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domenica 1 maggio 2016

Bollettino Agenzia Fides 30 aprile 2016

VATICANO - Il Card. Filoni sugli Ordinariati militari nei territori missionari
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Le comunità ecclesiali definite Ordinariati militari “realizzano, nello specifico ambiente militare, con la peculiare mobilità che lo caratterizza, una presenza e un’attività che si accorda perfettamente con la finalità missionaria del nostro Dicastero”. Lo ha sottolineato il Card. Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli (CEP), nel suo intervento pronunciato ieri a Roma, nel quadro delle iniziative per il Giubileo dei militari e della polizia, che ha avuto per tema “La situazione degli Ordinariati militari nei territori dipendenti dalla Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli”, nel XXX anniversario della Costituzione Apostolica “Spirituali militum curae”.
Il Prefetto del Dicastero Missionario ha ricordato che dipendono dalla CEP sei Ordinariati militari: due in Asia (Corea del Sud e Indonesia), tre in Africa (Kenya, Sud Africa e Uganda) e uno in Nuova Zelanda. L’Ordinariato di più antica costituzione è quello dell’Indonesia (25 dicembre 1949), il più recente è quello della Corea del Sud (23 ottobre 1989). Il Card. Filoni ha sottolineato che “in nessun caso, è stato siglato un accordo formale con i rispettivi governi per l’assistenza spirituale delle forze armate” e ciò li espone “all’incertezza delle mutevoli situazioni socio-politiche che si possono verificare”. L’assistenza spirituale ai militari viene comunque assicurata anche in altri Paesi sotto la giurisdizione della CEP, secondo varie forme e modalità delle Chiese locali.
Soffermatosi sui motivi dell’ esiguità del numero degli Ordinariati militari (6) rispetto alla vastità dei territori affidati al Dicastero Missionario (1.111), il Card. Filoni ha sottolineato che “non sempre sono presenti quelle condizioni politiche che costituiscono i necessari presupposti per la creazione di circoscrizioni ecclesiastiche militari”. Inoltre la loro creazione “dipende dalla maturità politica, dal regime vigente, come pure dai rapporti tra Chiesa e Autorità statali”. Tra le altre ragioni l’instabilità governativa e, in alcuni casi, il timore dei Vescovi che “il potere politico possa servirsi dell’Ordinario castrense per ‘addomesticare’ ed ‘imbavagliare’ la Chiesa e l’episcopato”.
Gli Ordinariati militari dipendenti dalla CEP, eccetto quello della Corea, “presentano, il più delle volte una struttura poco più che embrionale” ha sottolineato il Cardinale, ricordando che i sei Ordinari sono tutti Vescovi, e tre di loro sono anche Ordinari di Arcidiocesi. I cappellani militari, poco più di 170, appartengono quasi tutti al clero secolare, mentre le religiose sono poco più di una quarantina, la maggioranza concentrate nell’Ordinariato della Corea del Sud. “Per lo più, i cappellani non sono inquadrati militarmente (non hanno cioè i gradi) e, nella generalità, non sono incardinati nell’Ordinariato Militare” ha precisato il Cardinale.
Il Card. Filoni ha concluso il suo intervento citando le parole del Santo Padre Francesco ai partecipanti al IV Corso di formazione dei cappellani militari al diritto internazionale umanitario, le quali “indicano con forza la convinzione che deve animare e l’impegno che deve assumere, in particolare la cosiddetta ‘Chiesa in stellette’, di essere una autentica Chiesa artigiana della pace”. (SL) (Agenzia Fides 30/4/2016)
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Il testo integrale della relazione del Cardinale, in italiano -> http://www.fides.org/it/attachments/view/file/Ordinariati_Militari_Intervento_Prefetto_2016.docx
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AFRICA/SUDAFRICA - I Vescovi: “il contratto degli armamenti del 1999 è immorale, anche se non c’è stata corruzione”
 
Johannesburg (Agenzia Fides) - “Si potevano spendere i fondi utilizzati per acquistare gli armamenti per comprare invece medicinali antiretrovirali” afferma Sua Ecc. Mons. Abel Gabuza, Vescovo di Kimberley e Presidente della Commissione Giustizia e Pace della Southern African Catholic Bishops’ Conference (SACBC), in un comunicato diffuso all’indomani della pubblicazione del rapporto della commissione d’inchiesta incaricata di verificare se ci siano state irregolarità nell’accordo del 1999 per l’acquisto di grandi quantità di armamenti da parte del governo del Sudafrica.
La commissione ha stabilito che non vi sono prove di frodi e di malversazioni nella stipulazione del contratto che avvenne al tempo della Presidenza di Thabo Mbeki. I Vescovi africani, attraverso Mons. Gabuza, affermano che indipendentemente dal fatto che vi sia stata corruzione o meno, l’accordo per l’acquisto massiccio di armamenti è in quanto tale “un errore etico madornale”.
“È importante ricordare - scrive Mons. Gabuza - che all’epoca nella quale il governo spendeva miliardi di Rand nell’acquisto di armi, alla nostra popolazione veniva detto da quello stesso governo che non si poteva erogare denaro per acquistare farmaci antiretrovirali. Quindi continuiamo ad insistere che il contratto per gli armamenti fu un errore etico madornale”.
Il Presidente della Commissione Episcopale Giustizia e Pace afferma inoltre che dopo aver studiato “le argomentazioni tecniche usate dalla commissione Sereti per arrivare alle sue conclusioni, ripetiamo che in assenza di una chiara minaccia militare esterna al nostro Paese, è eticamente irresponsabile e inutile spendere miliardi delle nostre scarse risorse in armi, in un Paese che sta lottando per riprendersi dagli alti livelli di disoccupazione e d’estrema povertà”.
“La più grande minaccia alla nostra sicurezza nazionale sono le ineguaglianze economiche e la disoccupazione giovanile che da sole alimentano violente proteste sociali” ribadisce il Vescovo. “Ogni giorno vediamo proteste nei servizi pubblici e altre forme di contestazione che stanno progressivamente diventando violente. Le capacità di difesa che i militari hanno ottenuto attraverso l’accordo per l'approvvigionamento di armi nel 1999 sono irrilevanti di fronte a questa minaccia alla sicurezza” conclude Mons. Gabuza che invita pure il governo a sospendere l’accordo per l’acquisto di nuove centrali nucleari. (L.M.) (Agenzia Fides 30/4/2016)
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AFRICA/CONGO RD - Tensioni tra Hutu e Nande: “intervenire subito per impedire un conflitto etnico”
 
Kinshasa (Agenzia Fides) - Nel sud Lubero (Nord Kivu, nell’est della Repubblica Democratica del Congo, RDC), da qualche tempo le relazioni tra le comunità Hutu e Nande si sono deteriorate, degenerando in conflitto, riferisce una nota inviata all’Agenzia Fides dalla Rete Pace per il Congo.
I Nande accusano gli Hutu congolesi di essere complici delle FDLR (Forze Democratiche per la Liberazione del Rwanda), un gruppo armato di origine rwandese, ma attivo nell’est della RDC e spesso all’origine di atroci violenze perpetrate contro la popolazione congolese. Essi sono accompagnati dalle loro rispettive famiglie
Da tempo i Nande denunciano l’occupazione anarchica delle loro terre da parte degli Hutu e l’implicazione di questi ultimi nei crimini contro l’umanità commessi dalle FDLR: massacri di civili, sequestri di persone, omicidi di leader locali e di capi tradizionali, saccheggi dei raccolti e incendi di villaggi, secondo una strategia di occupazione delle terre senza alcun rispetto del diritto tradizionale locale. Per proteggersi, i Nande hanno a loro volta creato una propria milizia, il gruppo armato "Mai-Mai Yira", diventata in seguito Unione dei Patrioti per la Difesa degli Innocenti (UPDI).
La nota sottolinea che “il conflitto sociale tra le due comunità rischia di tramutarsi in un conflitto etnico. Per evitare che ciò accada, sono state formulate diverse raccomandazioni”.
Tra queste vi sono: il rafforzamento della presenza militare per neutralizzare sia le FDLR che le varie milizie Mai-Mai, cui ogni comunità tende a rivolgersi per ottenere protezione; il dispiegamento della Polizia Nazionale Congolese (PNC) per mantenere l’ordine nelle zone liberate dalle Forze Armate della Repubblica Democratica del Congo, FARDC; il rimpatrio in Rwanda dei membri delle FDLR che si sono già consegnati o che si consegneranno all’esercito o alla MONUSCO (Missione ONU nella RDC); l’apertura urgente di un’inchiesta indipendente, sia a livello nazionale che internazionale, per individuare i mandanti e gli esecutori degli attacchi ai villaggi, dei sequestri di persone e dei massacri commessi e avviare procedure giudiziarie contro di loro; la gestione con trasparenza dei movimenti d’immigrazione, per garantire la sicurezza di coloro che emigrano e per rassicurare le comunità locali; l’avvio di progetti di sviluppo comunitario, per ridurre la disoccupaz ione e la povertà, che sono alla base della violenza e dell’attivismo dei gruppi armati. (L.M.) (Agenzia Fides 30/4/2016)
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ASIA/INDIA - Sequestrato e malmenato il Vescovo di Cuddapah
 
Cuddapah (Agenzia Fides) – Il Vescovo della diocesi indiana di Cuddapah, nell’Andra Paresh, Sua Ecc. Mons. Gallela Prasad, è stato aggredito, sequestrato malmenato per una notte. L’aggressione è avvenuta lunedì 25 aprile ma se ne è avuta notizia solo alcuni giorni dopo, secondo le informazioni pervenute all’Agenzia Fides. Mentre il Vescovo ritornava da Karunagari, circa 425 km a sud di Hyderabad, dopo una celebrazione, l’automobile è stata fermata da ignoti che hanno bendato il Vescovo e l’autista, li hanno portati in un luogo sconosciuto e li hanno malmenati per tutta la notte. (SL) (Agenzia Fides 30/04/2016)
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ASIA/CINA - I pellegrinaggi nell’Anno della Misericordia aprono il mese mariano della comunità cattolica
 
Pechino (Agenzia Fides) – I cattolici cinesi sono molto devoti alla Madonna e hanno sempre vissuto il mese mariano con profonda spiritualità. Secondo le informazioni raccolte dall’Agenzia Fides, in diverse località hanno gia iniziato il cammino mariano con i pellegrinaggi ai Santuari, in sintonia con l’Anno della Misericordia che sta vivendo tutta la Chiesa.
La comunità cattolica della provincia di Jiang Xi ha inaugurato il suo cammino mariano con un pellegrinaggio al Santuario dedicato all’Assunzione di Maria, il 26 e 27 aprile. Durante l’omelia, il sacerdote ha invitato tutti “a tenere sempre in mano il rosario, perché possiamo recitarlo seguendo l’esempio di Maria ed il suo ‘Si’ incondizionato al Signore, invocando la sua intercessione”.
La comunità della diocesi di Feng Xiang, della provincia di Shaan Xi, ha voluto recarsi in pellegrinaggio al Santuario diocesano Mu Jia Ping, sentendosi in particolare sintonia con l’insegnamento dell’enciclica Laudato si’. Nella lunga scalata della montagna, in cima alla quale sorge il Santuario, oltre a recitare il rosario e meditare la Via crucis, i fedeli infatti hanno raccolto tutte le immondizie che trovavano lungo il percorso, al fine di ridare splendore alla creazione del Signore, “prendendoci cura della nostra casa comune”, essendo quindi “pellegrini ecologici”, come ha esortato il parroco che li ha guidati. Durante il pellegrinaggio hanno ricordato anche il missionario gesuita francese che ha portato il Vangelo nella pianura di Han Zhong, dove si trova il Santuario, nel 1635.
Nella diocesi di San Yuan, sempre nella provincia di Shaan Xi, diverse parrocchie hanno organizzato dei pellegrinaggi per inaugurare il mese mariano.
(NZ) (Agenzia Fides 2016/04/30) 
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AMERICA - Violenza e criminalità generano un record di rifugiati in Centramerica
 
Città del Messico (Agenzia Fides) – A partire dagli anni 80, il numero di centroamericani che continuano a fuggire da violenza e criminalità organizzata nella regione ha raggiunto cifre record. La denuncia arriva dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Acnur). Lo scorso anno, in Messico hanno fatto richiesta di asilo quasi 3500 persone, la maggior parte provenienti da El Salvador, Honduras e Guatemala, i Paesi più colpiti dal fenomeno. Un forte aumento si registra anche negli Stati Uniti, in Costa Rica, Panama, Nicaragua e Belize. Nel comunicato inviato all’Agenzia Fides, il portavoce dell’Acnur dichiara: "siamo preoccupati soprattutto per il numero sempre maggiore di bambini e donne non accompagnati che fuggono per timore di essere reclutati a forza da bande criminali e per paura di subire violenze sessuali o di essere uccisi”. (AP) (30/4/2016 Agenzia Fides)
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AMERICA/MESSICO - I bambini celebrano la loro Giornata nazionale in condizioni di povertà
 
Città del Messico (Agenzia Fides) – In Messico il 30 aprile si celebra la Giornata del Bambino, che fu istituita a livello nazionale nel 1916, nella città di Tantoyuca, Veracruz, e resa ufficiale nel 1924. Non tutti i bambini hanno un motivo reale per celebrarla a causa delle problematiche di grande impatto sociale da cui sono afflitti, come la povertà. In occasione di questa Giornata, il direttore esecutivo della Rete per i Diritti dell’Infanzia in Messico ha reso noto che "il 53.9% dell’infanzia nel Paese è povero; il 12% della popolazione nella fascia di età tra 18 e 64 anni vive in condizioni di povertà". Inoltre, l’11.4% della popolazione infantile in condizioni di povertà soffre di insufficienza alimentare severa, il 16.7% moderata e il 21.7% lieve. Un altro dei gravi fenomeni che riguardano i bambini è il lavoro e lo sfruttamento minorile. Nonostante la legge preveda il divieto dell’utilizzo di bambini lavoratori al di sotto dei 14 anni, l’8.6% di quelli tra 5 e 17 anni lavorano, il 36.0% di questi non vanno a scuola e il restante 64.0%, lavora e studia.
(AP) (30/4/2016 Agenzia Fides)
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AMERICA/MESSICO - La Croce Rossa per i bambini bisognosi delle aree più remote
 

Tehuacán (Agenzia Fides) – Per il secondo anno consecutivo il settore giovanile della Croce Rossa Messicana, Delegazione Tehuacán, sta organizzando una raccolta di giocattoli per i bambini bisognosi che verranno consegnati nelle zone più remote. Secondo la nota inviata a Fides, le comunità beneficiate sono state selezionate mediante una ricerca sulle condizioni di maggiore vulnerabilità che i giovani della Croce Rossa hanno portato avanti per diverse settimane. Si tratta di giocattoli nuovi, semi nuovi o comunque usati ma in buone condizioni. Unica condizione posta è che non siano armi giocattolo o simili, che potrebbero fomentare la violenza. (AP) (30/4/2016 Agenzia Fides)

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