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domenica 13 maggio 2007

Bicentenario della nascita di Santa Bartolomea Capitanio


Ricorre quest’anno il bicentenario della nascita di Santa Bartolomea Capitanio (1807 - 2007) la fondatrice delle Suore di Carità delle sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa dette di Maria Bambina e il 175 anniversario della vita del suo Istituto, iniziato a Lovere il 21 novembre 1832.
Il 13 gennaio 1807, nasceva, a Lovere, Bartolomea, un bimba comune in una casa comune, dentro la precarietà da cui era segnata la vita di quei tempi e dentro le fatiche di una famiglia nella quale la serenità andava conquistata giorno dopo giorno con una pazienza infinita.
Una nascita come tante altre, un’esistenza breve come un battito d’ala. Eppure Dio ha afferrato quella giovane vita e ha fatto fiorire nelle sue fragili mani una grande famiglia, perché ciascuna figlia rendesse visibile, sulle strade del mondo, la carità del Redentore, attraverso semplici gesti di amore.
A lei, che festeggiamo con gioia e che sappiamo felice in cielo insieme all’umilissima Vincenza, chiediamo di saper volgere uno sguardo criticamente intelligente al passato e uno creativo, carico di speranza verso il futuro, comunque esso si presenti, certe, come le nostre sante, che l’opera è del Signore.

LO SVILUPPO DEL CARISMA DELLE SUORE DI MARIA BAMBINA

Le sfide del nostro tempo, che nasconde dentro le sue stesse contraddizioni un forte bisogno di religiosità, e gli appelli della Chiesa a promuovere una spiritualità di comunione ci inducono a vivere il nostro carisma coltivando in modo particolare oggi il dialogo della carità nelle relazioni con le persone che incontriamo e serviamo nelle opere di misericordia proprie del nostro progetto apostolico.
A questo scopo mettiamo a disposizione le nostre risorse femminili e valori dell’internazionalità e dell’interculturalità che ci caratterizzano.http://www.suoredimariabambina.org/img/img025.jpg

Viviamo questo dono di comunione anzitutto nella nostra vita fraterna come sorelle che partecipano dello stesso carisma fondazionale e condividono i beni spirituali e materiali, e come discepole di Gesù sempre in cammino, sostenute dalla vicendevole misericordia.
Consideriamo l’accresciuta internazionalità dell’Istituto una ricchezza che ci porta ad accogliere e a valorizzare le diversità, anche culturali, e come impegno ad assumere serenamente i limiti e le fatiche che il dialogo comporta.

Rese per grazia capaci di reciprocità e di comunione tra noi, ci impegniamo a intessere il dialogo della carità nel servizio apostolico coltivando il senso della fraternità universale in Gesù redentore, sentendoci solidali con i poveri e percorrendo la strada dell’inculturazione, obbligatoria oggi per poterci fare prossimo. Questo ci vuole capaci di discernimento, disponibili a imparare dal diverso e a maturare nello spirito di collaborazione nella Chiesa e nella società, realizzando quello scambio di doni che è proprio del vero servire.

Fedeli alla nostra identità di persone consacrate nella sequela di Gesù Redentore, che per amore assume la “condizione di servo” e ci ha voluti in lui una cosa sola, ci impegniamo a contribuire a una cultura della solidarietà e a far crescere una spiritualità di comunione nella famiglia ecclesiale e umana, perché tutti possano vivere da figli nella casa del Padre.

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