AFRICA/CONGO RD - Unione Europea e USA accentuano le pressioni su Kabila perché lasci il potere a fine anno |
Kinshasa (Agenzia Fides) - Si accentuano le pressioni da parte di Stati Uniti e Unione Europea perché si tengano entro la fine dell’anno le elezioni presidenziali e politiche nella Repubblica Democratica del Congo. Un comunicato pubblicato il 23 giugno, pervenuto a Fides, riferisce che nel corso della 31esima sessione dell’Assemblea parlamentare paritaria Unione Europea- ACP tenutasi il 13-15 giugno, i deputati europei e i loro omologhi del Paesi Africa, Caraibi e Pacifico (ACP) hanno approvato all’unanimità una risoluzione che condanna tutti gli atti di violenza politica e chiede “lo svolgimento regolare e nei tempi opportuni delle elezioni, che sono cruciali per la stabilità e lo sviluppo a lungo termine del Paese e dell’intera regione”. I deputati hanno sottolineato che il Presidente Joseph Kabila, al potere dal 2001, è tenuto a dimettersi il 20 dicembre 2016, visto che il mandato del Presidente della RDC è limitato a due mandati secondo la Costituzione. “Non avendo ancora dichiarato che si dimetterà, il Presidente Kabila contribuisce ad acuire le tensioni politiche nel Paese” afferma il comunicato. L’amministrazione statunitense ha annunciato il 23 giugno di aver imposto sanzioni finanziarie nei confronti del capo della polizia di Kinshasa per le sue responsabilità nelle violenze e nelle scomparse di persone verificatesi nella capitale della RDC. Il generale Célestin Kanyama è accusato “di essere responsabile o complice di atti violenti e di rapimenti che hanno preso di mira civili, donne e bambini” afferma John Smith, responsabile dell’ufficio del Dipartimento del Tesoro statunitense, incaricato di sovrintendere alle sanzioni finanziarie nei confronti di persone straniere decretate dal governo di Washington. Il generale Kanyama dirigeva la polizia di Kinshasa quando, nel gennaio 2015, almeno 40 persone sono state uccise in scontri con le forze dell’ordine durante manifestazioni indette dall’opposizione. Un portavoce del governo congolese ha definito le sanzioni americane “un attentato alla nostra sovranità e un tentativo di sostituirsi ad essa”. Anche nell’Unione Europea si discute l’adozione di sanzioni nei confronti di personalità vicine al Presidente Kabila per costringerlo a lasciare il potere. I più favorevoli sono Gran Bretagna e Belgio, mentre Francia e Italia preferiscono imporre sanzioni solo per punire i responsabili di repressioni violente delle manifestazioni, o solo quando finirà il mandato di Kabila se questi non si dimetterà. La posizione di Londra dopo l’esito del referendum del 23 giugno che sancisce la prossima uscita della Gran Bretagna dall’UE appare però indebolita. (L.M.) (Agenzia Fides 25/6/2016) |
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AFRICA/KENYA - I Vescovi lodano l’accordo tra maggioranza e opposizione per riformare la commissione elettorale |
Nairobi (Agenzia Fides) - “È un provvedimento che dimostra maturità politica e rispetto della Costituzione, delle istituzioni e della legge” affermano i Vescovi del Kenya in una dichiarazione firmata dal Segretario Generale della Kenya Conference of Catholic Bishops (KCCB), p. Daniel Kimutai Rono, che saluta la decisione del governo e della coalizione dei partiti d’opposizione, Coalition for Reforms and Democracy (CORD), di lavorare insieme in Parlamento per riformare la commissione elettorale e garantire lo svolgimento pacifico delle elezioni presidenziali e politiche nel 2017. Il 22 giugno la maggioranza presidenziale e la CORD hanno varato una mozione per la formazione di un Comitato parlamentare congiunto, formato da 14 membri, per risolvere le dispute sulla Independent Electoral and Boundaries Commission (IEBC), la Commissione elettorale indipendente, di recente al centro di polemiche da parte della CORD che accusa alcuni suoi membri di essere favorevoli al partito del Presidente Uhuru Kenyatta e di corruzione. Il Comitato dovrà presentare entro 30 giorni una proposta di revisione della IEBC che dovrà essere discussa da Camera e Senato. I Vescovi assicurano la loro preghiera “perché la voce della ragione prevalga, mentre il Comitato inizia i suoi lavori. Allo stesso tempo, invitiamo la cittadinanza e tutte le persone di buona volontà ad appoggiare gli sforzi dei membri del Comitato” conclude il comunicato dei Vescovi. (L.M.) (Agenzia Fides 25/6/2016) |
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AMERICA/ARGENTINA - Droga e narcotraffico: urgenza pastorale, uno dei problemi più gravi del nostro tempo |
Santiago del Estero (Agenzia Fides) – “Il fenomeno della droga è una urgenza pastorale perchè colpisce tutti coloro che fanno parte di questa grande famiglia umana (ricchi e poveri, giovani e adulti, anziani, uomini e donne). I genitori, ma anche sacerdoti, religiosi, laici, sono i testimoni e i primi protagonisti che cercano di capire, di intervenire e di proporre strutture comunitarie al fine di promuovere la dignità della persona umana”. E’ un brano del messaggio che Sua Ecc. Mons. Vicente Bokalic CM, Vescovo di Santiago del Estero, e Sua Ecc. Mons. Melitón Chávez, Vescovo di Añatuya, hanno pubblicato in occasione della Giornata mondiale di lotta alla droga e al narcotraffico, indetta dalle Nazioni Unite, che si celebra il 26 giugno. Il messaggio, pervenuto all’Agenzia Fides, rileva che “la droga è il frutto e, allo stesso tempo, la causa di un grande declino etico e di una crescente corruzione della vita sociale, che corrode il tessuto stesso della moralità, delle relazioni interpersonali e della convivenza civile”. Tale fenomeno “richiede una risposta forte e decisa per fermare il degrado che ne deriva” sottolinea il testo, ricordando che “non è assurdo dire che in qualsiasi momento può bussare alla porta delle nostre case e colpire qualsiasi membro della nostra famiglia”. Il consumo di droga comunque non si riduce solo a “un comportamento individuale”, ma si sono sviluppate “nella totale impunità, una economia clandestina e una criminalità che hanno come scopo di produrre e commercializzare la droga su larga scala”. Ad essere potenziali destinatari sono i giovani, che “spesso la nostra società idolatra e allo stesso tempo disprezza” in quanto non li aiuta a crescere, a trovare il loro posto, a scoprire il senso della vita e ad avere speranza per il futuro. I Vescovi proseguono: “i nostri figli, fratelli e amici, ci chiedono gridando ‘per favore… fate qualcosa!!!’ Il più delle volte sono urla silenziose… Il problema della droga è uno dei problemi più gravi del nostro tempo”. Infine Mons. Vicente Bokalic e Mons. Melitón Chávez ricordano che “la Chiesa, come una madre amorevole, ha cura della vita dei suoi figli. Queste persone distrutte devono essere considerate non un problema, ma come persone; non un caso da analizzare, ma un uomo da amare; non un individuo che deve essere indottrinato e condizionato, ma da aiutare a scoprire le proprie ricchezze”. Lanciano quindi un appello: “Abbiamo bisogno di incontrarci per realizzare questo impegno. Lavoriamo tutti: Chiesa, Stato, organizzazioni sociali, adulti e giovani, scuole ... famiglie !!! Recuperiamo insieme il significato autentico della nostra vita”. (SL) (Agenzia Fides 25/06/2016) |
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AMERICA/COLOMBIA - L’università: luogo privilegiato per la costruzione della pace |
Bogotà (Agenzia Fides) – La pace richiede che le persone siano formate ed informate, perché non si aspettino frutti che non potranno mai arrivare e il processo venga messo a rischio. L’università ha quindi un posto prioritario nella costruzione della pace, e le università cattoliche in Colombia rappresentano una forza importante non solo per la Chiesa, ma per l’intera società. Lo ha ribadito il Segretario generale della Federazione Internazionale delle Università Cattoliche, padre Guy-Réal Thivierge, durante un incontro con i Rettori delle università cattoliche della Colombia, che si è tenuto nella sede della Conferenza Episcopale Colombiana (CEC) il 23 giugno. Secondo le informazioni diffuse dalla CEC, giunte a Fides, durante l'incontro p. Thivierge e la prof. Rosa Aparicio, hanno presentato uno studio sulla cultura giovanile nelle università cattoliche, realizzato in 60 università di 35 Paesi di quattro continenti. Per quanto riguarda la cultura giovanile e la costruzione della pace, p. Thivierge ha sottolineato che questo obiettivo sarà raggiunto con una formazione di qualità, che permetta ai giovani di "andare oltre le loro esigenze e di impegnarsi in diverse realtà delle loro società" . La prof. Rosa Aparicio ha rilevato che uno dei risultati della ricerca mostra che i giovani hanno poca propensione ad assumere un atteggiamento di trasformazione della società, in quanto le loro priorità sono più personali che sociali. Un problema senza dubbio da prendere in considerazione per la costruzione della pace. (SL) (Agenzia Fides 25/06/2016) |
Filippesi 1,4 ... e sempre, in ogni mia preghiera per tutti voi, prego con gioia...
sabato 25 giugno 2016
Bollettino Agenzia Fides del 25 giugno 2016
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