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venerdì 11 aprile 2008

Porto nogaro- Trieste

IN FUTURO POTREBBE OPERARE IN RETE ANCHE CON MONFALCONE
Nasce l'autostrada del mare Porto Nogaro-Trieste versione testuale
Stimati 75 mila camion in meno sulle strade della regione

PORTO NOGARO (10 aprile, ore 14.45) - La prima nave da 19 mila tonnellate di bramme – semilavorati ferrosi destinati al laminatoio Palini e Bertoli, a San Giorgio di Nogaro –, è arrivata oggi all’Adriaterminal a Trieste e, nel giro di una settimana, l’intero carico sarà consegnato al committente, a Porto Nogaro, tramite una nave-chiatta da 3mila tonnellate e una nave da circa 750 tonnellate. Risultato: circa 1360 camion in meno sulla strada («in e out», pari a un totale di 64 mila chilometri di percorrenza).

Si tratta del progetto di cabotaggio tra i porti di Trieste e di Porto Nogaro per il trasporto delle bramme ai laminatoi della zona industriale Aussa Corno avviato in questi giorni dall’agenzia marittima Tradax, di San Giorgio, specializzata nei servizi intermodali di logistica, in particolare in nuovi servizi di collegamento marittimo per il trasporto combinato di merci a corto raggio. Obiettivo: ridurre la congestione stradale, migliorare le prestazioni ambientali del sistema di trasporto, potenziare l’intermodalità contribuendo a una logistica più efficace e sostenibile.

«Nasce così una nuova filiera logistica via mare, alternativa al trasporto via terra – afferma Alessandro Paoluzzi, amministratore delegato Tradax –. Inizialmente il collegamento è tra Trieste e Porto Nogaro, ma è nostro obiettivo coinvolgere al più presto anche il porto di Monfalcone e integrare l’operatività dei tre porti della regione dando così vita a un polo logistico di smistamento bramme che in futuro potrebbe essere interessato anche ad estendere il servizio ad altre commodities o tipologie di materie prime e semilavorati. È questa la strada da percorrere per riqualificare e diversificare l’offerta logistica del Friuli-Venezia Giulia e diventare una rete portuale di riferimento per il Nordest».

Nel questo progetto sono coinvolti tutti gli operatori della filiera, sia istituzionali – l’Autorità portuale di Trieste, la Regione, il Consorzio Aussa Corno – che del mondo economico locale, in primis gli impianti di laminazione, poi la F.lli Midolini Spa che ha preso in concessione l’Adriaterminal lato Nord nel Porto di Trieste (la banchina di cui Porto Nogaro non dispone, con un pescaggio di 12 metri) e l’Impresa portuale Porto Nogaro che opera nella movimentazione merci.

Si stima che i tre laminatoi di San Giorgio di Nogaro – Palini e Bertoli (gruppo Evraz), Marcegaglia, Trametal (gruppo Metinvest) – lavorino 1,2 milioni di tonnellate di bramme l’anno in arrivo dal Porto di Monfalcone, per il 70% circa su gomma e il restante via ferrovia. Si tratta di circa 65 mila camion all’anno (in e out) che fanno la spola tra Monfalcone e la zona industriale Aussa Corno. Inoltre una buona quota parte della lamiera prodotta dai laminatoi esce dagli impianti via camion e si calcola che almeno 120 mila tonnellate del semilavorato, pari ad altri 10 mila camion annui, ritornino a Monfalcone per essere imbarcate.

Per ogni euro investito in attività di cabotaggio l’Unione europea stima 6 euro di ritorno dell’investimento in termini ambientali e sociali. Nel caso specifico – spiegano dalla Tradax –, esiste la concreta possibilità di ridurre gli impatti ambientali e sociali di 75 mila veicoli pesanti in circolazione sulle strade della regione. Oltre ai risvolti occupazionali stimati in 40-50 posti di lavoro, è un punto di forza del progetto anche la garanzia della continuità degli approvvigionamenti per attività a ciclo continuo come quelle degli impianti di laminazione, che potrebbero incrementare la produzione a fronte di una crescente domanda mondiale di semilavorati ferrosi.

Secondo Tradax, la nuova rete logistica soddisferà anche gli incrementi produttivi previsti da Marcegaglia con l’ampliamento dello stabilimento di San Giorgio di Nogaro. Inoltre, i laminatoi potranno usufruire dei vantaggi fiscali e finanziari legati al regime di punto franco, in particolare della dilazione a tasso agevolato, fino a un massimo di sei mesi, per il versamento dell’Iva e delle imposte erariali.

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