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mercoledì 4 agosto 2021

Da Agenzia Fides: Papa sul Libano a una nno dall'Esplosione 4 agosto 2021

 

VATICANO - Papa Francesco ai libanesi: «Il mio desiderio di venire a visitarvi è grande»
 
Roma (Agenzia Fides) – A un anno esatto dalle micidiale esplosione che devastò il Porto di Beirut, provocando quasi 200 morti e migliaia di feriti, Papa Francesco ha rinnovato pubblicamente il suo impegno a visitare nel prossimo futuro il Libano. Lo ha fatto al termine della Udienza generale del mercoledì, da lui tenuta stamane, mercoledì 4 agosto, nell’Aula Paolo VI, in Vaticano. «Cari Libanesi» ha ribadito il Papa «il mio desiderio di venire a visitarvi è grande, e non mi stanco di pregare per voi, perché il Libano ritorni a essere un messaggio di fratellanza, un messaggio di pace per tutto il Medio Oriente».
Prima di ribadire il suo desiderio di visitare presto il Paese dei Cedri, il Pontefice aveva fatto esplicito riferimento alla «terribile esplosione» avvenuta un anno fa nel porto della capitale libanese, provocando «morte e distruzione»: «il mio pensiero» ha detto il Papa «va a quel caro Paese, soprattutto alle vittime, alle loro famiglie, ai tanti feriti e a quanti hanno perso la casa e il lavoro». Il Vescovo di Roma ha poi ricordato la Giornata di preghiera e di riflessione per il Libano, da lui indetta il 1° luglio scorso, che ha radunato in Vaticano i Patriarchi e i capi delle Chiese e comunità ecclesiali presenti in Libano (nella foto). In quella occasione – ha proseguito il Papa «abbiamo accolto le aspirazioni e le attese del popolo libanese, stanco e deluso, e invocato da Dio luce di speranza per superare la dura crisi. Oggi - ha aggiunto il Successore di Pietro - faccio appello anche alla Comunità internazionale, chiedendo di aiutare il Libano a compiere un cammino di “risurrezione”, con gesti concreti, non soltanto con parole, ma con gesti concreti. Auspico che in tal senso sia proficua la Conferenza in via di svolgimento, promossa dalla Francia e dalle Nazioni Unite».
Con l’Udienza generale di oggi, Papa Francesco ha ripreso il ciclo di catechesi dedicato alla Lettera ai Galati dell’Apostolo, dopo la pausa estiva coincisa con il periodo di convalescenza seguito all’intervento chirurgico per stenosi diverticolare del sigma a cui il Pontefice si era sottoposto domenica 4 luglio. (GV) (Agenzia Fides 4/8/2021)

ASIA/LIBANO - Manca la verità sull’esplosione di un anno fa mentre la popolazione è oppressa dalla miseria
 
Beirut (Agenzia Fides) – “Siamo preoccupati che la situazione possa degenerare” dicono all’Agenzia Fides fonti locali da Beirut, dove oggi si ricorda l’esplosione del deposito di nitrato d’ammonio, che il 4 agosto sconvolse la capitale libanese. “La popolazione è stata invitata a dirigersi al porto per chiedere verità e giustizia” dicono le fonti. “La ferita è ancora aperta soprattutto perché la Presidenza della Repubblica nell’immediatezza della tragedia aveva promesso che sarebbe stata fatta subito luce sulle responsabilità dell’evento. Ma a un anno di distanza non è uscito fuori nulla al riguardo”.
L’unica notizia di rilievo è quella resa nota da un’inchiesta dell’FBI secondo la quale ad esplodere sono state circa 400/500 tonnellate di nitrato; una frazione delle 2.700 tonnellate stoccate nel deposito del porto.
“La gente si chiede dove siano finite le restanti duemila e se la tragedia ha in qualche modo a che fare con la sparizione di questa quantità enorme di nitrato”. Il nitrato d’ammonio può essere utilizzato come fertilizzante o come esplosivo e si suppone che il quantitativo scomparso da Beirut possa essere finito in Siria, dove la guerra non è ancora finita.
“Dal 4 agosto 2020 la popolazione chiede con insistenza la verità per ottenere giustizia, ma la classe politica sembra volere impedire di accertare le responsabilità. Si mettono sotto accusa i gestori del porto ma i giudici che stanno indagando si trovano di fronte a un muro invalicabile quando si tratta di indagare sulle responsabilità politiche, perché non viene revocata l’immunità parlamentare di deputati e ministri” dicono le fonti.
“La situazione è esplosiva perché la frustrazione della gente per la mancata verità va ad accrescere le sofferenze di una popolazione stressata dalla pesante crisi economica che a distanza di un anno non ha fatto che acuirsi” dicono le fonti. “L’inflazione ha raggiunto vette che ricordano quelle della Repubblica di Weimar nella Germania negli Venti del secolo scorso: con un milione di lire libanesi si compra un po’ di carne e qualche altro genere alimentare. Mancano benzina, nafta e a volte persino il pane. È il mercato nero a fare i prezzi. Il dollaro è schizzato in poco tempo da 18.000 a 23.000 lire. In un Paese che importa quasi tutto è una tragedia. Specie per i malati, e in particolare quelli cronici. Le medicine scarseggiano ma si trovano al mercato nero a prezzi scandalosi. Ad esempio una medicina che costava 6/7.000 lire costa ora 180.000 lire. Persino l’esercito ha fame e sopravvive grazie agli aiuti provenienti da alcuni Stati stranieri, arabi e non”.
“Le Ong cattoliche, a iniziare dalla Caritas fanno moltissimo per aiutare la popolazione, in primis in campo alimentare” sottolineano le fonti. “Ma la mancanza di un governo sul quale i Paesi donatori possano fare affidamento impedisce di tentare una soluzione alla crisi. E se la gente ha poco da mangiare, le armi purtroppo abbondano. La strada è aperta a qualsiasi possibilità” concludono le nostre fonti (L.M.) (Agenzia Fides 4/8/2021)

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