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venerdì 29 ottobre 2010

Il Centro di pastorale liturgica sulle ricorrenze di Novembre

In preghiera per i santi e per i defunti 
Le solenni liturgie dell'1 e 2 novembre. L'Arcivescovo
presiede i riti in Cattedrale e al cimitero urbano

UDINE (29 ottobre, ore 12.30) - Tutte le comunità parrocchiali vivranno, con grande partecipazione di popolo,  la  solennità di Tutti i Santi, lunedì 1 novembre, e la Commemorazione dei fedeli defunti, martedì 2 novembre. Due giorni di particolare significato che pongono, non solo al credente, le domande ultime sul senso della vita e sul mistero della morte, spesso rimosse nella nostra società. In ogni paese si celebreranno le Sante Messe e si faranno le celebrazioni, con la benedizione delle tombe, nei cimiteri.

L'Arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, l'1 novembre, presiederà la Santa Messa in Cattedrale, alle ore 10.30, mentre alle 15, presiederà i Vespri solenni nella chiesa dei Santi Giovanni Battista e Vito, nel cimitero monumentale di Udine. Successivamente benedirà le tombe, assieme ai parroci della città e alla presenza delle autorità cittadine, con l'animazione musicale della Corale del Duomo.

Martedì 2 novembre, l’Arcivescovo tornerà al cimitero di San Vito alle 15 per presiedere la recita del Santo Rosario assieme ai religiosi e alle religiose della città. In serata, alle 19, in Cattedrale mons. Mazzocato presiederà la Santa Messa nella commemorazione di tutti i fedeli defunti.

Ma qual è il significato di queste due giornate? «Si tratta di due celebrazioni a carattere distinte - precisa don Loris Della Pietra, direttore del Centro di pastorale liturgica dell'Arcidiocesi di Udine -: la festa di tutti i Santi, celebra la gloria e l'appartenenza a Dio di coloro che hanno testimoniato la fede nel corso del tempo. Si tratta di persone note, ma anche sconosciute, vissute nella discrezione e nel nascondimento. La festa vuole ricordare anche quella santità diffusa, nascosta nelle nostre case».

Per quanto riguarda la commemorazione dei defunti, don Della Pietra ricorda come questo sia un momento molto sentito a livello popolare, ma aggiunge che «forse dobbiamo imparare a fare un passaggio dal semplice ricordo affettuoso e doveroso dei defunti a una memoria pasquale. Il cristianesimo non ci insegna solo a ricordare i nostri morti, perché li abbiamo conosciuti e ci sono cari, ma ci insegna a considerarli nella gloria della Pasqua di Cristo. La fede cristiana aggiunge lo specifico della Resurrezione di Cristo che è diventata anche la nostra».

Alcuni gesti, sottolinea ancora il direttore dell’Ufficio liturgico diocesano, sono al centro di queste giornate: l'Eucaristia che ci mette in comunione non solo con coloro che sono con noi in chiesa, ma anche con coloro che fisicamente non ci sono più; la visita ai cimiteri con la preghiera di suffragio per i defunti; l’aspersione con l’acqua battesimale a memoria della nostra prima Pasqua, la nostra incorporazione al popolo dei risorti; il gesto di porre i fiori sulle tombe e di accendere lumi non solo come segno di affetto, ma come modo di proclamare che i nostri defunti sono vivi in Dio.

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