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giovedì 22 ottobre 2009

Comunicato stampa dell'ACLI

SOSPENSIONE MUTUI:

ACLI, ORA GOVERNO PENSI A FAMIGLIE IN AFFITTO

Giudizio positivo sulla moratoria di 12 mesi decisa dall’ABI. Olivero: «Ma un anno può non bastare per uscire dalla crisi»

Roma, 21 ottobre 2009 – Commento positivo da parte delle Acli alla decisione dell’Associazione bancaria italiana di sospendere per 12 mesi il pagamento dei mutui per la casa da parte delle famiglie in difficoltà. «E’ sicuramente una buona notizia – afferma il presidente delle Acli Andrea Olivero – Il Piano famiglie di Abi aggiunge uno strumento di aiuto ai piani predisposti dalla Conferenza episcopale con il “Prestito della speranza”, che vede il coinvolgimento attivo, oltre che della stessa Abi, anche delle Acli e della Caritas».

«Ora spetta però al governo fare la sua parte – aggiunge Olivero – Non bisogna infatti dimenticare che oltre alle famiglie che hanno fatto un mutuo per acquistare la prima casa, ci sono anche tante famiglie in affitto, soprattutto nelle grandi città. Nei loro confronti si può intervenire da un lato sostenendone il reddito al fine del pagamento del canone mensile, utilizzando come paramento l’Isee, cioè l’indicatore della situazione economica familiare effettiva, dall’altro aumentando la detrazione per l’affitto in dichiarazione dei redditi. Ma la vera grande riforma a favore delle famiglie che attendiamo dal governo è l’introduzione anche graduale – promessa in campagna elettorale – del quoziente familiare».

Nel merito del Piano Famiglia presentato dall’Abi, le Acli sottolineano con favore la disponibilità manifestata dall’Associazione bancaria italiana al coinvolgimento di interlocutori istituzionali e della società civile sul tema dell’innalzamento della sostenibilità finanziaria delle operazioni di credito alle famiglie. «E’ opportuno – spiega Olivero – che al “Tavolo di confronto” siano coinvolte le organizzazioni sociali per coordinare proposte e iniziative concrete. A questo proposito potrebbe esser previsto una prolungamento della moratoria ad un periodo complessivo di 18 mesi, con possibilità di sospensione del pagamento non tanto all’interno di un unico periodo, ma in modo frazionato nell’arco di diverse fasi della durata del contratto. Non è detto infatti che un anno o 18 mesi siano sufficienti per le famiglie ad uscire dalla crisi»

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