Lettera di ringraziamento del parroco di Gaza per gli aiuti e le preghiere
Nella lettera si lancia ancora una volta un appello a ciascuno, perché non si dimentichi delle sofferenze di Gaza. La lettera si apre con una preghiera: “Dio – scrive padre Musllam - spazzi via la rabbia degli uomini e inondi Gaza con la sua grazia e il suo amore. Centinaia di persone sono state uccise e molte di più sono rimaste ferite durante l’invasione israeliana. La nostra gente ha sopportato il bombardamento delle case, la distruzione del raccolto, ha perso ogni cosa e adesso è senza dimora”. “Come i primi cristiani - si legge nel documento - la nostra gente sta vivendo un periodo di grandi persecuzioni, persecuzioni che andranno testimoniate alle future generazioni come una prova della fede, della speranza e dell’amore di questa gente”. “Adesso – prosegue padre Musallam - molte famiglie sono rifugiate presso le scuole dell’agenzia delle Nazioni Unite per l’assistenza ai profughi palestinesi, dove speravano di essere al sicuro. Gli aiuti di emergenza non sono ancora arrivati alla nostra chiesa e la nostra gente, avendo troppa paura ad avventurarsi nella città distrutta, non è in grado di raggiungere i magazzini in cui sono stoccati gli aiuti della Croce Rossa e delle Nazioni Unite”. “Noi speriamo in Dio ma ci appelliamo al mondo intero e in particolare alla Chiesa perché Gaza venga aiutata. Le vostre preghiere e la vostra sollecitudine saranno la nostra salvezza. Il mondo - conclude - deve trovare una soluzione per il popolo palestinese e non ci si deve accontentare di tornare al punto in cui eravamo prima che scoppiasse questa guerra. I confini che ci separano da Israele devono essere ridisegnati e l'occupazione, che è iniziata 60 anni fa, deve finire. Lo status dei rifugiati palestinesi deve essere risolto sulla base del Diritto al ritorno e Gerusalemme Est deve diventare la capitale dello Stato palestinese. Bisogna abbattere il muro dell'apartheid, aprire i valichi di frontiera, liberare i detenuti palestinesi e smantellare gli insediamenti israeliani in modo che la terra possa tornare ai suoi legittimi proprietari palestinesi. La pace è possibile solo se si accorda con la giustizia. Se il mondo garantirà i diritti umani ai palestinesi, ci sarà sicuramente pace in Medio Oriente.” (T.C.)
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