IV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)
Grado della Celebrazione: DOMENICA
Colore liturgico: Verde
Antifona d'ingresso
Salvaci, Signore Dio nostro,
e raccoglici da tutti i popoli,
perché proclamiamo il tuo santo nome
e ci gloriamo della tua lode. (Sal 106,47)
Colletta
O Dio,
che nel profeta accolto dai pagani
e rifiutato in patria
manifesti il dramma dell’umanità
che accetta o respinge la tua salvezza,
fa’ che nella tua Chiesa
non venga meno il coraggio
dell’annunzio missionario del Vangelo.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
PRIMA LETTURA (Ger 1,4-5.17-19)
Ti ho stabilito profeta delle nazioni.
Dal libro del profeta Geremìa
Nei giorni del re Giosìa, mi fu rivolta questa parola del Signore:
«Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto,
prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato;
ti ho stabilito profeta delle nazioni.
Tu, dunque, stringi la veste ai fianchi,
àlzati e di’ loro tutto ciò che ti ordinerò;
non spaventarti di fronte a loro,
altrimenti sarò io a farti paura davanti a loro.
Ed ecco, oggi io faccio di te
come una città fortificata,
una colonna di ferro
e un muro di bronzo
contro tutto il paese,
contro i re di Giuda e i suoi capi,
contro i suoi sacerdoti e il popolo del paese.
Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno,
perché io sono con te per salvarti».
Parola di Dio
SALMO RESPONSORIALE (Sal 70)
Rit: La mia bocca, Signore, racconterà la tua salvezza.
In te, Signore, mi sono rifugiato,
mai sarò deluso.
Per la tua giustizia, liberami e difendimi,
tendi a me il tuo orecchio e salvami.
Sii tu la mia roccia,
una dimora sempre accessibile;
hai deciso di darmi salvezza:
davvero mia rupe e mia fortezza tu sei!
Mio Dio, liberami dalle mani del malvagio.
Sei tu, mio Signore, la mia speranza,
la mia fiducia, Signore, fin dalla mia giovinezza.
Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno,
dal seno di mia madre sei tu il mio sostegno.
La mia bocca racconterà la tua giustizia,
ogni giorno la tua salvezza.
Fin dalla giovinezza, o Dio, mi hai istruito
e oggi ancora proclamo le tue meraviglie.
SECONDA LETTURA (1Cor 12,31-13,13)
Rimangono la fede, la speranza, la carità; ma la più grande di tutte è la
carità.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Fratelli, desiderate intensamente i carismi più grandi. E allora, vi mostro la
via più sublime.
Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità,
sarei come bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita.
E se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e avessi
tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma
non avessi la carità, non sarei nulla.
E se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo, per
averne vanto, ma non avessi la carità, a nulla mi servirebbe.
La carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non
si gonfia d’orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse,
non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia ma
si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto
sopporta.
La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno, il dono delle lingue
cesserà e la conoscenza svanirà. Infatti, in modo imperfetto noi conosciamo e
in modo imperfetto profetizziamo. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello
che è imperfetto scomparirà. Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da
bambino, ragionavo da bambino. Divenuto uomo, ho eliminato ciò che è da
bambino.
Adesso noi vediamo in modo confuso, come in uno specchio; allora invece vedremo
faccia a faccia. Adesso conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò
perfettamente, come anch’io sono conosciuto. Ora dunque rimangono queste tre
cose: la fede, la speranza e la carità. Ma la più grande di tutte è la carità!
Parola di Dio.
Canto al Vangelo (Lc 4,18)
Alleluia, alleluia.
Il Signore mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione.
Alleluia.
VANGELO (Lc 4,21-30)
Gesù come Elia ed Eliseo è mandato non per i soli Giudei.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù cominciò a dire nella sinagoga: «Oggi si è compiuta questa
Scrittura che voi avete ascoltato».
Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che
uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma
egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura
te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella
tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene
accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in
Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e
ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato
Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in
Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non
Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si
alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del
monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli,
passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
Parola del Signore
Preghiera dei fedeli
Gesù è nato e cresciuto in mezzo a noi. La nostra assemblea ci testimonia
ancora oggi questa sua vicinanza. Siamo chiamati a riconoscere sempre tutto ciò
come un dono.
Preghiamo insieme e diciamo: Signore, fa’ che accogliamo la tua parola.
1. Perché l’esperienza liturgica sia sempre consuetudine serena e mai logora
abitudine. Preghiamo.
2. Perché, impegnati a ricercare la verità, non trascuriamo i piccoli segni
d’amore che abbiamo intorno. Preghiamo.
3. Perché sappiamo essere coraggiosi nell’addentrarci nella conoscenza di te.
Preghiamo.
4. Perché sappiamo aprirci sempre al dialogo con i non cristiani, coscienti che
la voce del Padre risuona anche in loro e attraverso di loro. Preghiamo.
O Padre, fa’ che, anche in una società intrisa dei segni della sua presenza
nella Storia, sappiamo riconoscere la meraviglia e la novità che Gesù Cristo è
tuo Figlio e nostro fratello. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.
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