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mercoledì 17 giugno 2009

Da Radiovaticana

Uganda: una casa per bambini orfani

◊ “L'Uganda sembra a prima vista un vero paradiso eppure questo Paese vive il dramma della povertà che provoca sofferenza e morte” afferma padre Danilo Salezze in riferimento alla nascita in cantiere di una casa-famiglia per i bimbi orfani e per le mamme abbandonate a Mbarara, nel sud ovest dell'Uganda. Lo prevede un progetto di solidarietà promosso dai frati della basilica di Sant'Antonio da Padova. L'iniziativa si è concretizzata dopo il recente viaggio proprio di padre Salezze, direttore generale del «Messaggero di Sant'Antonio» ed ora è stata rilanciata anche dalla rivista mensile pubblicata dai francescani conventuali. Il direttore racconta delle enormi difficoltà vissute dalla popolazione, spiegando che alla lunga guerra civile, alla miseria e alla fame, si accompagna la piaga terribile della diffusione dell'Aids. Dei trenta milioni di persone infette da hiv nel mondo, due milioni infatti sono ugandesi e l'80% non sa neppure di essere in questa situazione di estremo rischio. Peraltro non esiste in Uganda una medicina di base, e solo chi può pagare riceve qualche assistenza. Nel Paese l'Aids, oltre a fare moltissime vittime, - riferisce l’Osservatore Romano, occupatosi dell’iniziativa dei frati - è diventato fra l'altro la causa prima di molte altre situazioni drammatiche, come quella dei milioni di bambini rimasti orfani. C'è infine un elevato numero di donne malate a causa del virus, le quali sono colpite anche da altre patologie, fisiche o mentali, tutte conseguenza dell'abbandono in cui si trovano. “A questi bambini e a queste donne, dunque — sottolinea il direttore — sarà dedicata la casa-famiglia Shalom, che rappresenta un segno della solidarietà concreta dei tanti devoti di sant'Antonio sparsi nel mondo”. “Il progetto — specifica padre Salezze — nasce in collaborazione con la comunità Yesu Aurire (Gesù è vivo) di Mbarara, fondata da un sacerdote della diocesi di Mbarara, padre Emmanuel Tusiime”. “Nel progetto — aggiunge — è coinvolto un gruppo di volontari laici, uomini e donne che hanno conosciuto direttamente il dolore, il lutto, la malattia e l'abbandono, e che oggi sono impegnati nel restituire dignità alle persone che chiedono aiuto”. Per i promotori, l'iniziativa di solidarietà è insieme un modello di assistenza e sviluppo, che si basa su una grande esperienza di fede. Casa Shalom sarà in grado di accogliere fino a un centinaio di persone: settanta bambini orfani e malati affetti dall'Aids, quindici mamme sofferenti per disturbi psichiatrici con i loro bambini; oltre a un gruppo del personale volontario e medico. Il terreno è già disponibile e la comunità di Mbarara è pienamente coinvolta nell'iniziativa. Padre Emmanuel pensa già agli sviluppi futuri della casa di accoglienza: essa sarà collegata all'ospedale e all'università e diventerà un luogo di formazione per gli operatori sociali. L'intera città verrà coinvolta nell'iniziativa, i bambini bisognosi di assistenza saranno così reintegrati nelle famiglie e le donne troveranno un lavoro. Manca per ora il denaro per comprare il materiale e pagare il lavoro degli operai, ma i francescani della basilica di Sant'Antonio di Padova, attraverso la Caritas antoniana, hanno comunque deciso di appoggiare questo progetto, convinti nell'aiuto di tanti amici. (A.V.)

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