◊ “Quale Paese, quale unità”: ruota intorno a questo interrogativo LoppianoLab, quattro giorni di riflessione e scambio di esperienze per individuare nuovi possibili percorsi di sviluppo economico, culturale e educativo per l’Italia. L’iniziativa che ha preso il via ieri per concludersi domenica, si tiene a Loppiano, la cittadella internazionale del Movimento dei Focolari nei pressi di Firenze. Promotori dell’evento anche il Polo imprenditoriale Lionello Bonfanti, l’istituto universitario di Loppiano, Sophia, e il gruppo editoriale “Città Nuova”, tutti soggetti legati dalla spiritualità dell’unità propria dei Focolari. Ma come è nata l’idea di questo laboratorio di idee? Adriana Masotti lo ha chiesto all’architetto Daniele Casprini, coordinatore dell’evento:
R. - Un laboratorio a Loppiano, anzitutto perché Loppiano, da oltre 40 anni , è una cittadella che ha proprio questa caratteristica, quella di essere cioè un laboratorio, un laboratorio di convivenza e di integrazione tra popoli di diverse tradizioni, culture, costumi ed anche religioni. Qui è nata, quindi, l’idea di realizzare un laboratorio specifico: una manifestazione che vuole essere proprio un crocevia di conoscenze, un luogo aperto in cui mettere in rete idee, prassi e sperimentazioni nei campi dell’attualità, della cultura, dell’educazione e dell’economia, per tracciare insieme possibili piste verso una nuova visione di unità del Paese Italia.
D. - Tanti i temi che verranno presi in considerazioni, come la politica, l’economia e l’educazione. Ma qual è il messaggio o anche la sollecitazione che si vuol comunicare?
R. - LoppianoLab è il risultato di uno sforzo comune di quattro agenzie: quattro agenti si sono messi insieme per continuare a dare un contributo, nella misura in cui è possibile, al Paese e alla sua unità. Viviamo una fase del nostro Paese in cui vediamo quanto sia presente il desiderio della valorizzazione delle singole realtà locali e delle singole esigenze. Quale Italia e quale unità, dunque? Questo, penso, ce lo stiamo chiedendo un po’ tutti. Non credo che ci siano ricette o che ci siano soluzioni preconfezionate. LoppianoLab vuole essere proprio un laboratorio per andare a scoprire, per andare ad esplorare nuove piste, per vedere cosa veramente può unirci, cosa può riportare veramente il Paese ad una visione più unitaria.
D. - Un contributo che potrebbe essere, ad esempio, per la politica richiamare al bene comune oppure in economica ad uno sviluppo per tutti…
R. - Potrebbe essere anche questo, lo vedremo. Vedremo che cosa uscirà. Io credo che questo laboratorio sarà un’esperienza interessante, un’esperienza nuova anche nell’approccio.
R. - Un laboratorio a Loppiano, anzitutto perché Loppiano, da oltre 40 anni , è una cittadella che ha proprio questa caratteristica, quella di essere cioè un laboratorio, un laboratorio di convivenza e di integrazione tra popoli di diverse tradizioni, culture, costumi ed anche religioni. Qui è nata, quindi, l’idea di realizzare un laboratorio specifico: una manifestazione che vuole essere proprio un crocevia di conoscenze, un luogo aperto in cui mettere in rete idee, prassi e sperimentazioni nei campi dell’attualità, della cultura, dell’educazione e dell’economia, per tracciare insieme possibili piste verso una nuova visione di unità del Paese Italia.
D. - Tanti i temi che verranno presi in considerazioni, come la politica, l’economia e l’educazione. Ma qual è il messaggio o anche la sollecitazione che si vuol comunicare?
R. - LoppianoLab è il risultato di uno sforzo comune di quattro agenzie: quattro agenti si sono messi insieme per continuare a dare un contributo, nella misura in cui è possibile, al Paese e alla sua unità. Viviamo una fase del nostro Paese in cui vediamo quanto sia presente il desiderio della valorizzazione delle singole realtà locali e delle singole esigenze. Quale Italia e quale unità, dunque? Questo, penso, ce lo stiamo chiedendo un po’ tutti. Non credo che ci siano ricette o che ci siano soluzioni preconfezionate. LoppianoLab vuole essere proprio un laboratorio per andare a scoprire, per andare ad esplorare nuove piste, per vedere cosa veramente può unirci, cosa può riportare veramente il Paese ad una visione più unitaria.
D. - Un contributo che potrebbe essere, ad esempio, per la politica richiamare al bene comune oppure in economica ad uno sviluppo per tutti…
R. - Potrebbe essere anche questo, lo vedremo. Vedremo che cosa uscirà. Io credo che questo laboratorio sarà un’esperienza interessante, un’esperienza nuova anche nell’approccio.
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