AFRICA/CONGO RD - Nuovo massacro nell’Ituri a due giorni dalla visita papale, mentre l'M23 avanza nel Nord Kivu |
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Kinshasa (Agenzia Fides) – Mentre Papa Francesco si appresta ad arrivare a Kinshasa, dall’est della Repubblica Democratica del Congo continuano a giungere notizie drammatiche. Almeno 15 persone sono morte in un triplice assalto a tre villaggi nell’Ituri, attribuiti alle ADF (Forze Democratiche Alleate) il gruppo di origine ugandese cui è stata attribuita la responsabilità dell’attentato commesso domenica 15 gennaio contro la Chiesa di Cristo in Congo (Eglise du Christ au Congo ECC) a Kasindi, nel Territorio di Beni, Nord Kivu (vedi Fides 16/1/2023). Le provincie dell’Ituri e del Nord Kivu sono dal maggio 2021 in “stato d’assedio” introdotto dal governo di Kinshasa per contenere le violenze commesse da centinaia di gruppi armati che agiscono nelle due aree (vedi Fides 7/5/2021). Queste misure, che colpiscono la popolazione perché danno ampi poteri ai militari non sempre rispettosi dei diritti umani (vedi Fides 29/5/2021), non sembrano in grado di arginare le azioni dei gruppi di guerriglia, a iniziare dall’M23. “L’M23 ha ormai il controllo sulle due principali vie che collegano la parte settentrionale (il Grande Nord) del Nord Kivu al suo capoluogo, la città di Goma, che si trova ora completamente isolata, avendo l’M23 bloccato il traffico su queste due strade, la Kasindi - Beni - Butembo - Kanyabayonga - Kitchanga - Goma e la Bunagana – Rutchuru – Goma” afferma l’ultimo rapporto pervenuto a Fides della Rete Pace per il Congo. “Ne consegue che Goma soffre già della scarsità e dell’aumento dei prezzi di generi alimentari e di beni di prima necessità” sottolinea il rapporto. “L’M23 occupa attualmente oltre 100 villaggi del territorio di Rutchuru; in molti di essi vi ha istituito un’amministrazione parallela a quella dello Stato, nominando nuove autorità locali a lui fedeli e imponendo tasse illegali; ha compiuto massacri di popolazioni civili (es: a Ruvumu e a Ruseke, rispettivamente il 21 giugno e il 1° luglio 2022, con 21 vittime; Kishishe, il 29 e 30 dicembre 2022, con 131 vittime secondo la Monusco, 287 vittime secondo il governo congolese); ha proceduto ad arresti arbitrari e ad atti di tortura”. “Come dimostrato dall’ultimo rapporto del gruppo degli esperti dell’ONU per la Repubblica Democratica del Congo pubblicato verso la fine di dicembre 2022, l’M23 è appoggiato dall’esercito ruandese che gli fornisce truppe (molte centinaia di militari ruandesi, forse più di un migliaio), armi, munizioni, uniformi, caschi, giubbotti antiproiettile” afferma la Rete Pace per il Congo. Papa Francesco si recherà nella Repubblica Democratica del Congo (RDC) il 31 gennaio 2023 e vi rimarrà fino al 3 febbraio 2023. Francesco non si recherà nell’est del Paese a causa dell’insicurezza. È a Kinshasa, capitale della RDC, che egli pregherà per le popolazioni dell’est, da tre decenni vittime della barbarie e della malvagità degli uomini. “La sfida principale del momento è l’unità di tutti i Congolesi. Devono mettere da parte ogni dissenso e ogni altra divisione per vincere, insieme, la lotta contro la balcanizzazione del Paese e per salvare l’integrità territoriale e la sovranità nazionale della RDC. Perché una casa divisa in se stessa non può rimanere in piedi” sottolinea la Rete Pace per il Congo Secondo Mons. Théophile Kaboy, vescovo emerito della diocesi di Goma, «il messaggio "Tutti riconciliati in Gesù Cristo", filo conduttore del viaggio pastorale di papa Francesco nella RDC, esorta il popolo congolese a intensificare la preghiera, per ricostruire le speranze distrutte, curare ogni tipo di ferite sull’esempio del buon samaritano del Vangelo e affrontare insieme i reali pericoli di sconvolgimento del Paese, i cui sintomi sono oggi ben visibili. È ciò di cui abbiamo urgente bisogno in questo momento». (L.M.) (Agenzia 30/1/2023) |
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