«ACCOGLIERE È RIPARTIRE»: IL 6 GIUGNO INCONTRO SUL MONDO CARCERARIO, PROMOSSO DALLA CARITAS DIOCESANA
Dopo il primo appuntamento, svolto lo scorso 16 febbraio, proseguirà il 6 giugno il ciclo di incontri sul tema carcerario, promosso congiuntamente dalla Caritas diocesana e dal Circolo culturale "Enzo Piccinini". L'incontro del 6 giugno avrà per tema «Accogliere per ripartire».
Martedì 6 giugno, alle 18 al centro culturale “Paolino d’Aquileia” di Udine, don Claudio Burgio – cappellano del carcere minorile “Beccaria” di Milano, fondatore e presidente dell’Associazione Kayros che gestisce comunità di accoglienza per minori e servizi educativi per adolescenti – e Ornella Favaro – giornalista che ha dato vita, insieme a un gruppo di detenuti, alla rivista “Ristretti Orizzonti” di cui è Responsabile di Redazione, offriranno una riflessione sul tema «Accogliere per ripartire», secondo passo dell’itinerario di riflessione sulla condizione delle persone private della libertà personale.
Modererà l’incontro Maria Luisa Pontelli, psicologa e psicoterapeuta coordinatrice dell’Associazione Opera Diocesana “Betania” Onlus.
Perché questo ciclo di incontri?
Da qualche tempo il mondo carcerario è sotto osservazione per la necessità di passare da logiche eminentemente custodialistiche a logiche riabilitative e reinclusive. Toppo spesso, infatti, vincoli normativi, formali e burocratici impediscono esperienze innovative e di sviluppo umano all’interno delle mura carcerarie. L’approfondimento culturale del tema permette non solo il confronto tra idee diverse, ma anche il paragone con esperienze già in atto, e tutto ciò apre a metodologie e prospettive nuove.
Diversi progetti si stanno muovendo attorno alla Casa circondariale di Udine, a partire dalla straordinaria occasione data dagli imminenti lavori di ristrutturazione che prevedono anche spazi per la partecipazione della cittadinanza. Ecco, dunque, che l’obiettivo dell’iniziativa è sensibilizzare i cittadini rispetto al tema del carcere legato alla questione di una giustizia vera, occasione di riabilitazione e reinserimento nella società civile. La città, considerata come comunità sociale, può diventare, infatti, un valido alleato nell’accoglienza e nel reinserimento di chi ha scontato la propria pena e può, conseguentemente, contribuire alla reale diminuzione delle recidive.
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