Caso Caffaro, slitta la perizia sul piano sicurezza
Proroga di 7 giorni. Sindacati in allarme. In corso un'incontro con l'azienda
UDINE (30 settembre, ore 10.00) - Sindacati e Rsu della Caffaro di Torviscosa sono allarmati dopo la richiesta di una proroga di sette giorni da parte del tecnico del ministero dell'Ambiente, incaricato di valutare il piano per la messa in sicurezza dell'impianto cloro-soda del polo chimico «sotto sequestro» per inquinamento ambientale dall'11 settembre scorso. «La proroga apre numerosi problemi – ha riferito il segretario provinciale della Femca-Cisl, Augusto Salvador – perché lo stato dell'impianto potrebbe essere pregiudicato da una fermata prolungata».
Il ritardo del dissequestro potrebbe causare ripercussioni tra cui le ferie forzate per alcuni operai. «Questo sequestro – ha proseguito Salvador – essendo materia penale non prevede l'applicazione di alcun ammortizzatore sociale». Tra sindacati, Rsu e azienda è in corso un incontro urgente. Si sta discutendo – ha anticipato Salvador – la proposta di mettere in atto una «polarizzazione» dell'impianto, una sorta di «start-up» in attesa del dissequestro completo. Una soluzione che dovrebbe comunque essere autorizzata dalla magistratura, se non altro per evitare il danneggiamento che potrebbe seguire ad un fermo prolungato dell'impianto.
DOMANI ASSEMBLEA STRAORDINARIA DEI LAVORATORI
Crisi Caffaro, cresce la preoccupazione
No della magistratura alla messa in «polarizzazione» dell'impianto
TORVISCOSA (30 settembre, ore 13.30) - Si fa sempre più grave la crisi della Caffaro di Torviscosa il cui sito chimico è stato sequestrato per presunto inquinamento ambientale lo scorso 11 settembre.
Dopo la richiesta di una proroga di 7 giorni da parte del tecnico del ministero dell'Ambiente incaricato di valutare il piano per la messa in sicurezza dell'impianto, è notizia di oggi il no della magistratura alla richiesta dell'azienda di mettere in «polarizzazione» i macchinari per garantire la conservazione dell'impianto senza rischiare i danni che potrebbero derivare da un fermo prolungato.
Proprio per verificare l'esito della richiesta avanzata alla magistratura, stamani rsu e rappresentanti dei lavoratori avevano chiesto un incontro urgente. Niente di fatto, dunque. «La magistratura ha consentito solo un pre-riscaldamento dell'impianto – afferma Augusto Salvador, segretario provinciale della Cisl chimici –, il che non ci permette di essere ottimisti».
I posti di lavoro a rischio, per effetto della crisi della Caffaro, superano le mille unità, tra dipendenti e indotto. La preoccupazione, quindi, è comprensibile. Proprio in considerazione dell'esito incerto della crisi, i sindacati hanno indetto un’assemblea straordinaria, che si svolgerà domani mattina, a partire dalle ore 8, nella sede dell’azienda, a Torviscosa. «In tale occasione valuteremo eventuali azioni da mettere in atto – prosegue Salvador –. L'intenzione è quella di coinvolgere i lavoratori dell'intero sito della Caffaro, comprese le aziende collegate, che, per effetto di tale crisi, potrebbero subire gravi ripercussioni».
Crisi Caffaro. Confartigianato: «In pericolo il futuro della Chimica»
Dura la presa di posizione. Si sottolinea l'ipotesi di possibili «effetti devastanti» anche per il sistema sociale.
TORVISCOSA (30 settembre, ore 19.10) - Si fa sempre più grave la crisi della Caffaro di Torviscosa il cui sito chimico è stato
sequestrato per presunto inquinamento ambientale. Dopo la richiesta di una proroga di 7 giorni da parte del tecnico del ministero dell'Ambiente incaricato di valutare il piano per la messa in sicurezza, è
notizia di oggi il no della magistratura alla richiesta dell'azienda di mettere in «polarizzazione» l'impianto per garantire la conservazione dei macchinari senza rischiare i danni che potrebbero derivare da un fermo prolungato. Domani assemblea straordinaria dei lavoratori.
Dura la presa di posizione di Confartigianato Udine che in una nota parla di una ripartenza che «rischia di non essere più praticabile con effetti che sarebbero devastanti per la presenza della chimica nella Bassa friulana ed il sistema economico e sociale che vi gravita».
«La vicenda della Caffaro ha assunto profili di rischiosità che non erano immaginabili sino a pochi giorni fa» si legge in un comunicato diffuso dalla confederazione. E ancora: «È il peggior scenario che potesse immaginarsi, ma proprio perché questo esito è diventato verosimile con il trascorrere dei giorni di blocco, vanno intensificate le azioni perché si giunga rapidamente a delineare in condizioni di certezza il futuro dell’impianto e della chimica a Torviscosa».
Per queste ragioni ed in considerazione del ruolo nazionale del polo chimico di Torviscosa, Confindustria Udine ha espresso presso le competenti istituzioni preoccupazione per la situazione che rischia di deteriorarsi.
«Vanno restituite all’azienda ed ai lavoratori certezze di prospettiva – conclude la nota – nella logica di assicurare la continuità della chimica a Torviscosa che non può realizzarsi prescindendo dall’impianto di cloro soda. A questo obiettivo occorre lavorare per evitare che la questione chimica passi da problema di natura produttiva a problema di carattere esclusivamente sociale».
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