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lunedì 1 febbraio 2016

Bollettino Agenzia Fides News del 30 gennaio 2016

VATICANO - La Chiesa missionaria per i malati di lebbra: 611 lebbrosari nel mondo
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – La Chiesa missionaria ha una lunga tradizione di assistenza verso i malati di lebbra, spesso abbandonati anche dai loro stessi familiari, ed ha sempre fornito loro, oltre alle cure mediche e all’assistenza spirituale, anche possibilità concrete di recupero e di reinserimento nella società. In molti paesi è ancora grave la discriminazione verso questi malati, per la presunta incurabilità della malattia e per le tremende mutilazioni che provoca.
Secondo i dati dell’ultimo “Annuario Statistico della Chiesa”, la Chiesa cattolica gestisce nel mondo 611 lebbrosari. Questa la ripartizione per continente: in Africa 201, in America 59 (totale), in Asia 328, in Europa 22 e in Oceania 1. Le nazioni che ospitano il maggior numero di lebbrosari sono: in Africa: Repubblica Democratica del Congo (30), Madagascar (25), Sudafrica (23); in America del Nord: Stati Uniti (2); in America centrale: Messico (11); in America centrale-Antille: Haiti (3); in America del Sud: Brasile (21), Perù (4), Ecuador (4); in Asia: India (253), Indonesia (25), Vietnam (14); in Oceania: Papua Nuova Guinea (1); in Europa: Germania (16), Spagna (3), Italia (1).
Nell’ultima domenica di gennaio, quest’anno domenica 31, si celebra la Giornata mondiale dei malati di lebbra, istituita nel 1954 dallo scrittore e giornalista francese Raoul Follereau, definito “l’apostolo dei lebbrosi”, che lottò contro ogni forma di emarginazione e ingiustizia. Questa 63.ma edizione ha per slogan: “Vivere è aiutare a vivere”. Secondo i dati dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), ogni anno oltre 213.000 persone, di cui molti bambini, contraggono questa malattia. La lebbra tuttavia oggi è una malattia curabile, la causa principale continua ad essere la povertà e l’assenza di servizi sanitari. Non si conosce con esattezza il numero dei malati di lebbra nel mondo, anche perché alcuni stati non vogliono che si sappia della presenza di questa malattia nel loro territorio. E’ comunque un problema sanitario importante in vari paesi dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina. (SL) (Agenzia Fides 30/01/2016)
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Per ulteriori informazioni -> http://www.aifo.it
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AFRICA/KENYA - Il Presidente dispone il ritiro della proposta di regolamentazione delle confessioni religiose
 
Nairobi (Agenzia Fides) - Il Presidente del Kenya, Uhuru Kenyatta, ha disposto l’immediato ritiro della proposta di regolamentazione delle confessioni religiose (“Religious Societies Rules 2015”) che aveva suscitato le proteste dei Vescovi cattolici e dei leader di altre confessioni (vedi Fides 13 e 19 gennaio 2016).
“Questa decisione avvia un processo condotto dalle parti interessate con la partecipazione del governo e del pubblico in una consultazione strutturata” afferma un comunicato della Presidenza del 28 gennaio pervenuto a Fides.
La decisione del Presidente giunge dopo l’incontro che ha avuto con i leader religiosi, i quali hanno espresso le loro forti perplessità sulla proposta di regolamentazione delle attività di culto, resa necessaria dalla proliferazione di sedicenti “chiese”, fondate da millantatori che approfittano dell’ingenuità popolare, e dalle predicazioni incitanti all’odio riscontrate in alcune moschee del Paese.
La Chiesa cattolica contestava in particolare che le nuove regole rischiavano di compromettere “la chiara linea di distinzione tra Stato e religione” stabilita dalla Costituzione del Kenya, che garantisce inoltre la “libertà di culto”. (L.M.) (Agenzia Fides 30/1/2016)
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AFRICA/TANZANIA - “La situazione di Zanzibar non trascini tutto il Paese nel caos” dice Mons. Ruwa’ichi
 

Dar es Salaam (Agenzia Fides) - “Dobbiamo pregare perché regni la pace e perché lo stallo a Zanzibar non finisca per dividerci. Se Zanzibar sprofonda nel caos, il resto del Paese non sarà sicuro; pregate Dio perché ci salvi da ogni divisione che possa privarci della pace” ha affermato Mons. Jude Thadaeus Ruwa’ichi, Arcivescovo di Mwanza, durante la cerimonia di insediamento del nuovo Vescovo di Mtwara, Mons. Titus Mdoe.
Al rito era presente Jenister Mhagama, Ministro di Stato nel Gabinetto del Primo Ministro responsabile per gli affari parlamentari, il lavoro, i giovani e i disabili, che ha espresso apprezzamento nei confronti di Mons. Mdoe. “Il governo investe le sue speranze in leader come lei, Mons. Mdoe. Contiamo sui leader religiosi che esortano i tanzaniani ad accogliere e a promuovere gli insegnamenti religiosi, e noi nel governo ci impegniamo perché i cittadini rispettino le leggi e i regolamenti” ha detto la Ministra.
A fine ottobre la Commissione Elettorale Indipendente della Tanzania aveva deciso l’annullamento dei risultati delle elezioni presidenziali, legislative e locali nell’arcipelago semi-autonomo di Zanzibar, per le “gravi irregolarità” riscontrate nel corso dello scrutinio tenutosi il 25 ottobre. Nel resto della Tanzania le elezioni erano state considerate valide e John Magufuli era stato eletto Presidente del Paese.
La Commissione aveva ordinato di ripetere la consultazione elettorale (vedi Fides 29/10/2015). Il 22 gennaio è stato annunciato che le nuove elezioni si terranno il 20 marzo. Negli ultimi anni Zanzibar è stato teatro di attentati e di episodi violenti che non hanno risparmiato la Chiesa cattolica (vedi Fides 28/2/2014). (L.M.) (Agenzia Fides 30/1/2016)
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AMERICA/HONDURAS - In due anni oltre 7 mila donne vittime di violazione dei diritti umani
 
Tegucigalpa (Agenzia Fides) – Tra il 2014 e il 2015 almeno 7.581 donne honduregne sono state vittime di violazione dei diritti umani. Tra queste, 3.842 hanno subito violenza domestica, sessuale e minacce di morte. Il restante 49,4% ha denunciato violazioni dei diritti di lavoro, sanitari, di istruzione e di accesso alla giustizia. La condanna è stata resa nota dalla Commissione dei Diritti Umani del Paese in occasione della recente Giornata della donna honduregna. Nel comunicato dell’organismo statale, pervenuto anche a Fides, si legge che qualsiasi tipo di violazione è una forma di discriminazione oltre che una ulteriore violenza dei diritti che impediscono alla donna una sua crescita personale, economica e sociale.
La violenza contro le donne è legata a fattori di disuguaglianza economica, sociale e culturale, e per questo le autorità sono state sollecitate ad intervenire per eliminarla attraverso la promozione dell’uguaglianza, dell’indipendenza e la tutela del rispetto dei loro diritti. Nel rapporto si legge ancora che tra il 2014 e 2015 sono state ricevute una media di 11 denunce al giorno di donne vittime di violenza. Nei giorni passati, decine di donne honduregne hanno protestato nelle vicinanze del Congresso Nazionale, chiedendo il rispetto dei loro diritti, la fine di ogni tipo di abuso delle quale sono vittime, come pure dell’impunità che persiste contro i colpevoli. Le manifestanti portavano coperte, striscioni e le immagini di più di cento donne che sono morte violentemente nel Paese centroamericano negli ultimi anni. (AP) (30/1/2016 Agenzia Fides)
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OCEANIA/PAPUA NUOVA GUINEA - La siccità alimentata da El Niño miete vittime e distrugge l’agricoltura
 
Yangon (Agenzia Fides) - Nelle comunità più remote colpite dalla siccità in Papua Nuova Guinea la popolazione continua a morire di malnutrizione e malattie. Per evitare altre morti, nei prossimi mesi sono quanto mai urgenti aiuti alimentari. Malattie come la malaria si stanno velocemente diffondendo visto che la gente è troppo debole per combatterle. Siccità e gelo, che hanno devastato le colture lo scorso anno, lasciando l’agricoltura di sussistenza, senza niente da mangiare, sono state collegate al fenomeno meteorologico El Niño, che ha colpito duramente la PNG.
Secondo il World Food Programme, i dati più recenti suggeriscono che almeno 700 mila persone nel Paese abbiano seria necessità di assistenza alimentare. Generi alimentari di base, come le patate dolci, sono andati distrutti a causa delle scarse precipitazioni durante tutto il 2015 e poi dalle gelate da luglio a ottobre, mentre gli insetti hanno distrutto tante colture piantate in seguito. Molte comunità sono accessibili solo a piedi, con pesanti camminate di una settimana dalla città più vicina, o con aeromobili che possono atterrare su piccole strisce di terra in mezzo alla giungla. (AP) (30/1/2016 Agenzia Fides)

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