XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)
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Grado della Celebrazione: DOMENICA
Colore liturgico: Verde
Antifona d'ingresso
Dona pace, o Signore, a quanti in te confidano;
i tuoi profeti siano trovati degni di fede.
Ascolta la preghiera dei tuoi servi
e del tuo popolo, Israele. (Cf. Sir 36,18)
Colletta
O Padre,
che in Cristo ci hai rivelato
la tua misericordia senza limiti,
donaci di accogliere la grazia del perdono,
perché la Chiesa si rallegri
insieme agli angeli e ai santi
per ogni peccatore che si converte.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
PRIMA LETTURA (Es 32,7-11.13-14)
Il Signore si pentì del male che aveva minacciato di fare al suo popolo.
Dal libro dell’Èsodo
In quei giorni, il Signore disse a Mosè: «Va’, scendi, perché il tuo popolo,
che hai fatto uscire dalla terra d’Egitto, si è pervertito. Non hanno tardato
ad allontanarsi dalla via che io avevo loro indicato! Si sono fatti un vitello
di metallo fuso, poi gli si sono prostrati dinanzi, gli hanno offerto sacrifici
e hanno detto: “Ecco il tuo Dio, Israele, colui che ti ha fatto uscire dalla
terra d’Egitto”».
Il Signore disse inoltre a Mosè: «Ho osservato questo popolo: ecco, è un popolo
dalla dura cervìce. Ora lascia che la mia ira si accenda contro di loro e li
divori. Di te invece farò una grande nazione».
Mosè allora supplicò il Signore, suo Dio, e disse: «Perché, Signore, si
accenderà la tua ira contro il tuo popolo, che hai fatto uscire dalla terra
d’Egitto con grande forza e con mano potente? Ricòrdati di Abramo, di Isacco,
di Israele, tuoi servi, ai quali hai giurato per te stesso e hai detto:
“Renderò la vostra posterità numerosa come le stelle del cielo, e tutta questa
terra, di cui ho parlato, la darò ai tuoi discendenti e la possederanno per
sempre”».
Il Signore si pentì del male che aveva minacciato di fare al suo popolo.
Parola di Dio
SALMO RESPONSORIALE (Sal 50)
Rit: Ricordati di me, Signore, nel tuo amore.
Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro.
Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.
Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode.
Uno spirito contrito è sacrificio a Dio;
un cuore contrito e affranto tu, o Dio, non disprezzi.
SECONDA LETTURA (1Tm 1,12-17)
Cristo è venuto per salvare i peccatori.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
Figlio mio, rendo grazie a colui che mi ha reso forte, Cristo Gesù Signore
nostro, perché mi ha giudicato degno di fiducia mettendo al suo servizio me,
che prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento. Ma mi è stata
usata misericordia, perché agivo per ignoranza, lontano dalla fede, e così la
grazia del Signore nostro ha sovrabbondato insieme alla fede e alla carità che
è in Cristo Gesù.
Questa parola è degna di fede e di essere accolta da tutti: Cristo Gesù è
venuto nel mondo per salvare i peccatori, il primo dei quali sono io. Ma
appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Cristo Gesù ha voluto in
me, per primo, dimostrare tutta quanta la sua magnanimità, e io fossi di
esempio a quelli che avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna.
Al Re dei secoli, incorruttibile, invisibile e unico Dio, onore e gloria nei
secoli dei secoli. Amen.
Parola di Dio
Canto al Vangelo (2Cor 5,19)
Alleluia, alleluia.
Dio ha riconciliato a sé il mondo in Cristo,
affidando a noi la parola della riconciliazione.
Alleluia, alleluia
VANGELO (Lc 15,1-32)
Ci sarà gioia in cielo per un solo peccatore che si converte.
+ Dal
Vangelo secondo Luca
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per
ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i
peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde
una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta,
finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle
spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con
me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico:
così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per
novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.
Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada
e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla
trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho
trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli
angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».
Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre:
“Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le
sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue
cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in
modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande
carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al
servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a
pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i
porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti
salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi
alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e
davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come
uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse
incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho
peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato
tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più
bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi.
Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché
questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato
ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa,
udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse
tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto
ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si
indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli
rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito
a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei
amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue
sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli
rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma
bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è
tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».
Parola del Signore.
Forma breve (Lc 15, 1-1):
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per
ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i
peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde
una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta,
finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle
spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con
me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico:
così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per
novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.
Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada
e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla
trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho
trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli
angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».
Parola del Signore
Preghiera dei fedeli
La tentazione di ingabbiare Dio nei limiti del nostro pensiero è sempre forte.
Altrettanto forte dev’essere la nostra voglia di ricercare il volto autentico
del Padre.
Preghiamo insieme e diciamo: Signore donaci il coraggio della conversione.
1. Perché di fronte al conflitto sappiamo sempre dialogare in vista della
riconciliazione. Preghiamo.
2. Perché il tuo perdono sia di stimolo per perdonare. Preghiamo.
3. Perché sappiamo utilizzare la nostra forza per resistere al male e non per schiacciare
coloro che riteniamo malvagi. Preghiamo.
4. Perché anche nella nostra miseria ci ricordiamo di essere tuoi figli, amati
e mai lasciati in preda alla disperazione. Preghiamo.
O Padre, la tua gioia per l’esistenza di ogni uomo non si spegne nemmeno di
fronte alle nostre più gravi mancanze. Aiutaci, quando non sappiamo da dove
ripartire, a ripartire da te. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.
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