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mercoledì 1 ottobre 2008

La situazione si aggrava a 20 giorni dal sequestro

Ora alla Caffaro
si parla di licenziamenti

TORVISCOSA. Prime ripercussioni occupazionali alla Caffaro di Torviscosa in seguito al prolungato fermo degli impianti di soda cloro e alla possibile decisione del Tribunale di dissequestrare solo parti minime dello stabilimento, come i macchinari per il rifornimento della Bracco e di consentire quindi solo i lavori per il mantenimento della temperatura base degli impianti per il cloro soda.Secondo quanto riportato dalle segreterie settoriali di Cgil, Cisl e Uil, ieri mattina, durante il vertice fra i rappresentanti di Assindustria, sindacati e Snia, questi ultimi hanno annunciato che, «a fronte delle pesanti perdite derivanti dal sequestro degli impianti, ammontanti, ad oggi, a circa 9 milioni di euro e al perdurare del fermo, l'azienda si trova costretta a lasciare a casa parte dei dipendenti il cui numero sarà quantificato nelle prossime ore».

Affermazioni confermate da tutti i sindacalisti presenti, anche se, successivamente, l'amministratore delegato di Snia, Antonio Onorato, le ha drasticamente ridimensionate. «I rappresentanti dell'azienda sono stati molto chiari – insiste il segretario settoriale della Cgil, Roberto Di Lenardo -, al punto che, di comune accordo, è stato interessato il rappresentante di Assindustria di Udine presente, Ezio Lugnani per individuare un percorso di accompagnamento per i dipendenti della Caffaro che saranno lasciati a casa, in quanto, essendo le eventuali "espulsioni" dovute a sequestro degli impianti e non a una crisi dell'azienda, non godono di ammortizzatori sociali. Si chiederà, quindi, che vengano fatte delle deroghe come già per la cartiera Burgo e la ferriere di Servola. É evidente che, a questo punto, la situazione cambia di molto perché gli eventi stanno chiaramente precipitando e c'è davvero il concreto, drammatico rischio che quando gli impianti saranno dissequestrati non ci sarà più lavoro».



A questo proposito, i dati forniti dai vertici dell'azienda sono estremamente significativi. «Ci è stato riferito che la Caffaro perde 300 mila euro al giorno per il fermo dello stabilimento e che il 15% della clientela si è già rivolta ad altri fornitori – spiega il segretario settoriale della Uil, Antonino Mauro – e che le perdite sono ormai diventate insostenibili. Non solo. Il fermo degli impianti, che si sta prolungando da quasi un mese avrà in ogni caso conseguenze sulla loro eventuale ripresa, che si sommeranno alla riattivazione inizialmente ridotta della produzione di soda cloro. Quindi è chiaro che non tutto il personale potrà essere reimpiegato subito». «Il dramma è che non riusciamo a capire cosa stia accadendo veramente – aggiunge Mauro -, perché non ci convincono né questi continui rinvii del dissequestro, anche se parziale, né l'azione dell'azienda che non ci sembra stia difendendo con sufficiente determinazione il sito di Torviscosa».

I sindacati hanno convocato per questa mattina un'assemblea di tutti i lavoratori, mentre per domani è prevista una manifestazione che porterà al blocco anche di tutte le altre attività comprese nel sito della Caffaro, come la Bracco e la Lavanderia Adriatica. «Non staremo fermi a guardare mentre la Caffaro crolla portandosi dietro centinaia di posti di lavoro – afferma Daniele Dessì dell'Rsu – e ci batteremo con tutte le nostre forze perché questo non accada».

Patrizia Artico

fonte. Messaggero Veneto

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