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martedì 9 febbraio 2016

Bollettino Fides News del 9 febbraio 2016

AFRICA/BURUNDI - Attesa la delegazione dell’Unione Africana, ma la popolazione ha poche speranze
 

Bujumbura (Agenzia Fides)- “Attendiamo l’arrivo della delegazione dell’Unione Africana (UA) che dovrebbe incontrarsi con il Presidente Pierre Nkurunziza per cercare di convincerlo ad accettare la missione di pace che l’UA intende inviare in Burundi, alla quale si è finora opposto” dicono all’Agenzia Fides fonti locali da Bujumbura, capitale del Burundi. “Purtroppo non nutriamo molte speranze sul successo dell’iniziativa dell’UA” aggiungono le nostre fonti.
La delegazione è composta dai Capi di Stato e di governo di 5 Stati africani. I Presidenti Mohamed Ould Abdel Aziz della Mauritania, Ali Bongo del Gabon, Macky Sall del Senegal, Jacob Zuma del Sudafrica, e il Primo Ministro dell’Etiopia, Hailemariam Desalegn. Secondo le nostre fonti la delegazione africana potrebbe arrivare in Burundi tra due giorni.
Nel frattempo non si placano le violenze legate alla crisi politica provocata dal terzo mandato presidenziale di Nkurunziza. “Ogni notte a Bujumbura si sentono colpi di armi da fuoco e il mattino successivo si ritrovano i corpi di persone uccise nelle ore notturne” riferiscono le fonti di Fides. Alle violenze e alle sparizioni, opera delle forze di sicurezza e delle milizie legate al potere, si sono aggiunti gli attentati perpetrati da gruppi dell’opposizione armata, che hanno rivendicato alcune di queste azioni contro militari e polizia ma non contro la popolazione civile. Governo e opposizione armata si accusano reciprocamente per le morti di civili innocenti. Dall’aprile 2015 (quando Nkurunziza annunciò di candidarsi per il terzo mandato) ad oggi, più di 400 burundesi hanno perso la vita e almeno 230.000 si sono rifugiati nei Paesi limitrofi. (L.M.) (Agenzia Fides 9/2/2016)
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AFRICA/UGANDA - I leader religiosi organizzano momenti di preghiera per le elezioni del 18 febbraio
 
Kampala (Agenzia Fides) - Le principali confessioni religiose dell’Uganda unite nel pregare per il corretto svolgimento delle elezioni generali del 18 febbraio. Lo ha deciso il Council of Presidents of Inter-Religious Council of Uganda (IRCU), che ha comunicato il calendario dei diversi momenti di preghiera. Secondo le informazioni pervenute a Fides, venerdì 12 febbraio sono i musulmani a essere invitati a pregare mentre sabato 13 sono gli Avventisti del Settimo Giorno, seguiti domenica 14 da cattolici, anglicani, ortodossi, pentecostali, evangelici ed altri.
“Come leader religiosi, si suppone che non siamo coinvolti nelle elezioni e/o in campagne elettorali, perché tutte le parti sono il nostro popolo e il popolo di Dio. I politici sono benvenuti nelle nostre chiese, ma chiediamo a tutti di pregare che Dio ci doni i leader giusti per il Paese” ha affermato Mons. Charles Kasibante, Vicario Generale di Kampala, alla conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa, in rappresentanza di Sua Ecc. Mons. Cyprian Kizito Lwanga, Arcivescovo di Kampala.
Sheikh Shaban Ramadhan Mubajje, Mufti della capitale ugandese e co-presidente dell’IRCU ha sottolineato le sfide che il Paese è chiamato ad affrontare perché le elezioni siano giuste e trasparanti: “scarsa democrazia in seno ai partiti politici; credibilità della Commissione Elettorale; compravendita dei voti; apatia dei votanti; intolleranza e violenza; presenza di milizie; intimidazioni; uso di linguaggio ingiurioso e brogli elettorali”. “A poche settimane dal voto, questi problemi rimangono le preoccupazioni chiave per diverse persone, dentro e fuori l’Uganda, e occorre un’azione urgente da parte di tutte le parti interessate” ha aggiunto.
Il 18 febbraio si vota per le elezioni presidenziali e parlamentari. Il Presidente Yoweri Museveni, al potere da 30 anni, è dato come favorito di fronte agli altri 7 candidati. In previsione di eventuali proteste violente, la polizia ha ricevuto nuovi equipaggiamenti antisommossa e per il controllo delle folle. (L.M.) (Agenzia Fides 9/2/2016) 
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ASIA/INDIA - Condividere speranza e giustizia: incontro tra i sopravvissuti dei massacri anticristiani in Orissa
 
Bhubaneswar (Agenzia Fides) - Si tiene oggi, 9 febbraio, il primo incontro tra i superstiti dei massacri anticristiani avvenuti nel 2008 nel distretto di Kandhamal, nello stato indiano di Orissa. Come riferito a Fides, l'incontro tra circa 100 sopravvissuti alla violenza, patrocinato dalla diocesi cattolica di Cuttack-Bhubaneswar, avviene nel Centro Pastorale a Konjamendi, nel distretto di Kandhamal.
“Si tratta di un'occasione unica, in cui i sopravvissuti si ritrovano insieme per la prima volta a condividere la loro lotta per la giustizia e la dignità. L'incontro si propone di dare speranza e costruire solidarietà tra i sopravvissuti, che hanno perso i loro cari” spiega a Fides padre Ajay Singh, sacerdote e attivista per i diritti umani che opera tra le vittime della violenza anticristiana, coordinando l'opera sociale della Chiesa locale.
“Ci sono genitori che hanno perso i loro figli; bambini che hanno perso i genitori; mariti che hanno perso le mogli; mogli che hanno perso i mariti; persone che hanno perso tutti i loro beni e che hanno visto sconvolta tutta la loro vita” aggiunge padre Singh.
“Speriamo di costruire comunione tra i sopravvissuti, mentre il sistema della giustizia penale è fallimentare. I parenti delle vittime vivono i processi in tribunale con grande paura, in quanto gli accusati potrebbero intimidire i testimoni. Ci auguriamo che le storie di questi superstiti, storie di speranza, di fede e di lotte di giustizia, possano esser ascoltate dalla Conferenza episcopale indiana” osserva il sacerdote.
Kandhamal, distretto nella parte orientale dell’Orissa, è stato teatro della peggiore violenza anticristiana mai avvenuta nella storia moderna dell’India. La violenza, durata quasi quattro mesi, ha fatto oltre 90 morti e creato più di 50.000 sfollati, cacciati dalle loro case e villaggi. (PA) (Agenzia Fides 9/2/2016)
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ASIA/IRAQ - I cristiani boicottano la “Conferenza sulla coesistenza pacifica”; il Patriarca caldeo: siamo stanchi di inutili parole
 
Baghdad (Agenzia Fides) – I rappresentanti cristiani invitati a partecipare alla “Conferenza sulla salvaguardia della pacifica coesistenza”, tenutasi domenica 7 febbraio presso il Parlamento iracheno, hanno deciso di disertare la manifestazione, per rimarcare la propria distanza da occasioni in cui i richiami alla convivenza e alla concordia tra diverse identità etnico-religiose si trasformano in mere formule retoriche, senza che vengano minimamente intaccate le discriminazioni sofferte dai gruppi minoritari. Oltre alle comunità cristiane, hanno boicottato la Conferenza anche altre minoranze religiose, come gli yazidi e i mandei. “A cosa serve specializzarsi nel partecipare a incontri come questo e ripetere le formule che danno il titolo alle conferenze, se poi non si vedono iniziative e cambiamenti sul piano concreto?” ha dichiarato ai media locali il Patriarca caldeo Louis Raphael I. La Conferenza era organizzata con il patrocinio della Presidenza del Parlamento e del Consiglio sunnita per le dotazioni religiose (Waqf), e ha visto la partecipazione di politici, rappresentanti diplomatici e ministri del governo iracheno.
Nei giorni scorsi, il Patriarca caldeo aveva rivolto un accorato appello alle autorità governative e ai leader politici e religiosi per richiamare l'attenzine sulle perduranti discriminazioni giuridiche e le prepotenze di carattere settario subite dai cristiani. “Noi” scriveva il Patriarca nell'appello, pervenuto all'Agenzia Fides, “ci siamo incontrati con gli ufficiali del governo, e abbiamo visitato alcune delle autorità religiose islamiche per parlare di ciò che abbiamo in comune, riguardo alle nostre fedi e alla vita che condividiamo in questa terra. Durante questi incontri, noi abbiamo assicurato di essere leali all'Iraq, che è la nostra Patria, e di non cercare vendette ma piuttosto di voler vivere in pace con tutti gli iracheni. Purtroppo, nessuna delle loro promesse è diventata realtà”. (GV) (Agenzia Fides 9/2/2016).
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ASIA/TURCHIA - La Fondazione Hrant Dink fa l'inventario degli edifici costruiti dalle minoranze religiose
 
Ankara (Agenzia Fides) - La Fondazione Hrant Dink – sorta per custodire la memoria e gli ideali del giornalista e scrittore turco di origine armena assassinato nel gennaio 2007 – ha stilato un inventario degli edifici costruiti in Anatolia da membri e gruppi appartenenti alle comunità greche, armene, siriache e ebraiche: sinagoghe, monasteri, scuole, ospedali e cimiteri che rappresentano una parte considerevole del patrimonio culturale anatolico, finito in gran parte nelle mani di proprietari – pubblici o privati – che non hanno alcun legame con le comunità che ne finanziarono e realizzarono la costruzione. L'inventario – riferisce Agos, il giornale bilingue turco-armeno – è stato reso possibile grazie a un meticoloso lavoro di ricerca durato due anni e mezzo, e fornisce informazioni utili su circa 10mila edifici in origine di proprietà di membri o istituzioni appartenenti ai gruppi minoritari.
Lo scorso 28 aprile (vedi Fides 28/4/2015), aveva avuto ampia eco mediatica l'iniziativa messa in atto da Aram I, Catholicos della Grande Casa di Cilicia della Chiesa Apostolica Armena, che in quel giorno aveva fatto presentare alla Corte costituzionale della Turchia un ricorso contenente la richiesta di restituzione delle residenze e delle proprietà appartenute al Catholicosato nella città di Sis, antica capitale del Regno armeno di Cilicia, corrispondente alla attuale città turca di Kozan. (GV) (Agenzia Fides 9/2/2016).
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AMERICA/MESSICO - “Sit-in della dignità”: il Vescovo di Cuernavaca solidale con la protesta dell’università
 
Morelos (Agenzia Fides) – Il Vescovo della Diocesi di Cuernavaca, Sua Ecc. Mons. Ramon Castro Castro, ha visitato domenica scorsa, 7 febbraio, il cosiddetto "sit-in della dignità" dell'Università Autonoma dello Stato di Morelos (UAEM), nella piazza centrale della capitale dello stato, esprimendo solidarietà con la causa degli studenti di questo centro universitario.
Sono 13 le richieste dell'Università, incentrate sulla richiesta al governo di rispettare le promesse fatte, vale dire autorizzare la costruzione dell’Ospedale Universitario e assegnare i fondi (10 milioni di pesos messicani) attualmente in mano all’esecutivo, per poter amministrare le opere e pagare il personale.
"La lotta dell'università è anche una necessità e rappresenta i sentimenti di molte persone, penso che sia una causa che tutti noi dobbiamo sostenere" ha detto Mons. Ramon Castro, che ha invitato tutti i residenti di Morelos ad aderire a questo movimento e a sostenere l'UAEM e le sue richieste.
Da parte sua, il rettore dell'UAEM, Alejandro Vera Jimenez ha ringraziato il Vescovo dell’incontro, che si è svolto in un clima cordiale e aperto, durante il quale ha espresso l’auspicio che il conflitto sia risolto pacificamente e in modo responsabile. Secondo dati dell’UAEM, l'università è una delle principali del Messico, con 15 facoltà, 3 istituti e 6 centri di ricerca, e più di 18 mila studenti.
(CE) (Agenzia Fides, 09/02/2016)
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AMERICA/PERU’ - Virus Zika: il Card. Cipriani paragona l’Onu ad un Erode moderno
 
Lima (Agenzia Fides) – Il Cardinale peruviano Juan Luis Cipriani, Arcivescovo di Lima, ritiene che l'Onu agisca come un moderno Erode, incoraggiando i governanti dei paesi colpiti dal virus Zika a consentire l'aborto, in quanto si potrebbero manifestare malformazioni nei feti e problemi neurologici nei neonati.
"C’è un genio, un Erode [colui che ha ordinato l'uccisione di tutti i bambini dopo aver appreso che il Messia era nato] a cui sembra opportuno ordinare la morte: devono abortire tutti coloro che hanno un figlio in questo momento, perché c'è questo pericolo, anche se non è pienamente dimostrato. Ma in caso di dubbio, meglio tutti morti" ha detto il Card. Cipriani domenica scorsa, 7 febbraio, nel suo programma radiofonico.
In Perù c’è stato solo un caso importato di contagio dal virus Zika, mentre in altri paesi della regione la preoccupazione è molto più grande. Brasile e Colombia sono i Paesi più colpiti, con migliaia di casi. In Brasile molti bambini le cui madri avevano contratto Zika all'inizio della gravidanza sono nati con la microcefalia.
(CE) (Agenzia Fides, 09/02/2016
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AMERICA/PERU - “Adotta un bambino e agisci contro la povertà infantile”: Carnevale di Solidarietà
 
Chota (Agenzia Fides) – In occasione del carnevale, il Centro Ideas insieme alla Fundación Ayuda en Acción hanno lanciato la Campagna Carnevale di Solidarietà “Adotta a distanza un bambino e agisci contro la povertà infantile”. Obiettivo è promuovere il valore della solidarietà, approfittando di questo periodo di grandi festeggiamenti per il Carnevale ai quali accorrono numerosi cittadini che vengono esortati a prendere parte allo sviluppo delle comunità più povere della regione Cajamarca, adottando a distanza un bambino o una bambina dei distretti di Conchán e Chalamarca, nella provincia di Chota, dove è in corso il progetto. Oltre al contributo economico, la campagna vuole stabilire un legame di amicizia con i bambini per costruire uno scambio interculturale. Con il sostegno dei benefattori vengono realizzati progetti sostenibili dei quali beneficiano non solo i piccoli adottati, ma anche la famiglia e il resto della comunità. A Conchán e a Chalamarca è stato verificato che grazie al progetto sono migliorate le condizioni di salute e alimentari dei piccoli.
(AP) (9/2/2016 Agenzia Fides)
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AMERICA/COSTA RICA - Povertà e negligenza tra le principali cause di abbandono scolastico
 
San José (Agenzia Fides) – Secondo una valutazione annuale dell’Encuesta Nacional de Hogares (Enaho) 2015, realizzata ogni anno dall’Istituto Nazionale di Statistica e Censimento (INEC), dei 584.645 bambini, nella fascia di età tra 5 e 12 anni, presenti in Costa Rica, circa 20 mila non frequentano la scuola primaria. La maggior parte di questi, il 63,5%, ha meno di 6 anni, e i genitori non li mandano a scuola perché non hanno l’età minima richiesta per la frequenza. D’altro canto, dei 402.194 adolescenti, tra 13 e 17 anni, 49.935, il 12,4%, non frequenta la scuola secondaria. Attualmente, il programma ‘Puente al desarrollo’, del Ministero dell’Istruzione locale, favorisce le famiglie più povere mettendole in condizioni di poter far studiare i loro figli. (AP) (9/2/2016 Agenzia Fides)
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OCEANIA/AUSTRALIA - Cinquant'anni di compassione
 
Sydney (Agenzia Fides) - Ricorre nel 2016, durante il Giubileo della Misericordia, il 50° anniversario del “Progetto Compassione”, la campagna quaresimale di raccolta fondi e di sensibilizzazione condotta da Caritas Australia. Come rileva una nota inviata a Fides, ogni anno il “Progetto Compassione”, lanciato durante le sei settimane di Quaresima, riunisce migliaia di sostenitori e benefattori in tutte le diocesi che, in solidarietà con i poveri e per aiutare a combattere la povertà, promuovono giustizia e dignità del mondo.
I membri della Caritas Australia hanno espresso la loro gratitudine alle comunità parrocchiali, alle scuole, ai movimenti e associazioni ecclesiali per i generosi contributi erogati al “Progetto Compassione”, in tutti questi anni . Lo scorso anno la raccolta fondi ha raggiunto il record di 11,57 milioni di dollari. I fondi raccolti sono impiegati per aiuti umanitari e programmi di sviluppo a lungo termine in oltre 40 paesi in Asia, Africa, America Latina, Oceania.
Nello speciale Anno della Misericordia, il Vescovo Bill Wright lancerà ufficialmente il “Progetto Compassione” a Newcastle. “Il ‘Progetto Compassione’ ha aiutato e trasformato milioni di vite in 50 anni di servizio: con quest'opera abbiamo testimoniato fede, compassione e generosità verso i membri più vulnerabili della famiglia globale” ha detto il Vescovo, auspicando un impegno e uno sforzo di carità in tutte le comunità locali, e rimarcando che quest’anno il focus del Progetto sarà il campo dell’istruzione. (PA) (Agenzia Fides 9/2/2016)
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ASIA/BANGLADESH - Nomina del Vescovo Ausiliare di Dhaka
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il Santo Padre Francesco, in data 8 febbraio 2016, ha nominato Ausiliare dell’Arcidiocesi di Dhaka, in Bangladesh, il Rev.do Shorot Francis Gomes, Vicario Generale della stessa arcidiocesi. Gli è stata assegnata la sede titolare vescovile di Forma
Il Rev.do Shorot Francis Gomes, è nato il 15 dicembre 1965 a Hashnabad, nell’arcidiocesi di Dhaka. Dopo aver completato gli studi primari e secondari presso la scuola Holy Cross di Bandura, è entrato nel Seminario Minore Little Flower (Dhaka). Ha poi proseguito gli studi presso il Seminario Intermedio St. Joseph di Dhaka. Mentre viveva in Seminario, ha conseguito il Baccellierato in Arte (BA) presso il Notre Dame College di Dhaka. Nel 1984 è entrato presso il Seminario Maggiore Holy Spirit di Dhaka e ha completato gli studi filosofici e teologici. È stato ordinato sacerdote il 31 maggio 1990 per l’arcidiocesi di Dhaka.
Dopo l’ordinazione sacerdotale ha ricoperto i seguenti incarichi: 1990-1994: Vicario parrocchiale della Cattedrale e di Nagari Church; 1994-1998: Rettore del Seminario Minore Little Flower, Bandura; 1998-2002: Studi di Dottorato in Teologia Morale presso l’Alfonsianum, a Roma; 2002-2005: Vicario parrocchiale di Nagari e Tejgaon Church; 2005-2009: Vice Rettore del Seminario Maggiore Holy Spirit, Dhaka; 2009-2012: Rettore del Seminario Maggiore di Holy Spirit, Dhaka; 2012-2015: Vicario Generale della nuova diocesi di Sylhet. Dal 2016 è Vicario Generale dell’arcidiocesi di Dhaka. (SL) (Agenzia Fides 9/2/2016)

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