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sabato 9 febbraio 2008

Domenica 10 febbraio 2008: commento alla Parola









Prima settimana di Quaresima

Voi, gente del mio popolo,
siete suoi discepoli!
Con Cristo avete scelto
di intraprendere la strada per amare.
Come avverrà ciò se rimanete inerti
di fronte alle fenditure
che screpolano la vostra terra?
Sarete suoi discepoli,
gente del mio popolo,
se con tutta la vostra forza, nel posto e nelle mansioni che vi riguardano,
voi vi impegnate nel dialogo e mantenete il rispetto.
Se praticate la benevolenza
e operate la giustizia nei vostri impegni quotidiani.
Se moltiplicate la bontà e per ogni essere umano stabilite il diritto all’eguaglianza. Se rifiutate l’odio che scava le sue nicchie
fin nelle pieghe segrete delle intenzioni e dei cuori.
Se vestite i poveri e li nutrite di fraternità. Amare, non è agire?










EBBE FAME
«Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio» Mt 4,4.
Alla radice di questo racconto della tentazione di Gesù si trova il ricordo del cammino e delle prove degli Israeliti nel deserto dopo la liberazione dalla schiavitù d’Egitto. Secondo il libro del Deuteronomio, Mosè ha detto al popolo: «Ricordati di tutto il cammino che il Signore tuo Dio ti ha fatto percorrere in questi quarant’anni nel deserto, per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore... Ti ha fatto provare la fame, poi ti ha nutrito di manna... per farti capire che l’uomo non vive soltanto di pane, ma che l’uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore» (Dt 82-31.
Gli evangelisti, Matteo, Marco e Luca collocano il racconto della tentazione di Gesù all’inizio della sua attività pubblica, I tre racconti cercano di esprimere le scelte profonde operate da Gesù circa la sua attività. In questi testi, il tentatore (colui che prova) non è più Dio, ma il diavolo. A differenza di Luca, in Matteo Gesù aggiunge che l’uomo deve anche vivere «di ogni parola che esce dalla bocca di Dio». Puntualizza così il testo del Deuteronomio e invita i suoi lettori ad aprirsi alla parola di Dio.
Oggi rileggiamo questo testo in un mondo dove circa quaranta milioni di uomini e di donne muoiono ogni anno a causa di malattie riconducibili alla fame, cioè più di un morto ogni secondo. Capiamo facilmente che prima di vivere della parola di Dio bisogna vivere di pane. Forse capiamo che attraverso questo mondo dove gli uni muoiono di fame e gli altri di super nutrizione Dio ci rivolge una parola.

Il mistero della quaresima nel cuore dell’uomo d’oggi




Viviamo in un tempo di grandi cambiamenti, di continui aggiornamenti: delle persone, delle istituzioni... In questa euforia del cambiamento, imposta dal mondo d’oggi, avvertiamo la necessità di un cambiamento più radicale che non abbia la consistenza dell’onda che si frange sulla sabbia, che riguarda noi stessi, il nostro modo di sentire, pensare, di agire. Tutto oggi avviene in fretta. Sembra che tutto avvenga caoticamente, senza che abbiamo la possibilità di renderci conto di ciò che sta avvenendo. Percepiamo di dover fare chiarezza, mettere ordine nella nostra vita. Sentiamo insomma la necessità di un tempo per ‘respirare’. In un momento di grande esaltazione della libertà, ci vediamo soggetti alle più subdole forme di schiavitù; alcuni ricorrono a forme di liberazione che sono solo momentanee evasioni, fughe, ubriacature. È in atto un continuo rinnovamento in molti settori, ma non sembra che questo vinca la sensazione profonda di una vecchiezza che progredisce inesorabilmente. Una parola ricorre spesso nelle nostre conversazioni: «Sono stanco, non ne posso più». Le vacanze, le ferie, i fine settimana non sembrano produrre l’effetto desiderato. C’è bisogno del riposo profondo che nasce da un silenzio vivificante. Le relazioni, sia a livello personale che sociale, si fanno intricate, conflittuali, false e creano profondi disagi. Aspiriamo a una maggiore chiarezza e serenità, al superamento dell’odio, al credere nella fecondità del perdono, alla gioia della riconciliazione, dell’incontrarsi, del riunirsi fraternamente, del dialogare. Tutto questo non è nient’altro che le tante facce di un bisogno di salvezza: ma l’uomo, tutti gli uomini insieme, sono forse capaci di realizzarla?
Per il cristiano la quaresima è il tempo per operare un vero cambiamento e rinnovamento, per riprendere a respirare a pieni polmoni, per mettere ordine nelle molte confusioni, per stabilire relazioni autentiche, per riprendere i dialoghi interrotti, per gustare il vero riposo.., per arrivare alla salvezza. Tutto questo non avviene per un atto di volontà, né è frutto di una vivace intelligenza, ma nasce dalla decisione di porsi in ascolto di Dio, di lasciarsi cambiare da lui, di abbandonare le attuali vie per percorre le sue, di entrare in una storia di salvezza.

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Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

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