletto Membro del Consiglio provinciale del suo Istituto.
Il 7 maggio 2009 è stato eletto Vescovo titolare di Afufenia e nominato Ausiliare di Chittagong. Ha ricevuto l’ordinazione episcopale il 3 luglio dello stesso anno. Nella Conferenza Episcopale del Bangladesh (CBCB) è Presidente della Commissione per il Clero e i Religiosi.
La nuova diocesi di Barisal confinerà a est con la diocesi-madre di Chittagong ed a ovest con la diocesi di Khulna. La Cattedrale sarà la chiesa di San Pietro in Barisal e Patrono della nuova diocesi sarà San Pietro Apostolo. (SL) (Agenzia Fides 29/12/2015)
Il primo Vescovo di Barisal è nato l’11 settembre 1965 a Noborgram, distretto di Barisal, nella diocesi di Chittagong. Dopo aver studiato nel Seminario minore di Goumadi a Barisal, è entrato nel noviziato della Congregazione della Santa Croce nel 1987. Ha studiato al Notre Dame College e al Seminario maggiore di Dhaka. Ha emesso la professione perpetua il 6 agosto 1993 ed è stato ordinato sacerdote il 31 dicembre 1994.
Dopo l’ordinazione ha svolto i seguenti incarichi: 1994-1995: Vicario parrocchiale a Mariamnagar, nella diocesi di Mymensingh; 1996-1998: Rettore del Seminario minore a Jalchatra, nella diocesi di Mymensingh; 1998-1999: Vicario parrocchiale a Pirgacha, nella diocesi di Mymensingh; 2000: Vicario parrocchiale a Mariamnagar nella diocesi di Mymensingh; 2000-2004: Studi per la Licenza in Psicologia a Roma, presso la Pontificia Università Gregoriana; 2005-2009: Maestro al Noviziato della Santa Croce a Barisal; 2008-2009: Cappellano della Caritas regionale di Barisal. Nel 2006 è anche stato eletto Membro del Consiglio provinciale del suo Istituto.
Il 7 maggio 2009 è stato eletto Vescovo titolare di Afufenia e nominato Ausiliare di Chittagong. Ha ricevuto l’ordinazione episcopale il 3 luglio dello stesso anno. Nella Conferenza Episcopale del Bangladesh (CBCB) è Presidente della Commissione per il Clero e i Religiosi.
La nuova diocesi di Barisal confinerà a est con la diocesi-madre di Chittagong ed a ovest con la diocesi di Khulna. La Cattedrale sarà la chiesa di San Pietro in Barisal e Patrono della nuova diocesi sarà San Pietro Apostolo. (SL) (Agenzia Fides 29/12/2015)
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