ASIA/MALAYSIA - Questione “Allah”: per i leader cristiani “gravi ripercussioni sulla libertà religiosa”
Kuala Lumpur (Agenzia Fides) – I leader cristiani riuniti nella “Federazione Cristiana della Malaysia”, organismo interconfessionale, esprimono forte delusione dopo la sentenza della Corte Suprema che conferma il divieto imposto al settimanale cattolico “Herald” di usare il termine “Allah” e lanciano un allarme per la libertà religiosa nel paese. In un comunicato inviato all’Agenzia Fides, la Federazione afferma: “Continuiamo a sostenere che la decisione della Corte d’Appello, confermata dalla Corte Federale, è gravemente viziata in molti aspetti. Secondo giustizia, si dovevano correggere numerose osservazioni errate e imprecise. Ora vi saranno gravi ripercussioni negative per la libertà di religione dei cristiani in Malaysia”.
“Il Procuratore Generale – ricorda il testo – aveva sottolineato, il 20 ottobre 2013, che questa decisione riguarda esclusivamente l'uso della parola ‘Allah’ nel giornale Herald. Pertanto chiediamo al governo e alla magistratura di ricordare pubblicamente che la decisione della Corte Federale resta limitata alle circostanze specifiche del caso e che i cristiani malaysiani continuano ad avere il diritto di usare la parola ‘Allah’ nella Bibbia, nelle funzioni religiose e nei raduni”, Infatti, nota il comunicato, “esistono già diversi casi pendenti davanti ai nostri tribunali che riguardano questo problema. Bisognerà vedere se, in questi altri procedimenti, i giudici sceglieranno la via di difendere la libertà di religione e di espressione in Malaysia”. “Nel frattempo – conclude la Federazione – chiediamo alla comunità cristiana in Malaysia di restare salda nella fede di fronte a tali prolungate avversità”. (PA) (Agenzia Fides 23/6/2014)
“Il Procuratore Generale – ricorda il testo – aveva sottolineato, il 20 ottobre 2013, che questa decisione riguarda esclusivamente l'uso della parola ‘Allah’ nel giornale Herald. Pertanto chiediamo al governo e alla magistratura di ricordare pubblicamente che la decisione della Corte Federale resta limitata alle circostanze specifiche del caso e che i cristiani malaysiani continuano ad avere il diritto di usare la parola ‘Allah’ nella Bibbia, nelle funzioni religiose e nei raduni”, Infatti, nota il comunicato, “esistono già diversi casi pendenti davanti ai nostri tribunali che riguardano questo problema. Bisognerà vedere se, in questi altri procedimenti, i giudici sceglieranno la via di difendere la libertà di religione e di espressione in Malaysia”. “Nel frattempo – conclude la Federazione – chiediamo alla comunità cristiana in Malaysia di restare salda nella fede di fronte a tali prolungate avversità”. (PA) (Agenzia Fides 23/6/2014)
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