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martedì 2 febbraio 2021

Agenzia Fides 2 febbraio 2021

 


AFRICA/NIGERIA - I Vescovi della Provincia di Ibadan: “Chiediamo una revisione delle forze di sicurezza”
 
Abuja (Agenzia Fides) – "Con la realtà attuale è diventato più che mai necessario chiedere la revisione dell'architettura di sicurezza della Nigeria" affermano i Vescovi della Provincia Ecclesiastica di Ibadan al termine del loro incontro del 25-26 gennaio. L’insicurezza che colpisce aree sempre più vaste della Nigeria sta suscitando sconforto e risentimento nei confronti delle autorità federali. “Date le promesse elettorali dell'attuale governo e i focolai d'insicurezza che eruttano in tutto il Paese, è un peccato che il governo federale sia rimasto insensibile a queste sfide" scrivono i Vescovi.
"Di conseguenza, facciamo sfilare un esercito nigeriano che non è stato in grado di controllare efficacemente le atrocità di Boko Haram per oltre un decennio”. Il rischio è la formazione di milizie e di gruppi locali di autodifesa. "Tale modo di governo, che si adopera per proteggere gli interessi di un segmento della popolazione a scapito della sicurezza della vita e della proprietà della maggioranza, rende inevitabile l'emergere di milizie e di leader auto-nominati" affermano i Vescovi, secondo i quali però alcune iniziative come il South Western Security Network (SWSN), noto come Amotekun, potrebbero essere utili complementi alle forze di sicurezza statali e ferali.
In riferimento alle proteste giovanili contro gli abusi della polizia (End-SARS vedi Fides 26/10/2020) i Vescovi chiedono “ai governi federali e statali di mantenere le promesse fatte sulla scia delle proteste e di non ignorare le ragioni per le quali le proteste si sono verificate, come normalmente accade in Nigeria”. Lanciano inoltre un appello alle organizzazioni religiose e pubbliche e ai cittadini perché offrano posti di lavoro ai giovani per far fronte a una situazione potenzialmente esplosiva.
Sul piano dell’Evangelizzazione, i Vescovi della Provincia Ecclesiastica di Ibadan esprimono apprezzamento per il Documento di Kampala del Simposio delle Conferenze Episcopali dell'Africa e del Madagascar (SECAM) e hanno esortato i leader della Chiesa nel Paese a trarne vantaggio nella loro missione di evangelizzazione. "Esortiamo tutti i nostri sacerdoti, religiosi, fedeli laici, seminari e altre case di formazione ad accedere, studiare e applicare il documento di Kampala ai bisogni pastorali concreti. Ciò è necessario affinché gli sforzi di evangelizzazione degli ultimi 50 anni in Africa possano essere ulteriormente alimentati, e i frutti che ne derivano, sfruttati per un'ulteriore crescita e consolidamento". (L.M.) (Agenzia Fides 2/2/2021)
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AFRICA/COSTA D’AVORIO - Al via la Fondazione "I missionari di San Giuseppe" per una maggiore devozione al Patrono della Chiesa universale
 
Abidjan (Agenzia Fides) - L'8 dicembre 2020, nella solennità dell'Immacolata Concezione, Papa Francesco ha dedicato un intero anno a San Giuseppe per celebrare il 150° anniversario della proclamazione di San Giuseppe a Patrono della Chiesa universale. E per celebrare con una pietra miliare questo anno speciale, il gruppo di preghiera "Amici di San Giuseppe della Costa d'Avorio" intende dare vita ad un progetto, la Fondazione "I missionari di San Giuseppe" della Costa d'Avorio (FMSJ-CI).
Lo scopo della Fondazione, la cui sede si trova nella parrocchia di Saint Jacques, nell'arcidiocesi di Abidjan, è quello di: creare e gestire un database relativo alle competenze di tutti gli Amici di San Giuseppe della Costa d'Avorio; costruire centri di spiritualità; aiutare i poveri e le persone vulnerabili, compiere atti di beneficenza; costituire fondi speciali con istituzioni finanziarie per programmi destinati a promuovere e sostenere gli obiettivi della fondazione. Lo statuto e il regolamento interno della fondazione "I missionari di San Giuseppe" della Costa d'Avorio sono stati presentati sabato 30 gennaio. Durante questo incontro sono stati costituiti anche gli organi di gestione della fondazione ed è stato nominato l’Avvocato Boli Zouckou Léa, Presidente del consiglio di amministrazione per un mandato di 6 anni rinnovabile una volta.
"Il fondamento dei missionari di San Giuseppe, è far conoscere a tutti la devozione a San Giuseppe, specialmente in quest'anno consacrato a San Giuseppe. Attraverso questa fondazione oggi, dopo 21 anni di esistenza, vogliamo entrare in azione ed è insieme che faremo in modo che questa fondazione prenda forma” ha affermato il Presidente del consiglio di amministrazione. (S.S) (Agenzia Fides 2/2/2021)
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ASIA/PAKISTAN - Leader religiosi islamici difendono l'infermiera cristiana accusata di blasfemia
 
Karachi (Agenzia Fides) - “A nessuno deve essere permesso di farsi giustizia da sé, né di abusare delle leggi sulla blasfemia. Tutte le organizzazioni religiose e i leader hanno condannato le torture inflitte all'infermiera cristiana in ospedale. Il Governo del Pakistan non tollererà questi abusi": come appreso dall'Agenzia Fides, è quanto ha dichiarato Hafiz Tahir Mehmood Ashrafi, assistente speciale del Primo Ministro per l'armonia religiosa. Hafiz Tahir Mehmood Ashrafi, religioso musulmano a capo del Consiglio degli Ulema del Pakistan, ha espresso indignazione e dolore per il trattamento violento riservato a Tabitha Nazir Gill, donna cristiana accusata di blasfemia il 28 gennaio mentre lavorava al Sobhraj Maternity Hospital, e ha promesso una attenta indagine sull'incidente, per scandagliare ogni abuso.
Tabitha Nazir Gill è stata accusata di aver commesso blasfemia dai suoi colleghi il 28 gennaio mattina, dopodiché è stata trascinata sul pavimento dell'ospedale, percossa, minacciata, legata e torturata per ore, fino a quando la polizia non ha raggiunto l'istituto e l'ha presa in custodia. I funzionari di polizia, dopo una prima indagine, l'avevano rilasciata senza alcun addebito (vedi Fides 29/01/2021), ma il giorno successivo hanno registrato una denuncia (First Information Report) contro dei lei dopo le proteste dei gruppi musulmani (vedi Fides 30/01/2021), che la accusano di aver usato termini dispregiativi sui profeti Adamo, Abramo e Maometto, reato punibile secondo l'articolo 295 C del Codice penale pakistano.
Il leader islamico Allama Shehryar Raza Abidi ha condannato l'attacco e la violenza e, in un videomessaggio consultato da Fides, afferma: “È stato vergognoso vedere donne musulmane che picchiano una donna cristiana e usano un linguaggio offensivo verso di lei. Quella violenza mostra il loro estremismo e fondamentalismo, che non sono insegnamenti dell'Islam, e comunica un messaggio e un'immagine sbagliata dell'Islam. Questo fondamentalismo non ha nulla a che fare con l'Islam, che non diffonde violenza".
Condividendo le sue preoccupazioni sul recente caso di Tabitha Gill, Shehryar Raza Abidi cita uccisioni extragiudiziali avvenute in passato, ricordando il caso del governatore del Punjab, Salam Taseer, ucciso nel 2011, che aveva solo rimarcato l' uso improprio delle leggi sulla blasfemia . E aggiunge: “Se poi si trasformano gli assassini in eroi dell'Islam, è un'altra cosa triste che rovina l'immagine dell'Islam e del Pakistan. L'Islam ci insegna a stare con gli oppressi, ad opporci alla violenza, a proteggere i deboli: come seguaci del Profeta Maometto, dobbiamo essere misericordiosi ”.
Il leader musulmano, esprimendo preoccupazioni per il crescente estremismo e fondamentalismo nel paese, chiosa: “Le azioni violente non offrono il vero messaggio dell'Islam e danneggeranno anche le nostre generazioni future. Esorto tutti i miei fratelli musulmani ad essere messaggeri di misericordia e amano testimoniare l'autentico Islam ”.
(AG-PA) (Agenzia Fides 2/2/2021)
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ASIA/INDIA - I cattolici: piena solidarietà con gli agricoltori in protesta, si chiede l'abrogazione delle nuove leggi sul settore
 
New Delhi (Agenzia Fides) - Piena solidarietà agli agricoltori che dallo scorso novembre sono in stato di protesta, chiedendo il ritiro delle nuove leggi che regolano il settore agricolo: la esprime la "All India Catholic Union" (AICU), storica organizzazione del laicato cattolico indiano, fondata nel 1920. In una nota inviata all'Agenzia Fides, "l'AICU riafferma la vicinanza agli agricoltori e ai lavoratori della nazione", dice il Presidente nazionale Lancy D'Cunha.
L'AICU è il più grande movimento di questo tipo in Asia, con membri in ogni stato dell'India. I membri sono professionisti, operano nei servizi e nelle piccole imprese. Molti di loro lavorano nel settore agricolo, e sono coltivatori di risaia e altri cereali, come proprietari e lavoratori in aziende agricole.
"Noi siamo naturalmente solidali con le persone di tutte le fedi che sono agricoltori, pescatori e lavoratori nelle fabbriche. Sappiamo e comprendiamo quanto lavoro e sudore dell'agricoltore servano per produrre cibo per il paese e raccogliere raccolti per l'esportazione" dice D'Cunha. "Conosciamo l'amore che l'agricoltore ha per la terra, per gli animali che alleva, per l'ambiente in cui lavora. Questa passione non si misura solo in termini di denaro" si legge nel comunicato. "Pertanto - prosegue - siamo in totale solidarietà con gli agricoltori che ora protestano alle porte della capitale nazionale, Nuova Delhi. Gli agricoltori lottano per salvare l'agricoltura e quindi salvare l'India dal disastro" ha detto il presidente dell'AICU.
Il governo federale ha approvato nell'autunno dello scorso tre progetti di legge: il disegno di legge per il commercio dei prodotti agricoli; l'accordo per l'assicurazione dei prezzi; la legge sui servizi agricoli, riformando così in toto il settore agricolo. Le nuove leggi abbandonano i sistemi di marketing assistiti dal governo e promuoveranno l'agricoltura a contratto e gli investimenti multinazionali nel settore agricolo. Gli agricoltori hanno espresso la loro diffidenza contro il nuovo sistema, che rischia di esporli - senza più la mediazione statale - alla mercé dei grandi gruppi internazionali. Per questo dal novembre scorso promuovono manifestazioni per l'abrogazione delle leggi, tra l'altro promulgate dal governo federale nel settembre 2020 senza alcuna consultazione né dibattito nazionale, e senza alcun passaggio parlamentare.
"Sappiamo anche che in Europa e in molti altri paesi, i governi onorano l'opera degli agricoltori. I governi, quindi, danno enormi sussidi ai loro agricoltori" dice a Fides il portavoce dell'AICU, John Dayal. Secondo Dayal, “la situazione in India varia da stato a stato e gli agricoltori sono molto stressati. In caso di siccità, grandinate o inondazioni, il lavoro di un intero anno è perso. Sappiamo che negli ultimi dieci anni più di 350mila agricoltori si sono suicidati perché non potevano ripagare i loro prestiti e lo stress era diventato troppo forte". Dayal conclude: "Il governo ha adottato un atteggiamento disumano nei confronti dei contadini, accampati fuori dalla capitale nazionale in un clima pungente e piovoso. Chiediamo che le nuove leggi siano immediatamente ritirate".
(SD-PA) (Agenzia Fides 2/2/2021)
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ASIA/TERRA SANTA - “Vengo da una terra di conflitti”. Margaret Karram, palestinese di Galilea, eletta Presidente dei Focolari
 
Haifa (Agenzia Fides) - «Sono nata ad Haifa, una città in Galilea, e la mia terra da sempre è stata una terra di conflitti». Così parla di sé Margaret Karram, 58 anni, palestinese, appena eletta nuova Presidente dei Focolari. A sceglierla per la successione a Maria Voce sono stati i 359 delegati partecipanti all’Assemblea generale del Movimento, in corso in questi giorni in modalità virtuale. Le elezioni si sono svolte il 31 gennaio. Margaret ha raccolto le preferenze espresse dai rappresentanti dei Focolari sparsi in tutto il mondo. La nomina è stata ufficializzata lunedì 1° febbraio, dopo che è arrivata la conferma da parte del Dicastero vaticano per i Laici, la Famiglia e la Vita, come previsto dagli Statuti generali dei Focolari.
In una video-intervista di alcuni anni fa, oggi accessibile sui media ufficiali dei Focolari, Margaret Karram ha raccontato come la sua nascita in Galilea, la sua provenienza familiare e il lungo tratto di vita trascorso in Medio Oriente abbiano connotato con tratti indelebili la sua spiritualità, le sue attese interiori e il suo sguardo sulle cose del mondo.
«La nostra casa» ha raccontato Margaret «si trovava sul Monte Carmelo, in un quartiere ebraico. Eravamo l’unica famiglia araba cristiana cattolica, di origine palestinese. Ricordo che da piccola, avevo sei anni, alcuni bambini iniziarono ad offendermi pesantemente dicendomi che ero araba e non potevo stare in quel quartiere. Corsi dalla mia mamma piangendo, chiedendole il perché di quella situazione. Per tutta risposta, mia mamma mi chiese di invitare questi bambini a casa. Aveva preparato del pane arabo e ne ha dato loro pregandoli di portarlo alle loro famiglie. Da questo piccolo gesto sono nati i primi contatti con i vicini ebrei che vollero conoscere questa donna che aveva fatto un gesto del genere». Cittadina israeliana, Margaret Karram si è laureata in ebraismo all’Università ebraica di Los Angeles. Molti dei suoi familiari sono emigrati Libano durante gli anni della guerra. E lei stessa ha vissuto nel suo intimo momenti di smarrimento comuni a quanti vivono e crescono in situazioni di conflitto. «Spesso» ha raccontato di sé Margaret «mi recavo nei quartieri arabi a Gerusalemme, a Betlemme o in altri territori palestinesi. Se parlavo in arabo, che è la mia prima lingua, le persone riconoscevano dal mio accento la provenienza dalla Galilea che si trova in territorio israeliano. Viceversa, se parlavo in ebraico mi si faceva notare che il mio accento era diverso dal loro. Questo mi ha creato un senso di smarrimento della mia identità: non ero palestinese, né israeliana … All’età di 15 anni ho incontrato il Movimento dei Focolari e la spiritualità di Chiara Lubich... Ho sentito che non dovevo cambiare le persone ma cambiare io, il mio cuore. Sono tornata a credere che l’altro è un dono per me e io posso essere un dono per l’altro».
Margaret Karram ha lavorato per 14 anni presso il Consolato italiano a Gerusalemme, durante il tempo dell’Intifada, segnato anche da sanguinosi attentati nei luoghi pubblici, «anche nei pullman che io usavo ogni giorno per andare al lavoro. Avevo paura. Sono andata avanti grazie al fatto di avere con me una comunità che condivideva la spiritualità del Focolare. E ho finalmente ritrovato la mia vera identità: quella di essere cristiana, cattolica, testimone di speranza. È stata una tappa importante nella mia vita, che mi ha liberato dalle paure ed incertezze. Potevo amare tutti, arabi e israeliani, rispettando la loro storia e fare di tutto per creare spazi di dialogo, per costruire ponti, fiducia, assistendo a piccoli miracoli, vedevo persone ebraiche e musulmane cambiare atteggiamento e cercare insieme di fare qualcosa per la pace».
Nel giugno 2014, Margaret Karram ha fatto parte della delegazione cristiana presente alla preghiera di “invocazione per la pace” condivisa nei Giardini vaticani da Papa Francesco insieme al Patriarca ecumenico Bartolomeo I, al Presidente israeliano Shimon Peres e al Presidente palestinese Abu Mazen. Dopo quell’incontro, è ricominciata la guerra nella Striscia di Gaza. «Ho capito» ha raccontato Margaret, ricordando quel tempo «che il cuore degli uomini lo può cambiare solo Dio. Dobbiamo continuare a invocare la pace a Dio. Come gli alberi d’ulivo che abbiamo piantato quel giorno, che la pace metta radici e si possano vedere i frutti». (GV) (Agenzia Fides 2/2/2021)
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AMERICA/EL SALVADOR - Il Cardinale Rosa Chávez critica i conflitti tra i poteri dello Stato e la mancata applicazione della legge anti Covid
 
San Salvador (Agenzia Fides) – Il Cardinale Gregorio Rosa Chávez, Vescovo ausiliare di San Salvador, in un breve incontro con alcuni giornalisti della capitale ha criticato domenica scorsa la poca "volontà" da parte delle autorità, di tenere conto della recente legge transitoria speciale per contenere la pandemia dovuta al virus Covid-19, dal momento che si vede solo la tensione tra gli organi legislativo ed esecutivo.
“È un tiro alla fune permanente tra due potenze dello Stato chiamate a lavorare insieme, a cercare insieme il meglio per il Paese, cosa che non è avvenuta, e questa legge ne è un esempio. Viene approvata, viene pubblicata, è una strada aperta, ma non c'è davvero la volontà di prenderla come base” ha detto il Cardinale. Quindi ha evidenziato che questo genere di azioni in cui non c'è accordo, "non aiutano il Paese", ma hanno generato e continuano a generare conflitti e tensioni, "provocando tristezza, indifferenza e anche frustrazione".
Non è la prima volta che il Cardinale critica questo atteggiamento dei poteri dello stato. Nel suo messaggio alla fine del 2020 aveva detto chiaramente: "In questo drammatico clima di sofferenza per la pandemia, c'è una realtà deplorevole a livello di potere politico, c'è un confronto permanente tra i poteri dello Stato, soprattutto tra il potere esecutivo e il potere legislativo. Il dialogo è stato impossibile, ci sono state offese, discredito reciproco, squalifiche e questa è stata una grande sofferenza per chi vuole vedere un Paese che affronta il dolore in serenità e pace, è un debito che abbiamo quest'anno con le persone che aspettano dai loro leader un atteggiamento diverso”.
Con molta fatica, la legge per contenere la pandemia Covid-19 è stata pubblicata dall'Assemblea legislativa ed è entrata in vigore sabato 23 gennaio 2021, dopo che la Camera costituzionale della Corte suprema di giustizia (CSJ) ha ordinato di procedere con tale azione; ma adesso sembra che la mancanza di una normativa pratica venga usata per non applicarla.
(CE) (Agenzia Fides 02/02/2021)
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AMERICA/PARAGUAY - Continuare ad evangelizzare e a catechizzare ancora di più in questa situazione molto difficile
 
Asuncion (Agenzia Fides) - “L'iniziazione e l'educazione alla fede con l'accompagnamento delle nuove generazioni di cristiani per vivere questa fede, è una delle attività primarie della Chiesa. Vi ringraziamo tutti per i vostri sforzi nell'anno 2020, che ha posto a tutti noi una grande sfida. Quest'anno 2021 dobbiamo prepararci a continuare ad evangelizzare e a catechizzare ancora di più in questa situazione molto difficile che ci colpisce”. E’ l’esortazione che il Coordinamento Nazionale della Catechesi (CNC) della Conferenza Episcopale Paraguaiana rivolge ai catechisti offrendo alcune linee guida per l’anno pastorale 2021 che sta per iniziare nel paese sudamericano.
In ogni diocesi la situazione è differente, come anche tra le zone urbane e quelle rurali, e il documento invita a tenere conto delle due modalità dell’attività catechistica, virtuale e in presenza, anche se l’auspicio è di tornare al più presto possibile agli incontri in presenza. “Dobbiamo animare costantemente adulti, famiglie, giovani e bambini, specialmente in questo tempo eccezionale. La Chiesa non può sentirsi svincolata dalla comunione tra i credenti nel Signore” è l’obiettivo generale di queste indicazioni, che invitano i catechisti e i responsabili a fare incontri periodici anche se virtuali, a non perdere il contatto con gli interlocutori attraverso il telefono o le reti sociali, e le relazioni con le famiglie.
Per quanto riguarda gli incontri di catechesi in presenza si raccomanda di osservare le norme sanitarie stabilite dalle autorità: è preferibile svolgere gli incontri all’aria aperta o in locali molto ampi e ventilati, necessario usare mascherine gel disinfettante, attuare il distanziamento, fare incontri ridotti…
In questa situazione, il CNC esorta i catechisti: “Dobbiamo educarci e uscire dall’analfabetismo digitale per entrare nella cultura digitale. Dobbiamo prepararci sempre di più ad usare bene i mezzi telematici” come Zoom, WhatsApp, Facebook… La CNC offrirà un corso di formazione nei mezzi virtuali. Si raccomanda poi in alcuni luoghi di preferire i mezzi più semplici, come la messaggeria, il telefono; inoltre gli audio e i video realizzati siano brevi e offrano possibilità di interazione.
“Tenendo conto che la pandemia non è ancora terminata e che molte cose ci condizionano e ci fanno soffrire, apriamo le iscrizioni alla catechesi in forma virtuale, animata, attraente nonostante la situazione” raccomanda il CNC, che ribadisce: “Abbiamo tanti adulti che dobbiamo animare e rafforzare nel loro incontro con Gesù Cristo, perché abbiano la forza di guidare i bambini e i giovani, di sostenere gli anziani: tutti hanno bisogno di essere iniziati alla vita di fede. Siamo creativi, coinvolgiamo gli adulti. Se a volte la parte dottrinale risulta meno forte in questi tempi, è il momento di dare enfasi alla preghiera, alla vita di carità e alle opere di misericordia come parte della catechesi”. (SL) (Agenzia Fides 02/02/2021)
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Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

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