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venerdì 2 novembre 2007


lunedi' Il funerale del fondatore della comunita' giovanni xXIII

È morto don Benzi, oggi la camera ardente

Aveva 82 anni, stroncato da un attacco cardiaco nella notte.
Il Papa: «Infaticabile apostolo della carità»

Don Oreste Benzi al «Family Day» (Emmevì)
RIMINI - Don Oreste Benzi , presidente e fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII, è morto la scorsa notte, nella sua casa a Rimini per un attacco cardiaco. Lo ha reso noto la segreteria generale della sua comunità. Aveva 82 anni. La camera ardente verrà allestita oggi a partire da mezzogiorno nella parrocchia La Resurrezione, in via della Gazzella. Il funerale si svolgerà lunedì alle 10.30 nel Duomo di Rimini.

IL MALORE - Il sacerdote si è sentito male intorno all'1.30 nel suo alloggio nella parrocchia della Resurrezione. Il sacerdote che abitava con lui, don Elio Piccari, ha subito chiamato il 118 e ha avvisato alcuni collaboratori dell'associazione. L'intervento dei sanitari è stato tempestivo e sono stati praticati tutti i tentativi di rianimazione, ma non c'è stato nulla da fare: il cuore del religioso, secondo il referto, si è fermato alle 2.22. «Don Oreste aveva già accusato un malore due giorni fa - ha raccontato Stefano Paradisi, uno dei responsabili della segreteria generale della comunità -. Era a Roma, per partecipare ai lavori dell'Osservatorio sull'infanzia; a Fiumicino, sulla via del rientro, si è sentito male ma è voluto rientrare ugualmente a Rimini, perché in serata aveva un incontro con i giovani. Giovedì mattina è stato visitato da un medico, che gli ha consigliato di non affaticarsi e di riposare. Proprio oggi si sarebbe dovuto sottoporre a dei controlli cardiologici».

SORRISO - «È stato sorridente fino alle fine, ci ha lasciato col sorriso - ha aggiunto Giampiero Cofano, un altro esponente dell'associazione -. Due giorni fa dopo il malore a Fiumicino, è andato in discoteca con il vescovo di San Marino per parlare ai giovani». Questa notte il crollo. «Era consapevole, ha detto "muoio, muoio"» spiega Cofano. Secondo i medici da tempo doveva sopportare dolori fortissimi, ma non si lamentava mai e continuava la sua vita di viaggi in tutto il mondo, nelle 500 case famiglia dell'associazione presenti in 27 paesi (di cui 200 in Italia). Da pochi giorni era tornato dal Cile e a breve doveva recarsi in Croazia e in Bolivia. «Faceva 25-30 viaggi intercontinentali l'anno. Non si è mai voluto fermare. Diceva di sé: "Sono una dinamo, se mi spengo mi fermo"».

SULLE COLLINE - Da qualche settimana don Benzi andava a dormire alla Capanna di Betlemme, sulle vicine colline di Covignano, dove l'associazione Papa Giovanni XXIII gestisce una struttura di accoglienza per persone senza fissa dimora. Ma ieri sera, per questi problemi di salute, gli era stato consigliato di riposare in parrocchia. Proprio a causa di questo malessere, ieri don Oreste non aveva potuto partecipare alla «preghiera per i bambini mai nati» che la comunità propone da nove anni per la ricorrenza di Ognissanti; sono stati i suoi ragazzi an andare all'ingresso del cimitero di Rimini per la recita del Rosario e per deporre una corona di fiori.



«UNA VITA PER IL PROSSIMO» - Numerosi i messaggi di cordoglio di personalità religiose e istituzionali. Anche Romano Prodi ha voluto ricordare il sacredote scomparso, «una persona - ha detto il premier - che ha lavorato molto per il prossimo, veramente molto». «È stato un sacerdote che con un quotidiano e costante lavoro ha saputo costruire una Comunità di dimensioni internazionali con l'obiettivo di salvare e dare assistenza a tante persone in difficoltà a tanti sfruttati e diseredati. Una vita spesa con gioia al servizio del prossimo. Un insegnamento da non dimenticare» ha concluso il premier. Il papa, Benedetto XVI, ha ricordato don Benzi con queste parole: «Appresa con tristezza la notizia della morte di don Oreste Benzi, umile e povero sacerdote di Cristo, benemerito fondatore e presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, il Santo Padre desidera esprimere vive condoglianze a quanti piangono la sua improvvisa scomparsa, ricordandone l'intensa vita pastorale come parroco e in seguito come infaticabile apostolo della carità a favore degli ultimi e degli indifesi facendosi carico di tanti gravi problemi sociali che affliggono il mondo contemporaneo». Il telegramma, a firma del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, è stato inviato al vescovo di Rimini monsignor Francesco Lambiasi.

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